Recensione su Il ragazzo con la bicicletta

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Riprendo a pedalare / 24 Maggio 2011 in Il ragazzo con la bicicletta

Non importa quante delusioni, quanti tradimenti, quante botte ti può dare la vita. Alla fine ti rimetti in piedi e riprendi a pedalare. Il senso dell’ultimo, come sempre bellissimo, film dei Dardenne è nella profonda metafora che lega Cinema e Vita. Quasi a chiosare un’opera che, di titolo in titolo, ha raggiunto una maturità definitiva senza mai perdere di vista il nesso ontologico che anima i due termini e il rapporto che decidono di mostrare.
Un film antico (lo stile sembra essere sempre lo stesso, identificabile già dalla prima inquadratura; gli omaggi ai loro numi tutelari: Bresson e Truffaut molto evidenti) e al tempo stesso diverso rispetto ai film precedenti. A cominciare dal nuovo (ma non nuovissimo, già il cambiamento era ravvisabile ne L’ENFANT) modo di utilizzare il sonoro/musica (extradiegetico) e di dare al film una vera e propria struttura musicale.
I Dardenne non tradiscono. Mai.

Il mio 8 in realtà è un 8 e 1/2!

1 commento

  1. effeci / 24 Maggio 2011

    Il mio 8 in realtà è un 8e 1/2…

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