22 Marzo 2015
(C’è poco da fare, Bergman mi piace proprio, mi piacerebbe anche se avesse girato il filmino di una prima comunione, quindi sono di partissima.)
Un cavaliere sfida a scacchi la morte per rinviare la sua dipartita dal nostro mondo: è l’espediente narrativo che permette a Bergman di accennare una riflessione tra l’uomo e il mistero, sia esso Dio, la morte o l’amore. Nella grezza e cupa ambientazione medievale gli attori si stagliano spigolosi, ruvidi, archetipici come arcaiche sculture lignee, e mettono in scena la fragilità e la limitatezza dell’essere umano di fronte alla Vita.
Recensione da Oscar
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