Il pianeta delle scimmie

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Il pianeta delle scimmie

Un gruppo di astronauti è costretto all'ammaraggio in un pianeta sconosciuto. Guidati da George Taylor, faranno la conoscenza di un mondo dove l'evoluzione ha visto il sopravvento delle scimmie, in grado di cavalcare, parlare ed usare armi, sul genere umano, ridotto in schiavitù e ormai dimentico dell'uso della parola.
paolodelventosoest ha scritto questa trama

Titolo Originale: Planet of the Apes
Attori principali: Charlton Heston, Roddy McDowall, Kim Hunter, Maurice Evans, James Whitmore, James Daly, Linda Harrison, Robert Gunner, Lou Wagner, Woodrow Parfrey, Jeff Burton, Buck Kartalian, Norman Burton, Wright King, Paul Lambert, Martin Abrahams, Army Archerd, James Bacon, Erlynn Mary Botelho, Priscilla Boyd, Eldon Burke, David Chow, Billy Curtis, Frank Delfino, Buddy Douglas, Chuck Fisher, William Graeff Jr., Lars Hensen, Irvin 'Zabo' Koszewski, Norma Jean Kron, Robert Lombardo, Jerry Maren, Cass Martin, Stephan Merjanian, Harry Monty, John Quijada, Smokey Roberds, Dave Rodgers, Jane Ross, George Sasaki, Felix Silla, Emory Souza, Dianne Stanley, Joe Tornatore, Mostra tutti

Regia: Franklin J. Schaffner
Sceneggiatura/Autore: Michael Wilson, Rod Serling
Colonna sonora: Jerry Goldsmith
Fotografia: Leon Shamroy
Costumi: Morton Haack
Produttore: Arthur P. Jacobs
Produzione: Usa
Genere: Fantascienza, Fantasy
Durata: 112 minuti

Dove vedere in streaming Il pianeta delle scimmie

Le bombe a mano / 4 Marzo 2018 in Il pianeta delle scimmie

50 anni fa usciva uno dei film più potenti, se non del cinema tutto, della fantascienza: Planet of the Apes, film sulla violenza e sul progresso, progresso che l’uomo non sa gestire senza autodistruggersi. Firmato Franklin James Schaffner (Patton; Papillon) il film vede Charlton Heston a bordo dell’astronave Icarus. Heston e l’equipaggio devono trovare una nuova Terra e fanno un viaggio spaziale di svariati secoli per trovare un nuovo pianeta da popolare.
Anni ’70 piena guerra fredda, anche se nel film non c’è traccia del conflitto fra le due super potenze, Heston sin dai primi minuti trova il pianeta ma ad attendere lui e il suo equipaggio sarà una bella ed inaspettata sorpresa.

PLOT TWIST che Manolo Notte Sciamala levati proprio perché fai ombra, il film è ancora oggi potentissimo. L’arrivo degli astronauti sul “pianeta” delle scimmie è ancora molto efficace: mette parecchio a disagio soprattutto quando compaiono le prime scimmie, a cavallo che danno la caccia ai branchi di umani. La sequenza conclusiva ha un grande, intenso momento cinematografico e che se ne dica mette ancora i brividi.
Ad averne di film così

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Uomini, scimmie ed eroi / 18 Agosto 2015 in Il pianeta delle scimmie

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Nell’anno di 2001, odissea nello spazio, il 1968, la fantascienza cinematografica si arricchisce con questo titolo, di un altro di quei titoli destinati a rimanere nella propria storia.
Personalmente giudico la pellicola un ottimo film di genere, ma considero il romanzo da cui è tratto nettamente superiore a questo e a tutti i film successivi tratti da esso.
Il film, diretto da Franklyn Schaffner e sceneggiato da Rod Serling, il creatore de “Ai confini della realtà”, che eliminò il tono satirico e parodistico del bellissimo romanzo di Boulle, rifiutò l’ambientazione metropolitana e tecnologicamente avanzata del testo originale (anche presumibilmente per motivi di budget) e verosimilmente creò il finalone scioccante e a sorpresa dove il protagonista (Charlton Heston), convinto fino ad allora di essere atterrato su un pianeta alieno, si rende conto invece di essere sulla Terra di un lontano futuro, trovandosi di fronte a ciò che resta della statua della libertà semidistrutta da una catastrofe nucleare (anche se per tutto il film non si stupisce che queste scimmie parlino un perfetto inglese, “piccola” pecca della sceneggiatura…).
Sorprendente il trucco delle scimmie, sopratutto per quei tempi, che permetteva agli attori di recitare e mostrare espressioni ed emozione anche sotto un pesante make-up.
Il film fu un clamoroso successo commerciale e fungerà da esempio per la futura fantascienza sociale degli anni ’70.

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Il pianeta delle scimmie / 30 Agosto 2014 in Il pianeta delle scimmie

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Un film grandioso, a tratti davvero cattivo (più dei recenti remake/prequel). Tratta temi davvero interessanti che diventano più fruibili e comprensibili per via del ribaltamento dei ruoli, dove la scimmia è la specie dominante. Nonostante il passare del tempo il trucco non risulta datato, la recitazione (soprattuto di alcune scimmie) è davvero notevole e il comparto audio è azzeccato. A chiudere la pellicola un finale che non lascia speranze al genere umano, crudo, triste e davvero toccante. Una pietra miliare del cinema di fantascienza.

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Fantascienza purissima / 23 Luglio 2013 in Il pianeta delle scimmie

E’ stato per lungo tempo uno dei miei guilty pleasures. Anni fa infatti non godeva di grande reputazione, se confrontato con i gioielli della sci-fi successiva; oggi viene riabilitato, complice il flop del pessimo remake firmato da Tim Burton. Provando a confrontare l’originale con la versione del 2001, infatti, si potrà considerare il paradosso che vede le moderne tecniche digitali – che hanno raggiunto livelli pazzeschi – soggiacere inesorabilmente al fascino della buona vecchia fantascienza di cartapesta (o quasi). Cioè, le atletiche super-scimmie di Burton risultano molto, ma molto più ridicole delle mitiche maschere di gomma del 1968.
L’incipit di questo film, i primi venti-venticinque minuti che vedono l’ammaraggio di Taylor e compagni e la loro esplorazione di una vasta landa desolata, sono da antologia, e incollano lo spettatore alla sedia; anche la caccia agli umani è strepitosa, pur con tutti i suoi manichini volanti dai dirupi e le manganellate palesemente rallentate.
Perfino i feticci lungo la Zona Proibita, quelle specie di spaventapasseri fatti a croce, riescono ad essere creepy, incutendo il giusto timore; c’è – come dire – la purezza della tensione.
La genuinità di una sci-fi priva degli inganni al visus moderno; non è roba d’antiquariato, demodé, datata etc., è piuttosto fantascienza purissima, incontaminata, seminale.
Charlton Heston, col suo torace villoso e il suo sorriso fatto di lisci sassi bianchi, è un semidio anche senza strafare con l’interpretazione; il ruolo gli è stato cucito addosso con perfezione, lui ci mette la barba, qualche salto e un paio di ceffoni, e il gioco è fatto.
Dulcis in fundo: indimenticabili le musiche di Jerry Goldsmith, con quel pianoforte rapido, percussivo, folle, e quel tamburo profondo e rimbombante.

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9 Maggio 2011 in Il pianeta delle scimmie

La scena finale non mi ha fatto dormire la notte, giuro.
Eppure era qualcosa di già visto in precedenza, la statua della libertà è stata bistrattata in milioni di film catastrofistici, ma quella scena mi ha inquietato nel profondo.