Recensione su Il nome della rosa

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Non è il romanzo ma si lascia guardare / 21 Marzo 2018 in Il nome della rosa

È sempre difficile trasportare un romanzo sul grande schermo, soprattutto quando si tratta di un capolavoro come “Il Nome della Rosa” di Umberto Eco.
Questo film di Annaud non supera assolutamente in bellezza il magistrale libro di Eco(la raffinata struttura narrativa e le eccelse descrizioni filosofiche/culturali sono impossibili da trasporre su uno schermo) ma devo dargli merito di avvicinarglisi parecchio.
Un film misterioso come i volti che si nascondono sotto i cappucci delle tuniche dei frati, agghiacciante come il sangue sparso dalle vittime del misterioso assassino del monastero, ameno come lo sono gli ambienti ricreati dal bravissimo scenografo Dante Ferretti, inquietante come la splendida fotografia di Tonino Delli Colli che con maestria rende l’ambiente in cui si muovono i personaggi un vero teatro medioevale in cui la fede rappresenta il movente che spinge a uccidere e la ragione è la virtù dei forti che hanno la facoltà di sconfiggere il male.
Ovviamente il romanzo è tutt’altra cosa, impossibile negarlo ma il film rimane comunque un ottimo prodotto, elegante, raffinato e ben diretto.

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