7 Recensioni su

Il signor Diavolo

/ 20195.970 voti

Bravo Pupi / 9 Aprile 2020 in Il signor Diavolo

Il film si è rivelato leggermente diverso dalle premesse della primissima scena.
Ma un “diverso” piacevole.
Più un’indagine che un horror, sulla falsa-ma non troppo-riga della Casa Dalle Finestre che Ridono.
Avati si dimostra straordinario quando ricostruisce ambienti e locali , certi particolari come i mobili, i letti, i cancelli arrugginiti, i muri scrostati, i costumi, le “facce” sono davvero “effetti speciali” …fatti senza effetti speciali. Concetto difficile da spiegare.
Bel film comunque , con un finale inaspettato , almeno per me.
Sicuramente il miglior film di Avati per me , su questo “genere” : certamente meglio della Casa dalle Finestre che Ridono, del Nascondiglio e anche dell’Arcano Incantatore.

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Il giallo all’italiana è morto? / 21 Marzo 2020 in Il signor Diavolo

Sono rimasto davvero entusiasta quando ho scoperto che Pupi Avati avrebbe realizzato questo film, non perché ami particolarmente la sua firma, né tantomeno per la nostalgia degli antichi splendori del giallo all’italiana, ma perché vorrei vedere più spesso il nostro cinema cimentarsi in questi generi (nell’ambito dei quali ha fatto anche scuola, talvolta). Sottolineo che non saprei bene come definire il mio rapporto con i film di Avati, proprio perché non riuscirei a definire i suoi film. Posso dire che complessivamente sono molto piacevoli da guardare, ma alla fine mi lasciano sempre con una certa insoddisfazione, con un “però”. Premetto quindi che, probabilmente per un mio limite, riesco ad apprezzare i suoi lavori, ma mai appieno, e quest’ultimo film non fa eccezione.

Avati ci fa (ri)vivere una storia di cupezza e mistero con un film dall’ambientazione e dalle dinamiche che ricordano molto il suo cult passato alla storia, “La casa dalle finestre che ridono”. In effetti i parallelismi riscontrabili sono tanti, a partire dal fatto che anche stavolta Avati ci mostra la realtà di una piccola comunità di paese. In questa Italia degli anni ’50, Paese di chiesa e superstizioni, la religione gioca un ruolo prominente, non solo a livello locale. Furio Momenté, al servizio del Ministero di Grazia e Giustizia, viene inviato nella provincia veneta con l’incarico di far luce su una questione che minaccia i favori della Democrazia Cristiana. A Lio Piccolo, infatti, il quattordicenne Carlo sarebbe stato plagiato da un sacrestano e una suora, arrivando a uccidere un suo coetaneo, Emilio, quel che secondo loro sarebbe l’incarnazione del male.

La storia è interessantissima, ricca di ottime idee e forte di un clima gotico e tetro quanto basta, impreziosito dalla desaturazione di colori. Però c’è quel “però” che ho menzionato. A tratti ho avuto l’impressione di trovarmi davanti a una fiction. L’atmosfera è tanto agghiacciante quanto casereccia e la recitazione, a mio dire, non è delle migliori, senza considerare che ho dovuto ricorrere all’ausilio dei sottotitoli perché non capivo nulla (e non è la prima volta che mi capita con Avati). Mi sembra ci sia un po’ di frettolosità nello sviluppo della trama ed è un peccato, perché potenzialmente sarebbe riuscito a tenere alta l’attenzione anche concedendosi una durata maggiore.

Come ho già affermato in passato parlando di un film di Argento, penso che lo stile di questi maestri del passato si adatti poco ai nuovi tempi e sebbene i tentativi di rimettere in scena il giallo all’italiana siano apprezzabili, non sono riuscitissimi. Quel che mi chiedo, di conseguenza, è: ci sono possibilità di ritorno a questo genere per il cinema italiano? Forse, ma abbiamo bisogno di innovazioni.

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Il voto sarebbe un 6.5 / 19 Marzo 2020 in Il signor Diavolo

Discreto film horror di Pupi Avati.
Siamo a Roma nel 1952; un giovane (e inesperto) funzionario del Ministero di Grazia e Giustizia, Furio, viene mandato a Venezia per indagare su un caso delicato. Il 14enne Carlo ha ucciso un suo coetaneo sostenendo che fosse in realtà il diavolo; Furio è chiamato più a proteggere gli interessi della DC in Veneto perché questo delitto è stato fomentato da una superstizione religiosa.
Prima dell’arrivo a Venezia, leggendo sul treno il fascicolo del caso Furio ci riporta agli eventi accaduti che hanno portato all’omicidio.
Film interessante, con atmosfere particolari; siamo nella provincia dell’Est Italia dove il connubio tra Stato e Chiesa si è rafforzato. Quindi l’omicidio è visto dal punto di vista politico di come può compromettere il Governo ma allo stesso tempo esamina il problema del diverso. Infatti il ragazzo ucciso, Emilio, aveva un aspetto deforme e questo fatto, unito ad altre credenze, lo rende inviso alla popolazione locale.
Il finale, che ovviamente non sto a dire, mi ha lasciato inizialmente perplesso ma poi sono arrivato a comprenderlo ed è abbastanza sorprendente.
Nel cast da citare Chiara Caselli nei panni della madre di Emilio, Alessandro Haber è padre Amedeo (un’esorcista), GIanni Cavina è il sagrestano mentre Andrea Roncato è il dottore incaricato dell’autopsia di Emilio.

