Indiana Jones e il quadrante del destino

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Indiana Jones e il quadrante del destino

L'archeologo e professore Indiana Jones sta per andare in pensione: il mondo è diventato un luogo complicato, in cui fatica ad adattarsi e i tempi delle grandi avventure sono ormai lontane. O forse no? Un vecchio nemico torna in scena e il vecchio Indy indossa il lo stazzonato fedora e impugna la fedele frusta per evitare che un potente e antico artefatto cada nelle mani sbagliate.
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: Indiana Jones and the Dial of Destiny
Attori principali: Harrison Ford, Phoebe Waller-Bridge, Mads Mikkelsen, Boyd Holbrook, Olivier Richters, Ethann Isidore, Toby Jones, Antonio Banderas, Karen Allen, John Rhys-Davies, Shaunette Renée Wilson, Thomas Kretschmann, Martin McDougall, Alaa Safi, Francis Chapman, Alfonso Rosario Mandia, Chase Brown, Nasser Memarzia, Amedeo Bianchimano, Anna Francolini, Gabby Wong, Adolfo Margiotta, Niccolo Cancellieri, Antonio Iorio, Manuel Klein, Holly Lawton, Guy Paul, Harriet Slater, Alton Fitzgerald White, Ian Porter, Daniel Anderson, Cory Peterson, Charles Hagerty, Ali Saleh, Amara Khan, Jill Winternitz, Billy Postlethwaite, Clara Greco, Joe Gallina, Nicholas Bendall, Thulani Storm, Edoardo Strano, Angelo Spagnoletti, Hicham Ouaraqa, Adil Louchgui, David Mills, Rhyanna Alexander-Davis, Gary Fannin, Gunnar Cauthery, Aron von Andrian, Nikola Trifunovic, Henry Garrett, Elena Saurel, Mike Massa, Anthony Ingruber, Christian Sacha Mehja-Stokes, Angus Yellowlees, Matthew Staite, Corrado Invernizzi, Joerg Stadler, Thorston Manderlay, Basil Eidenbenz, Johann Heske, Joshua Broadstone, Bruce Lester-Johnson, Martin Sherman, Allon Sylvain, William Meredith, Kate Doherty, Duran Fulton Brown, Eliza Mae Kyffin, Mauro Cardinali, Mark Killeen, Bharat Doshi, Aïssam Bouali, Douglas Robson, Mohammed R. Kamel, Bryony Miller, Tiwa Lade, Brodie Husband, Hannah Onslow, Mostra tutti

Regia: James Mangold
Sceneggiatura/Autore: James Mangold, David Koepp, Jez Butterworth, John-Henry Butterworth
Colonna sonora: John Williams
Fotografia: Phedon Papamichael
Costumi: Joanna Johnston, Charlotte Finlay
Produttore: George Lucas, Steven Spielberg, Kathleen Kennedy, Frank Marshall, Zakaria Alaoui, Simon Emanuel
Produzione: Usa
Genere: Azione, Famiglia
Durata: 155 minuti

Dove vedere in streaming Indiana Jones e il quadrante del destino

Sicuramente meglio del 4 / 20 Settembre 2023 in Indiana Jones e il quadrante del destino

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Prima di tutto, ho visto impegno e volontà di rimediare all’orrendo quarto capitolo.
Che non vuol dire aver fatto centro, perchè anche questo capitolo rimane anni luce dal 1 e dal 3 (migliore di tutti, per distacco)
Abbiamo ributtato dentro nuovamente i Nazisti, antagonisti principali del buon vecchio Indiana Jones e -guarda caso – dei migliori film del franchise.
Buona la scelta di tornare indietro nel tempo, con un Indy “giovane” ricreato davvero bene, meno bella quella di tanti personaggi francamente inutili e pacchiani (Mason, Klaber e infine un tristissimo Banderas)
Infelice anche la scelta del “ragazzino amico di Indy”, davvero inespressivo e inebetito. Come rimpiango il buon Shorty del Tempio Maledetto…
Invece salvo tutta la struttura del film, buoni gli intrecci storico-esoterici (anche se alla fine…che c’entra la Lancia di Longino? Pensavo tornasse fuori nel film…e invece) anche se certi frangenti potevano essere più brevi e gli inseguimenti molto meno “hollywoodiani”
Brava la Phoebe di Fleabag(che ho adorato)…mi da l’idea di essere una bravissima attrice che dove la metti, sta e si adatta.
Insomma, cose buone e meno buone.
Sono stato un po’ ingeneroso col voto, diciamo che ci stava un 6…ma non me la sono sentita per rispetto dei primi 3 film. Davvero troppo belli.

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Quarant’anni dopo / 12 Settembre 2023 in Indiana Jones e il quadrante del destino

Per la prima metà della sua durata il film non fa rimpiangere i primi episodi della saga: finché il ritmo dura, con il giovane Indy che combatte i nazisti, il maturo professor Jones che rovina la parata agli astronauti dell’Apollo 11 e un indiavolato inseguimento tra le strade di Tangeri, lo spettatore si diverte e passa volentieri sopra dettagli come la ricostruzione computerizzata del volto di Harrison Ford giovane appiccicata sul corpo di un altro attore e chiaramente posticcia.

