Il vento fa il suo giro

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Il vento fa il suo giro

A Chersogno, piccolo paese delle valli occitane in Piemonte abitato da pochi anziani, giunge un ex professore francese con moglie, tre figli e un gregge di capre. Vuole vivere di pastorizia in pace nella natura. Inizialmente lo straniero è ben accolto, poi però affiorano incomprensioni, invidia e ostilità.
marcomaffei12 ha scritto questa trama

Titolo Originale: Il vento fa il suo giro
Attori principali: Thierry Toscan, Alessandra Agosti, Dario Anghilante, Giovanni Foresti,
Regia: Giorgio Diritti
Sceneggiatura/Autore: Giorgio Diritti, Fredo Valla
Produzione: Italia
Genere: Drammatico
Durata: 110 minuti

Dove vedere in streaming Il vento fa il suo giro

Bel film sulla gente di montagna / 26 Agosto 2014 in Il vento fa il suo giro

Il film mi ha emozionato sia per la la trama essenziale ma penetrante e poi per i paesaggi … visti proprio quest’estate …

“e tutte le cose prima o poi ritornano” / 30 Gennaio 2013 in Il vento fa il suo giro

Qui si è di fronte ad un’opera rara: succede che in un lasso di tempo di 100 minuti, giù di lì, sullo schermo scorrano con nonchalance tutta una serie di temi socio-culturali per i quali la definizione di “film antropologico” è forse quella che più si presta a inquadrare la pellicola.
Non c’è nulla di serioso né didascalico nell’approccio del regista, sia chiaro: si tratta di una storia semplice narrata in modo essenziale, autentico (a un certo punto sembra davvero di trovarsi lì nelle valli, tra facce rugose e puzza di capre). La confezione quindi è scarna: nessun fronzolo, nessuna trovata estetica di cui compiacersi, solo la vicenda e i personaggi (come a dire “ehi, al cinema esistono ancora i contenuti, eccoci, yu-hu!”). Tra l’altro il senso di realismo è dato anche dal fatto che per buona metà del tempo si parli in occitano, dimenticavo.
Ma insomma, di cosa parla questo film? Parla di cos’è una comunità, di cosa la fonda e cosa la tiene in vita, parla di identità culturali e di come si vadano evolvendo nel tempo, parla dell’uomo e di come interagisca con i suoi simili, di come si ponga rispetto ad un estraneo, parla di socialità, di chiusura, di inclusione, accettazione, e via discorrendo. Poi gli squarci di vita rurale sono molto belli. Se vi piacciono: la natura, le montagne, i contadini, heidi, se siete attratti da stili di vita lontani anni luce da quelli cittadini, è il film per voi, vi colpirà.

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14 Agosto 2012 in Il vento fa il suo giro

Ci sono alcuni punti che mi hanno lasciata perplessa… Anche se sono d’accordo con tutte le opinioni positive, sul messaggio, sul fatto che dovrebbe essere visto a scuola etc.
E’ un’ottima fotografia della realtà, mi è piaciuto il paese, la casa, i personaggi, il pastore francese, il sindaco e anche la signora Emma (veramente insopportabile), anche il ragazzo che poi prenderà l’abitazione, il pover’uomo che si è tolto la vita. Tutti personaggi anche se poco approfonditi resi molto bene. Ci stavano e hanno reso benissimo il senso del film. Anche alcuni dialoghi sono molto “educativi”. Mi ha infastidito la moglie. Si è capito dall’inizio cosa sarebbe successo, nel suo viso, nel suo sguardo, in tutti i suoi movimenti, anche nel correre, c’era celato il tradimento incombente. Anche “l’amante” (oltrettutto leale, ad avercene…) non è stato approfondito abbastanza da giustificare la cosa. La scena in cui lei resta sotto la pioggia a tentare di vendere i formaggi non ha proprio senso. Perché già non li vendevi in condizioni metereologiche normali, figuriamoci sotto la pioggia. E proprio allora arriva l’amico…Non ho capito il senso nel contesto del film. E poi ci vorrebbe un accelleratore. Perché non dico che i film debbano essere tutti come quelli americani in cui non c’è un attimo di respiro e riflessione, c’è poca poesia. Qui questi ingredienti ci sono in abbondanza ma se non sei più che presente rischi davvero di addormentarti tra una scena e l’altra.

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E l’aura fai son vir / 3 Marzo 2011 in Il vento fa il suo giro

Un piccolo capolavoro d’essenzialità e autenticità esistenziale. Non lascia spazio a retorica a moralismi. Chi vuole vivere senza compromessi con la realtà che lo circonda, deve fare tanta strada. Siamo in un paese occitano della Val Maira. Molti vecchi, poche decine di abitanti. La solitudine di chi è stato abbandonato da molti si scontra con chi cerca l’incontro. E l’aura fai son vir. Il vento fa il suo giro… e non ci possiamo fare nulla!

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