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Il tesoro della Sierra Madre

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La febbre dell’oro / 16 Aprile 2017 in Il tesoro della Sierra Madre

Probabilmente è uno dei film di avventura per antonomasia: ritmo sempre incalzante, un plot semplice ma che porta ad innumerevoli opzioni narrative.
Classico imprescindibile, sporchissimo, con un Humphrey Bogart che sarà un vero diavolo!
Vi terrà incollati allo schermo per due ore senza che ve ne accorgiate.

17 Maggio 2014 in Il tesoro della Sierra Madre

Brilla Humphrey Bogart nella solita classe, quella che lo contraddistingue anche quando è sporco di polvere e sudato come non mai, tanto decisa quanto dura la regia di Huston John, dura ed allucinante è la vicenda tutta.

“Il tesoro della Sierra Madre” è una perla da riscoprire, un film dove l’amicizia e la lealtà vengono messe a dura prova dal materialismo rappresentato ed incarnato dalla caccia all’oro. Eccoli dunque i nostri due disperati (interpretati amabilmente da Humphrey Bogart e Tim Holt), dei disadattati in cerca di lavoro. Li vediamo sporcarsi le mani per un lavoro che non porterà paga, truffati ed arrabbiati si vendicheranno pestando lo sfruttatore borghese. Nuovamente a spasso, senza una professione, affamati, nauseati dal fetore delle proprie pelli decidono di cercare l’oro.
Il pretesto è lo stomaco più che il genio delle proprie menti. E’ una decisione che parte dal basso, la necessità di danaro e, diciamolo francamente, per una serie di fortunati (?) eventi. Stringono così amicizia con un profetico vecchietto, interpretato da Papà Walter Huston (Oscar come attore non protagonista proprio per l’interpretazione donataci), il quale li avvisa dei “mali” che la caccia all’oro arreca agli uomini.
Anche lui in passato è caduto sotto i sintomi della febbre dell’oro… i giovinastri però sono positivi e convinti in quel che fanno. Detto fatto, si improvvisano mestieranti: gold diggers.
Quello che si palesa di fronte agli occhi dello spettatore è ben altro, due giovani che dopo poco si accasciano a terra stanchi, distrutti mentre l’atletico vecchietto resistente alla fatica e marci fino alla meta. La pellicola è dotata di realismo, non sto parlando dell’elaborazione di un sistema di canali per cercare l’oro o del grande set naturale dell’opera ma dalla pazzia che pregna la pellicola.

L’arrivismo e la diffidenza di un membro del gruppo sarà la fine di un sogno fantastico e di una splendida amicizia. Da questo momento l’oro accecherà gli occhi degli uomini, sospetti reciproci e una serie di incidenti spalleggiano i nostri. La ricerca dell’oro diventa imperativo categorico ma, come dimostra la scena finale, la sorte è pronta a ridere beffardamente dei loro sforzi e la Natura si riprenderà tutto.

Il tesoro della Sierra Madre è avventura allo stato puro, nel quale sono presenti scorribande, colpi di scena, ritorni dall’ “aldilà” , incontri e scontri. L’intrattenimento e la paesaggistica spettacolare si legano l’uno con l’altro. Il tesoro della Sierra Made è uno dei primi film di Hollywood ad essere girato al di fuori degli Stati Uniti, il regista si focalizza sull’ambientazione Messicana dando allo spettatore la possibilità di venir a contatto con una tribù di nativi, neanche fossimo in un documentario. E che ne dica Il Morandini, per me è un Signor Capolavoro.

DonMax

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Magnifica avventura / 10 Febbraio 2014 in Il tesoro della Sierra Madre

Ladies and gentlemen, ecco a voi l’ El Dorado del cinema d’avventura. Imperdibile gioiello di Hollywood, entra prepotentemente nella mia top ten personale; John Huston ci narra della febbre dell’oro a partire dalla vita grama di un trio di vagabondi americani che sbarca il lunario tra elemosina e lavoracci giù a Tampico, nello stato messicano di Durango. Tre vite in cerca di riscatto, tre avventurieri pronti ad affrontare un lungo viaggio attraverso la sierra incendiata dal sole, pullulante di tigri (così vengono impropriamente chiamati i felini messicani, puma o giaguari che siano, anche nello script originale) e banditi (un Alfonso Bendoya degno del miglior Sergio Leone), pur di scavare le ricche viscere dorate della montagna. Ma oltre alla mitica sabbia luccicante troveranno il démone della cupidigia, che può spingere fino alla follia…
Interpretazioni a dir poco colossali; partendo dal gradino leggermente più basso del podio (ma parliamo sempre di quote siderali) metto Tim Holt dagli occhi bovini, apprezzatissimo rampollo dei magnifici Amberson di Welles, qui nel ruolo del buon ragazzone squattrinato dallo sguardo timido. Ad un passo dalla vetta il roccioso Bogart, magnificamente fuori dai suoi canoni; le prende, ha un caratteraccio e compie l’involuzione da hero a villain. In cima, paparino. Già, il signor Walter Huston attore di lungo corso, padre del famoso regista, qui incarna alla perfezione il vecchio cercatore d’oro, rude e legnoso ma buono e saggio, calmo quando c’è aria di tempesta. Secondo me, eccezionale.
John Huston non è un regista che cerca la sorpresa visiva, ma intaglia come un navigato artigiano la trama, impreziosendola con il primato della recitazione. Efficace, lineare e probabilmente insuperabile nelle storie d’avventura.

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21 Settembre 2013 in Il tesoro della Sierra Madre

Magistrale interpretazione di Bogart per una magistrale pellicola di John Huston, vincitrice di tre premi Oscar. Tre americani nel Messico degli anni post-rivoluzione decidono di tentare la sorte cercando oro sulla Sierra Madre. Non anticipo niente di quello che accadrà, ma lo spettatore può stare sicuro che troverà certamente azione, ma non solo quella. Anzi, il pregio del film è riuscire ad essere coinvolgente senza eccessivo spreco di pallottole. Credo che ogni amante del cinema dovrebbe perlomeno dargli una chance.

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