Recensione su Il Grinta

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Western moderno / 20 Febbraio 2011 in Il Grinta

A mio avviso, i fratelli Coen stanno rivelando un talento che inizialmente non avevo capito. Il remake del “Grinta” è una bella prova, che si differenzia dal precedente “Non è un paese per vecchi”, conservandone tuttavia lo spirito violento e truce. Anche in questo caso, ad opporsi al male è uno sceriffo dai principi solidi (seppur ben annaffiati di whisky) e dai modi spicci. Jeff Bridges si conferma uno dei migliori attori del momento e re-interpreta alla perfezione il ruolo che valse l’oscar a John Wayne, senza scopiazzature, ma reinventando un personaggio che, al di là dei modi burberi, si trova a compiere un viaggio in un territorio selvaggio in compagnia di una ragazzina fin troppo matura e determinata per la sua età. Il grande protagonista è però lo spietato West, fonte di ispirazione per tanti, che qui diventa motore del processo di crescita della giovane, che desidera giustizia ad ogni costo. Quello descritto dai Coen è un mondo duro, con personaggi come il medico errabondo vestito di pelli d’orso che raccatta cadaveri per estrarne i denti, sperando di vendere il resto, e che ricorda vagamente “La strada” di McCarthy (autore, neanche a farlo apposta de “Non è un paese per Vecchi”). La giovane protagonista lascia a casa mamma e fratellini ed affronta di petto questo mondo crudele, senza lasciarsi scoraggiare, affrontando trattative fraudolente con personaggi disposti solo ad approfittarsi della sua giovane età, prima di partire per un viaggio con due compagni che non dimenticherà tanto facilmente e che inizieranno a stimarla a loro volta.
Il Grinta, secondo me, è una buona metafora per descrivere il mondo di oggi, che non si dimostra meno violento del vecchio West e che richiede ai ragazzi di maturare prima del dovuto.

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