Ma passata la metà il film si affloscia improvvisamente su se stesso. Colpa di un rallentamento del ritmo, con una spedizione subacquea girata in modo poco perspicuo? Colpa di un Antonio Banderas fuori parte? In realtà, i problemi erano sorti già da un po’: il film accumula troppe ambiguità non necessarie, col personaggio di Helena che oscilla volubilmente tra cinismo mercantile e sentimento para-filiale, un coinvolgimento del governo USA nelle trame neo-naziste cui è difficile dare un senso (“Cercavano solo di compiacerla, lasciando che inseguisse quell’oggetto” è la spiegazione un po’ assurda), e un ragazzino che dovrebbe unire la simpatia dello Shorty di Indiana Jones e il tempio maledetto alla tempra del delinquente giovanile. Aggiungiamo lo stravolgimento un po’ blasfemo della natura del meccanismo di Antikythera, che esiste veramente ed è davvero straordinario, ma non serve naturalmente a individuare falle temporali, e un incontro a Siracusa quasi alla fine del film a dir poco deludente.

Il finale però ci riconcilia almeno in parte con il film: Harrison Ford e Karen Allen (che riprende il ruolo di Marion Ravenwood) ripetono una delle scene più famose dei Predatori dell’Arca perduta. Sono passati più di quarant’anni per i due attori, e si vedono tutti; e sono passati purtroppo anche per chi aveva visto quel film da ragazzo alla sua uscita.

Una curiosità: il personaggio di Jürgen Voller corrisponde esattamente per la biografia ma anche per l’aspetto a Wernher von Braun, ma per qualche ragione (forse intuibile) si è scelto di non usare il vero nome dello scienziato tedesco.

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mi è piaciuto / 3 Agosto 2023 in Indiana Jones e il quadrante del destino

ero preparato al peggio dopo il teschio di cristallo, invece mi sono ritrovato con una pellicola che lascia incollati alla poltrona per tutta la durata e non delude i fan storici. Sono uscito dalla sala davvero soddisfatto ed anzi conto di rivederlo in home video al momento giusto. Spero solo non inizino a proporre sequel e reboot e remake. Ciao Indy

Grande Indy! / 20 Luglio 2023 in Indiana Jones e il quadrante del destino

Fico, bello, divertente e mozzafiato, degno della saga di Indy….
Dopo quella parentesi un po’ flop del Teschio di Cristallo, qui saliamo qualche gradino in più e il film diverte e affascina con tanta nostalgia.
Sempre affascinante Ford anche ottantenne!
Ottima ending…. Adesso non rovinatela con altri sequel!
Da notare le molte analogie con l’ultimo Mission Impossible, dal filo narrativo, agli inseguimenti… e alle macchine usate!
7/10.

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ANNI E CHILOMETRI / 4 Luglio 2023 in Indiana Jones e il quadrante del destino

La saga di Indiana Jones è composta da una trilogia e un dittico. La trilogia ha segnato la storia del cinema rifacendosi ai filmoni d’avventura degli anni ’30 e ’40. Il dittico non ha segnato la storia del cinema rifacendosi alla trilogia di cui sopra.

“Il quadrante del destino” si accomoda accanto (forse giusto un mezzo gradino sopra) al vituperato quarto film dell’archeologo.
Ci sono tante cose buone ma altrettante negative e alla fine della fiera il film non è ne bello ne brutto. E’ medio.

La storia è abbastanza intrigante da tenere desta l’attenzione, ma la sceneggiatura offre qualche passaggio a vuoto che appesantisce il tutto. La durata non è giustificabile e un taglio ancora più deciso avrebbe giovato alla pellicola. Le scene d’azione sono tantissime e lunghissime e in alcuni casi del tutto gratuite. L’atmosfera generale è quella giusta per un film del genere e in qualche maniera riesce a mediare tra il suo essere moderno e il guardare al passato. Qualche espediente narrativo è vetusto e telefonato. L’epilogo è quanto di più divisivo si potesse realizzare.

La regia di Mangold è precisa e rispettosa. Tenta qualche acrobazia registica e qualche volta la tocca forte. In altre occasioni si perde in scene non necessarie e allunga eccessivamente il brodo.

Harrison Ford è incredibilmente in forma per un uomo della sua età. Non si dubita mai della sua capacità di sostenere una scena d’azione e il suo magnetismo completa l’opera. Ovviamente parlo del Ford reale, non del replicante generato per il prologo. La parte è molto sentita ed è un piacere da guardare. La stessa cosa non posso dirla per Phoebe Waller Bridge. Il personaggio di Helena è respingente. Non sono riuscito ad amarla fino in fondo anche se da metà film in avanti migliora. Mikkelsen fuoriclasse, Banderas di passaggio.

Nota dolente, la CGI. Per quanto uno ci provi a far finta di nulla è veramente ingombrante. Nel prologo si poteva, anzi, si doveva osare di meno. Si indugia eccessivamente sul volto ringiovanito di Ford e l’effetto svanisce quasi subito.

La fotografia gioca con i colori (vedasi la parata) e forse è tra le cose più ispirate del film. Si cambia scenario spesso e volentieri e la fotografia rimane sempre coerente.
John Williams saluta tutti con un ottimo lavoro.

Non è un grande addio. E’ un addio sussurrato, in punta di piedi e va bene così.

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