Recensione su Il Settimo Sigillo

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Come scrive Bergman ce n’è pochi / 8 Maggio 2020 in Il Settimo Sigillo

Pellicola senza tempo del maestro Ingmar Bergman che porta sul grande schermo il dramma teatrale, scritto dallo stesso Bergman, “Pittura su legno”, creando un’opera straordinaria e più attuale che mai.
Caratterizza da un’incredibile fotografia in B/N che fa del gioco di luci e ombre una delle sue caratteristiche più evidenti. Ineccepibile la sceneggiatura che critica aspramente la meschinità dell’uomo e descrive brillantemente la sua paura più recondita, quella della morte. La ricerca continua di un capro espiatorio per giustificare l’ingiustificabile, di “gettarsi nelle braccia dei preti” ogni qual volta la paura della fine si avvicina e dell’ipocrisia della guerra sono alcune delle critiche mosse all’umanità, raccontate con un’eleganza d’espressione e un’eloquenza che solo pochi altri cineasti ne hanno avuto la capacità nel corso della storia del cinema. Le ottime interpretazioni attoriali sono la ciliegina sulla torta di un’opera imprescindibile per chiunque si definisca un cinefilo.

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