Il ragazzo invisibile

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Il ragazzo invisibile

Michele è un ragazzino timido e vessato dai bulli. Dopo una festa in costume disastrosa, Michele scopre di aver acquisito un insospettato superpotere: l'invisibilità. Ma da dove arriva questa peculiarità?
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: Il ragazzo invisibile
Attori principali: Ludovico Girardello, Valeria Golino, Fabrizio Bentivoglio, Noa Zatta, Christo Jivkov, Kseniya Rappoport, Assil Kandil, Filippo Valese, Enea Barozzi, Riccardo Gasparini, Vernon Dobtcheff, Vilius Tumalavicius, Vincenzo Zampa, Maria Sole Mansutti, Zita Fusco, Francesco Gusmitta, Alexandru Arabagi, Gabriele Benedetti, Win Jing Chen, Michelangelo Dalisi, Paolo Fagiolo, Aleksey Guskov, Franko Korošec, Branislav Martinak, Andrej Mavrochine, Vasco Mirandola, Matthew Dwyne Payne, Leonardo Pintar, Maria-Grazia Plos, Alessandro Quattro, Maurizio Rapotec, Stefano Rota, Laura Sampedro, Tommaso Torcello, Stefania Ugomari, Raicho Vasilev, Giorgia Vinci, Mostra tutti

Regia: Gabriele Salvatores
Sceneggiatura/Autore: Stefano Sardo, Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi
Colonna sonora: Ezio Bosso, Federico De Robertis
Fotografia: Italo Petriccione
Produttore: Nicola Giuliano, Francesca Cima, Carlotta Calori, Viola Prestieri
Produzione: Italia
Genere: Drammatico, Commedia, Fantascienza, Fantasy
Durata: 100 minuti

Dove vedere in streaming Il ragazzo invisibile

Disgusto / 22 Aprile 2019 in Il ragazzo invisibile

giudizio scontato viste le premesse, recitazione da cani, stereotipi da serial televisivo sulle reti RAI, un flop molto prevedibile e mi meraviglio abbiano girato il sequel.

Peculiare / 2 Gennaio 2018 in Il ragazzo invisibile

Dopo averne letto peste e corna, confesso che da Il ragazzo invisibile di Salvatores mi aspettavo qualcosa di classificabile come poco meno che inguardabile.
Invece, sono rimasta piacevolmente sorpresa da questo esperimento supereroistico italiano.
Come ci ricordano da tempo i Manetti Bros. e lo stesso Salvatores, già cimentatosi in diversi filoni cinematografici (la fantascienza con Nirvana, il noir con Quo vadis, Baby?, per esempio), come ha confermato Matteo Garrone con Il racconto dei racconti e come avrebbe dimostrato poco dopo l’uscita de Il ragazzo invisibile anche Gabriele Mainetti con Lo chiamavano Jeeg Robot, in Italia è possibile fare cinema di genere e d’autore senza che un fattore escluda l’altro.

Benché sovvenga in maniera quasi naturale, penso che sia un ragionamento un po’ troppo fine a sé stesso paragonare questi nostri film di genere con i blockbuster d’Oltreoceano, che si fanno forti non solo di budget inavvicinabili, ma, soprattutto, di una tradizione narrativa consolidata da decenni di pubblicazioni che hanno creato più multiversi collaudati, conosciuti e apprezzati.
Come già mi era accaduto col film di Mainetti, ho apprezzato questo lavoro di Salvatores per la sua capacità di restare distaccato dal prototipo statunitense, adoperandone sì i cliché narrativi di base (per esempio: U.R.S.S., esplosioni nucleari, mutazioni genetiche, ecc.), ma connotando il prodotto complessivo con tratti assolutamente personali.

Analogamente a quanto accaduto con Happy Family che, smaccatamente, richiamava l’estetica dei film di Wes Anderson riletta in salsa milanese, Il ragazzo invisibile cita apertamente il modello tradizionale del racconto di supereroi, calandolo in un contesto alieno e, a suo modo, esotico. L’ambientazione è italiana solo per via dei nomi dei personaggi, ma, per il resto (a dispetto del fatto che le coste triestine possano essere o meno riconoscibili), il film potrebbe essere ambientato ovunque. Non a caso le forze militari impegnate nella narrazione sono i poliziotti, presenti in qualsiasi Paese del mondo, e non gli onnipresenti (televisivamente parlando) carabinieri, quantomai nostrani.
Anzi, a mio parere, l’indeterminatezza geografica e culturale del film ne accresce le peculiarità e ne rappresenta un punto di forza.

La ricercatezza delle scenografie (volutamente a cavallo fra scelte di design contemporaneo e il modernariato), la lividezza della fotografia, la (calcolata o naturale, non importa) rigidezza degli attori, le loro esacerbate caratteristiche fisiche (la ragazzina protagonista ha un viso davvero particolare), le scene brevi e circoscritte… sono tutti fattori che concorrono a comporre una precisa linea stilistica, netta e riconoscibile che allontana il film di Salvatores dal mero intrattenimento cinematografico a tema supereroistico, per debordare in un alveo più sfaccettato e complesso, rivolto a una platea molto più articolata di quello che il genere stesso lascia presupporre.
Il ragazzo invisibile non è un film espressamente per ragazzini, benché i protagonisti siano tali, e non è un prodotto solo per adulti, né -soprattutto- per soli adulti avvezzi al mondo dei supereroi e/o della fantascienza. Salvatores si rivolge indistintamente a chiunque intenda dare uno sguardo al suo lavoro, non privilegia alcun target, e propone una storia di formazione che si avvale con efficacia di un elemento fantastico (o, meglio, fantascientifico).

