Recensione su Il marito della parrucchiera

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19 Maggio 2012

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

(Sei stelline e mezza)

Una metafora onirica sull’amore esasperato, intenso e totalizzante tra due individui.
Per quanto ne abbia apprezzato la fotografia, la scenografia, l’estetica in generale e le interpretazioni (Rochefort ha un viso stupefacente, la Galiena è IL corpo, lontanamente felliniano, materno, morbido, accogliente), al contrario non ne ho amato molto il versante smaccatamente metaforico (si tratta di un mio limite, ne convengo).

Leconte, alter-ego di Antoine (e viceversa), accarezza delicatamente con la macchina da presa la Galiena come (azzardo!) Hitchcock sapeva fare con Ingrid Bergman: ho ravvisato piacevomente lo stesso tipo di adorazione, esaltato da una luce spiovente, dorata, che incede più volte teneramente sui suoi capelli e sulle sue carni. Un vero atto di devozione all’essenza femminina di questa bella attrice.

Però, l’addio improvviso di Mathilde, segnato da uno scarto di ritmo improvviso, mi ha fatto sussultare, mi ha intristita improvvisamente: la paura (ir)razionale della fine della letizia può gettare nell’abisso.

4 commenti

  1. schizoidman / 20 Maggio 2012

    Forse nel finale, quando arriva la svolta melodrammatica, c’è un cambio di tono un po’ troppo brusco e repentino, ma il film rimane comunque molto gradevole. L’interpretazione di Jean Rochefort, poi, è straordinaria.

  2. Stefania / 20 Maggio 2012

    @schizoidman: già, la “svolta” è davvero improvvisa. Non del tutto inaspettata (perlomeno, un pochino subodoravo: troppa malinconia, in quella donna), in realtà, ma è molto brusca. Rochefort mi piace moltissimo: di film in film, lo apprezzo sempre di più.

  3. schizoidman / 22 Maggio 2012

    In effetti, dato il suo carattere triste e malinconico, si poteva sospettare che Mathilde facesse una fine tragica… Quanto a Jean Rochefort, credo che non ci siano dubbi sulla sua bravura. Sempre sotto la direzione di Patrice Leconte, era grande anche in “L’uomo del treno” (ottimo film, tra l’altro), dove con Johnny Hallyday formava una coppia formidabile. Una dozzina di anni fa, Rochefort avrebbe dovuto vestire i panni di Don Chisciotte in un film diretto da Terry Gilliam, ma purtroppo, a causa di problemi vari, l’ex Monty Python non è riuscito a portare a termine il suo progetto. Peccato, perché l’attore francese sarebbe stato perfetto per interpretare il personaggio nato dalla penna di Cervantes. Un saluto.

  4. Stefania / 23 Maggio 2012

    @schizoidman: oh, sì: L’uomo del treno mi è piaciuto davvero molto, bravissimo Rochefort, bravo anche Halliday, così -diciamo- ermetico.
    Ho “conosciuto” Rochefort anni fa, proprio grazie a Lost in La Mancha di Gilliam: che bel film, mi affascinò tantissimo conoscere il “dietro le quinte” di una produzione del genere, con tutta quell’attenzione alla scenografia e all’aspetto immaginifico della storia 😉 Chissà che film ne sarebbe venuto fuori, non ci crederai ma ci ho pensato spesso 😉

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