Recensione su Il Padrino - Parte II

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16 Novembre 2013

Il capolavoro di Francis Ford Coppola.
Un sequel che riesce a superare il primo film della serie è caso più unico che raro nella storia di Hollywood. E con Il padrino parte II Coppola supera nientepopodimenochè un filmone come Il padrino.
Se sul primo capitolo della trilogia sembrava aleggiare un non so che di imperfetto, che non consentiva di acclamarlo come capolavoro, con la parte II siamo di fronte a qualcosa di pressochè perfetto, un intreccio straordinario di virtù cinematografiche.
– La regia di Coppola, magistrale.
– La fotografia, a tratti esaltante, di Gordon Willis, che firmerà l’intera trilogia (oltre ai maggiori capolavori di Woody Allen).
– La bellissima colonna sonora di Nino Rota e Carmine Coppola (sebbene riproponga principalmente i noti motivi del primo capitolo della serie).
– La sceneggiatura di Puzo e Coppola, con i continui salti temporali tra la genesi della famiglia e il resoconto di un ineluttabile declino della stessa.
– Gli attori. Si incontrano, senza mai incrociarsi, due mostri sacri della recitazione: il gelido Al Pacino, che ripropone un’interpretazione all’altezza del primo episodio, e il serafico De Niro, che dona una delle interpretazioni più belle della storia del cinema, lo dico senza timore di esagerare. Il suo Vito Corleone è quanto di più vicino alla perfezione ci possa essere (grazie anche all’aiuto del doppiaggio straordinario di Pino Colizzi). Un’interpretazione capace di far dimenticare quella pur magistrale di Marlon Brando, che alla luce del Vito Corleone di De Niro non può che tornarci alla mente come un qualcosa di costruito, privo della naturalezza che ci mette il grande Bob (“La spontaneità è una posa difficilissima da tenere” diceva Oscar Wilde).
E che dire della scena finale: se ne Il padrino Coppola aveva riservato agli ultimi istanti il maggior virtuosismo della pellicola, nella parte II il regista si supera, con un lungo primo piano sul viso scosso e invecchiato di Michael, supportato da un silenzio mai così frastornante. Una scena che provoca un intenso brivido alla schiena.
Due monumenti, Al Pacino e De Niro, tanto da far passare in secondo piano due ruoli tutt’altro che secondari quali quelli di Tom Hagen e di Kay, interpretati straordinariamente da Robert Duvall e da una convincente Diane Keaton.
Il vero quid di questa pellicola è proprio la narrazione della giovinezza e della storia di Don Vito, scene che donano al film un carattere di epica familiarità, di rassicurante serenità.
Un’evoluzione in chiave epico-romantica del neorealismo che lascia estasiati.
Nel resoconto delle vicende della famiglia Corleone c’è anche spazio per un continuo richiamo alla storia, ad alcune vicende del dopoguerra che direttamente o indirettamente incidono sugli eventi: la rivoluzione cubana, soprattutto, che rovina gli affari americani a L’Avana, tra cui proprio quelli dei Corleone. Alcune scene, inoltre, sembrano richiamare fatti storici come fonte di ispirazione cui Puzo ha probabilmente attinto: la strage di Portella della Ginestra, l’assassinio di Lee Harvey Oswald.
Una meritata pioggia di oscar, ma soprattutto un capolavoro intramontabile e indimenticabile.

7 commenti

  1. Bisturi / 16 Novembre 2013

    In effetti questo può essere considerato, lo dico spesso, un sequel ‘quasi’ superiore al’originale. Dico quasi non perchè non lo sia, ma perchè nel primo possiamo vedere duettare attori quali Marlon Brando, sempilicemente iconico e titanico nel ruolo di Don Vito, ed Al Pacino, in un’interpretazione unica, per me superiore alla sua performance nel Padrino II. Io li metto sullo stesso piano per ragioni di cuore, ma non faccio fatica a capire il tuo punto di vista, Il Padrino II è perfetto ed emozionante.

  2. alex10 / 16 Novembre 2013

    effettivamente il valore del film è anche e soprattutto frutto della bravura degli attori…e poi, per carità, giù il cappello anche verso tutto il resto….coppola ha fatto un vero capolavoro…stilisticamente perfetto !!!
    il primo forse mi è piaciuto di più però concordo, film gangster di questo livello oggigiorno non ne fanno.

  3. hartman / 16 Novembre 2013

    Stiamo parlando di due filmoni, ma ciò che mi porta a ritenere il secondo superiore al primo è essenzialmente la parte di Vito giovane e l’interpretazione immensa che ne fa De Niro.. Nel primo Brando è grandissimo, ma la differenza è che lui fa Vito Corleone, è impostato, costruito, per quanto il risultato sia ottimo, mentre De Niro non sembra neanche che stia recitando, è qualcosa di sensazionale..

    • alex10 / 16 Novembre 2013

      beh però per me il padrino è il film gangster per antonomasia !!! cioè, il migliore di tutti !!!!!! e a dirti la verità preferisco l’interpretazione di Brando 😀

  4. michidark / 21 Dicembre 2013

    Meglio il primo, molto più coeso. Il secondo ha dei momenti di ridondanza dati dai drammoni famigliari che narrativamente sanno un po’ di stantio (tutta la parte con Fredo, la sorella che non può risposarsi,…) . Stupendo anche il 2, sia chiaro, ma il primo è narrativamente superiore.

  5. hartman / 24 Dicembre 2013

    Beh il primo è indubbiamente più coeso, già solo per il fatto che la parte II è una continua alternanza tra il presente di Mike e i flashback con la storia della infanzia e gioventù di Vito…
    Parte che, mi ripeto, da sola fa assurgere il film al rango di capolavoro

    • Bisturi / 24 Dicembre 2013

      Il due, possiamo dire, è quasi anche un film di storia politica recente, basti guardare la presa di potere di Fidel castro a Cuba sul dittatore Batista. Le storie della malavita si intrecciano con l’evoluzione politica e i cambiamenti storici. Un grande film, complesso e più articolato del primo, ma il primo è il primo, più asciutto e lineare senza dubbio. Il due è gigante e più sociologico!

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