Recensione su Il ragazzo con la bicicletta

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Pinocchio / 5 Giugno 2011 in Il ragazzo con la bicicletta

I Dardenne rileggono pinocchio. C’è Cyril che ha una nervosa, istintiva, fanciullesca brama di affetto e che cerca insistentemente suo padre. C’è un incontro casuale con una donna che ha il dono di porgergli una vita migliore quasi per incanto. C’è un insieme di problemi in agguato e un lucignolo dietro l’angolo. E c’è lo sguardo dei Dardenne che girano intorno al vagare, in bicicletta, del ragazzino nello scontrarsi con il rifiuto del padre, con la solare volontà di questa donna che per lui invece tutto rinnega. Delicatissimo e, come sempre, diretto e crudo il film è stranamente appagante.
Fiammeggiante la maglietta di Cyril, mentre incespica in errori continui con una ingenuità davvero cristallina, mentre fa i conti con la figura del padre che vede in ogni uomo, rifiutandolo, e trova una sorta di incrocio fra la fata turchina e geppetto che lo sceglie, e si fa scegliere, e che, con saggezza piana, gli costruisce intorno un mondo normale.
Cyril impara lungo tutto il film, nelle sue relazioni il legame paterno continua imperterrito: senza dolersene causa la rottura fra Samantha e il suo compagno, figura maschile troppo ingombrante; si fa catturare dal criminale di strada che per età e sventataggine si avvicina al padre in maniera fortissima (Cyril ruba per lui senza nessun calcolo); paga sulla sua pelle il vero amore paterno che tutto fa, anche mentire, pur di salavre il proprio figlio. E per questa volta l’unica relazione senza nessuna ombra è quella di Samantha quasi precipitata da un altro mondo per lui.
Bello

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