A latere, un elemento interessante di questo progetto che, ultimamente, è stato ripreso anche da altre produzioni cinematografiche di genere italiane (lo stesso Jeeg Robot, Monolith di Ivan Silvestrini, per esempio), Salvatores (oltre a presagire la realizzazione di uno o più sequel) ha promosso alcune attività collaterali al film, come la pubblicazione di un fumetto a tema e l’organizzazione di un contest per scegliere i brani originali che avrebbero composto la colonna sonora.

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IL RAGAZZO INGUARDABILE / 22 Agosto 2016 in Il ragazzo invisibile

Spiace dover criticare un film del genere ma l’ho trovato davvero poca cosa. Quando sentii per la prima volta che c’era la volontà di portare in Italia un genere a noi poco consono ho pensato che finalmente si stava smuovendo qualcosa. Poi quando ho appreso che il superpotere del nostro eroe era L’invisibilità (il superpotere più vecchio della storia della narrazione mondiale) ho iniziato a storcere la bocca perchè sentivo che l’effetto novità stava svanendo.

Trama banalotta. La sceneggiatura è l’elemento più debole della pellicola di Salvatores (anch’egli non indenne da responsabilità) con battute prevedibili e veramente poco efficaci. La scena che veramente fa cascare le braccia è quella dell’altalena…qui la sospensione dell’incredulità viene messa a dura, durissima prova.

Gli attori si dividono in due categorie…adulti e ragazzini. Gli adulti se la cavano tra alti e bassi. I ragazzini hanno un livello da Ciak Junior e non possiamo certo fargliene una colpa…il problema è che sembrano non essere diretti da nessuno…i peggiori sono senza dubbio i due bulli…da strapparsi le orecchie.
Gli effetti speciali non sono il top di gamma, ma funzionano benone.
Film da sabato pomeriggio da alternare a quelli svedesi in estate.

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Se dopo 10 minuti continui a guardarlo, allora il supereroe sei tu. / 23 Marzo 2016 in Il ragazzo invisibile

Partendo da questa sorta di premessa, si può capire quanto poco di valido ci abbia trovato io in questo film.
A partire dalla trama, che cerca di fare l’occhiolino ai fumetti americani, senza considerare che alcune storie sono state un po’ riviste dagli anni 60 a oggi e invece il ragazzo invisibile…viene creato oggi ma con la stessa grossolanità che c’era in quegli anni lì.
Esplosioni nucleari in Russia, gente che vien fuori coi poteri…ovviamente un potere diverso per ogni persona, nonostante tutti siano sottoposti allo stesso trattamento. E’ la regola numero uno per entrare nel club dei Fantastici 4.
Uno deve allontanare il figlio dalla Russia per far sì che non venga trovato e dove decide di portarlo per “assicurargli una vita tranquilla”? In Italia…beh, grazie papà!
Un susseguirsi di stereotipi scontati sul genere che non sto nemmeno qui ad elencarvi perché se volete conoscerli allora dovete soffrire come ho sofferto io (di noia) nel vederlo.
Poi la chicca che strizza l’occhio, ancora una volta, ai film di casa Marvel: la scena (fin troppo lunga) post-finale, dove non si fa mistero che potrebbe esserci un seguito…Dio ce ne scansi!
Eh, in casa nostra si cerca di fare roba diversa ma poi si finisce sempre col pescare attori al canile e a renderci ridicoli in qualche modo…Bene la fotografia e credo pure che gli addetti si siano divertiti a girare questa pellicola.

Consigliato a: Nessuno. Cioè, perché mai dovreste voler vedere una cosa che cerca di far finta di differenziarsi dagli altri ma che alla fine riesce solo ad imitarli e anche male?
Se proprio si volesse vedere qualcosa che abbia a che fare con l’invisibilità suggerirei la visione di “Griff the invisible”. Non so quanto sia di facile reperibilità ma sappiate che col ragazzo invisibile non c’entra niente.

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C di Supereroe / 9 Dicembre 2015 in Il ragazzo invisibile

Stavolta Gabriele Salvatore si dedica a un film su un supereroe; dedicato più a un pubblico adolescente vista l’età del protagonista
ma godibile anche da parte degli adulti.
Inizio classico di un film di supereroi, con il protagonista Michele (il bravo Ludovico Girardello) ragazzino introverso e timido vessato da alcuni compagni di classe. E’ un ragazzo invisibile, ignorato in parte anche dalla madre poliziotta Giovanna (Valeria Golino); una sera dopo un’ennesima delusione, esprimerà il desiderio di essere invisibile e il mattino dopo il desiderio scoprirà di esserlo diventato veramente (anche se per altri motivi).
Film interessante, simpatico a tratti e abbastanza avvincente con la giusta dose di intrighi e misteri (la sparizione di alcuni compagni di Michele e le origini del “potere” di Michele).
Appena dopo la fine c’è un’importante scena che potrebbe dare luce a un seguito (che dovrebbe essere in lavorazione).

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