Disturbante, non divertente / 22 Febbraio 2018 in Ingrid va a Ovest

Non c’è nulla di male nel voler trarre una commedia nera da un soggetto – la storia di una stalker con problemi mentali – che associeremmo normalmente al genere dei film come Attrazione fatale; ma bisogna saperlo fare. Ingrid Goes West non riesce a proporre abbastanza situazioni comiche – anzi, per essere esatti non ne propone quasi nessuna. Ciò che offre è una sequela di situazioni disturbanti, che non riescono a far ridere neanche quando sono grottescamente improbabili (come la scena del rapimento), e una protagonista che suscita in parti uguali orrore e pietà, ma non divertimento. Aubrey Plaza impiega il suo indubbio talento per restituirci una immagine di fissità psicotica, che però finisce (complici scrittura e regia) per risultare anche monotona. Anche il tentativo di satira sociale dei nuovi media finisce per apparire scontato (si pensi a quanto sia infinitamente più incisivo in questo senso l’episodio «Nosedive» di Black Mirror) – salvo forse nella scena in cui Ingrid indugia indecisa su come rendere al meglio una risata: «Hahahahah», «Hehehehe» o «Heh heh»? Per un attimo, lo confesso, mi sono identificato…

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