Recensione su Il mio nome è Nessuno

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23 Maggio 2015

Prodotto da un Sergio Leone che aveva già sfornato 6 dei suoi 7 capolavori da regista (C’era una volta in America arriverà nel 1984), questo film del 1973 rappresenta un ponte tra lo spaghetti western inventato da Leone stesso (con la celebre Trilogia del dollaro) e il western comico e pasticcione dei due Trinità, che qualche anno prima avevano sbancato ai botteghini proponendo una nuova variante made in Italy di un genere che sembrava aver detto tutto, e che invece nelle sapienti mani dei cineasti italiani stava trovando nuova linfa.
Il mio nome è nessuno è, da un lato, un western scanzonato e moderatamente allegro (soprattutto nel personaggio di Terence Hill); dall’altro è un film del filone nostalgico, già esplorato da Leone con il mitico C’era una volta il west (il fattor comune è in questo caso Henry Fonda).
Il risultato è un film soltanto discreto, ma piacevole e ben diretto dal gregario Tonino Valerii.
Si sente l’assenza accanto a Terence Hill di un comprimario “di peso” come Bud Spencer (che pare non piacesse a Leone).
Nel segno della continuità le musiche di un ispirato Ennio Morricone, che oltre a un piacevolissimo motivetto guida, propone un ricercato tema sonoro per le galoppate del “mucchio selvaggio” che prende in prestito, più di un lustro prima di Apocalypse now, la Cavalcata delle Valchirie di Wagner, rivisitata in salsa western.

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