Recensione su Inception

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INCEPTION, di CHRISTOPHER NOLAN / 8 Settembre 2012 in Inception

INCEPTION
Recensione di Monia Iori

Un salotto nella penombra del pomeriggio. Un tavolo. Una trottola. La trottola gira, non si ferma, non cade, non risente della forza di gravità e di tutte le altre leggi della fisica.
La trottola è reale?

Inception è un film del 2010 diretto da Christopher Nolan, regista visionario conosciuto per le sue pellicole enigmatiche e affascinanti, che esplora le vie del subconscio tramite la dimensione onirica del sogno.
Protagonista dell’obiettivo della cinepresa è Leonardo Di Caprio alias Dominic Cobb, di professione ladro, che si cimenta nell’estrazione di idee segrete dalle menti addormentate delle sue vittime. Cobb, aiutato da un team di esperti della truffa, dovrà riuscire in un’impresa utopica e pericolosa: innestare una nuova idea nella mente di un importante dirigente internazionale. Da qui si snodano le intricate vicende che legano i personaggi di questa missione in un turbine di pensieri e scene che trasvolano dall’action al dramma, dal thriller psicologico alla fantascienza, in una continua corsa contro il tempo.
Nolan è una mente diabolicamente geniale e si fa beffa dello spettatore catapultandolo in una dimensione che sfiora la follia. E il trucco funziona. Si resta con gli occhi incollati allo schermo, non c’è via d’uscita da quel labirinto che il talentuoso regista costruisce direttamente nella nostra testa. Si viene sballottati da una location all’altra senza neanche avere il tempo di riprendere fiato; il ritmo è incalzante, gli effetti speciali sbalorditivi, il montaggio scivola via come un manto di seta sul corpo sottile di una geisha, ma questo non è un viaggio materiale ad alta tensione, è un viaggio dentro noi stessi. Vendetta, riscatto, rancore, odio, amore, inquietudine sono solo poche briciole dei sentimenti umani che la pellicola tenta di sviscerare mentre l’azione segue il suo corso. Nolan bilancia alla perfezione teoria e pratica del sogno, mentre la colonna sonora di Hans Zimmer, noto compositore tedesco, avvolge la storia in un misterioso e magnetico groviglio di sensazioni. Chiavi di lettura infinite, stravolgimento delle convinzioni, capovolgimento della realtà, apparente disorientamento mentale. Tutto questo è Inception.
Il sogno è interpretato come un mondo alternativo di cui noi siamo gli architetti, noi i protagonisti, le piccole divinità che lo comandano. Ma attenzione! Come ogni cosa, anche il sogno ha bisogno del controllo o si corre il rischio di perdersi nei meandri della mente, privi di qualunque orientamento sensoriale, consumati nella memoria, prede indifese di noi stessi.
Simbolo del film è un piccolo oggetto, un totem, una sorta di portafortuna che il protagonista ha sempre con sé: una trottola. Tuttavia, ogni cosa ha un suo ruolo. Così, questa trottola a prima vista insignificante diventa indispensabile, la sola possibilità di comprendere se ci troviamo nella realtà o ancora nel sogno. La trottola è la nostra coscienza logica. Se la faremo girare e non si fermerà avremo la consapevolezza di essere nel sogno. È il nostro punto fermo, il pilastro.
Seguendo il percorso delineato da Cobb, ci immergiamo all’interno del suo cervello, in profondità, carpiamo i segreti più intimi, ci intrufoliamo nei suoi reconditi desideri, ci dimentichiamo di essere svegli … Emerge un dubbio, un tarlo che ci logora ronzando nelle nostre orecchie: dove siamo ora? È la realtà o è il sogno?
L’innesto è avvenuto dentro di noi. Il regista ha centrato in pieno il suo obiettivo.
La trottola cadrà? O continuerà a girare per sempre?

(Puoi leggere la recensione anche sul mio blog “The Secret Door” – http://moniaiori-thesecretdoor.blogspot.it/)

1 commento

  1. BooMaTomiC / 23 Dicembre 2016

    Recensione da Oscar! Mi sono sentito come rivederlo dall’inizio alla fine.

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