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Ritorno all’horror in grande stile per Pupi Avati. / 4 Dicembre 2019 in Il signor Diavolo

Pupi Avati ritorna all’horror dopo il flop de “Il nascondiglio” e lo fa in modo egregio realizzando un film gotico e ricco di tante sfumature, un film in bilico tra superstizione e religione (la Chiesa vista come metafora del male).
Avati getta uno sguardo pessimistico sull’Italia bigotta e arcaica della provincia degli anni’50 e lo fa in modo elegante e raffinato, raccontando una storia dal sapore macabro e dalle atmosfere lugubri che avvince.
È un film che non fa paura ma che disturba e angoscia.

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ritorno alle origini / 16 Novembre 2019 in Il signor Diavolo

Un film non privo di difetti ma a modo suo coraggioso. Pupi Avanti torna alle origini con una storia simil Horror ambientata nella campagna dove degli anni 50 dove vigono ancora arcane credenze. Ha coraggio nello scegliere dei volti atipici, non i soliti volti che potrebbero comparire su copertine o programmi tv, i giovani infatti sono tutti sconosciuti (ma tra gli “anziani” troviamo molti amici del regista).
Un giovane funzionario ministeriale parte da Roma per indagare su uno strano delitto e si trasforma in investigatore dilettante ma come tale non riesce a capire i rischi ai quali va incontro e soprattutto non riesce a capire chi gli dice la verità e chi invece lo sta ingannando (più o meno) volutamente. Non è un horror visivo, niente scene truci o litri di sangue, ma riesce comunque a trasmettere una atmosfera pesante, malsana e direi anche perversa. una sensazione decisamente sgradevole.

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Il signor film / 6 Settembre 2019 in Il signor Diavolo

Link alla mia videorecensione: https://youtu.be/ZTqhIvPG8WU

DIAVOLO DI UN AVATI / 29 Agosto 2019 in Il signor Diavolo

Pupi Avati torna all’horror e ci ritorna con una buon film. Non un filmone memorabile ma nemmeno una ciofeca tipo “il nascondiglio”.

La storia è ambienta nei primi anni ’50. Un giovane ed inesperto funzionario del ministero, in quota democristiana, viene incaricato dai suoi superiori, per una mera opportunità politica, di mettere a tacere le voci su di un imbarazzante coinvolgimento della chiesa in un caso d’omicidio. Un ragazzino ha assassinato un suo coetaneo sostenendo di aver ucciso il diavolo.

Storia intrigante direte voi. Nì. Purtroppo l’indagine vera e propria non c’è. Tutto quello che scopriremo lo scopriremo grazie alle parole di qualcuno. I fatti veri e propri ci vengono raccontati in tante frammentarie testimonianze. Una serie di deposizioni fatte da taluno e da talaltro che da un lato portano sì avanti la trama principale, ma dall’altro ammazzano un po’ la tensione vera e propria. La storia sembra un pretesto per mettere in scena tante leggende e credenze di paese. In questo riesce alla grande. Il film trabocca atmosfera. Un atmosfera maligna e grevemente oscura. Senza dubbio il vero punto forte de “il signor diavolo” è proprio questo.

Pupi Avati resta fedele al suo concetto di cinema “fatto a mano” non adoperando mezzi che non padroneggia evitando così di scivolare nel kitsch come alcuni suoi colleghi blasonati (CoffArgentoCoffCoff).

Il cast è ricco di grandi attori e qualche cane. Tra i migliori ci sono sicuramente alcuni calibri pesanti come Massimo Bonetti, Haber e Cavina. Il protagonista sembra un Luca Marinelli del discount ma tutto sommato se la cava, così come il giovanissimo Filippo Franchini e il diavolo Lorenzo Salvatori. Tra i cani supremi vanno menzionati Iskra (unica doppiata) e l’infermierinaMAMMAQUANTOL’HOODIATA!!!.

La fotografia gioca un ruolo importante e sicuramente il color correction applicato aveva una funzione in principio ma ad un tratto credo se ne siano dimenticati perché perde d’importanza senza logica.

Gli effetti speciali sono curati da Sergio Stivaletti, il quale per una volta non vede svilito il suo lavoro da inquadrature troppo rivelatrici (CoffArgentoCoffCoff).

Un buon ritorno al genere per Avati che ci dimostra ancora una volta come la classe non la baratti con i mezzi in dotazione.

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