Recensione su Il pianeta delle scimmie

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Uomini, scimmie ed eroi / 18 Agosto 2015 in Il pianeta delle scimmie

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Nell’anno di 2001, odissea nello spazio, il 1968, la fantascienza cinematografica si arricchisce con questo titolo, di un altro di quei titoli destinati a rimanere nella propria storia.
Personalmente giudico la pellicola un ottimo film di genere, ma considero il romanzo da cui è tratto nettamente superiore a questo e a tutti i film successivi tratti da esso.
Il film, diretto da Franklyn Schaffner e sceneggiato da Rod Serling, il creatore de “Ai confini della realtà”, che eliminò il tono satirico e parodistico del bellissimo romanzo di Boulle, rifiutò l’ambientazione metropolitana e tecnologicamente avanzata del testo originale (anche presumibilmente per motivi di budget) e verosimilmente creò il finalone scioccante e a sorpresa dove il protagonista (Charlton Heston), convinto fino ad allora di essere atterrato su un pianeta alieno, si rende conto invece di essere sulla Terra di un lontano futuro, trovandosi di fronte a ciò che resta della statua della libertà semidistrutta da una catastrofe nucleare (anche se per tutto il film non si stupisce che queste scimmie parlino un perfetto inglese, “piccola” pecca della sceneggiatura…).
Sorprendente il trucco delle scimmie, sopratutto per quei tempi, che permetteva agli attori di recitare e mostrare espressioni ed emozione anche sotto un pesante make-up.
Il film fu un clamoroso successo commerciale e fungerà da esempio per la futura fantascienza sociale degli anni ’70.

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