Uno sparo nel buio / 19 Febbraio 2011 in Il Grinta
Nascosti fra le righe di un buonismo Capriano, dove anche il cattivo sdentato ha un flavour edulcorato ed un sorriso sulle labbra, i Coen estraggono la Colt, ma l’unico a sparare veramente, alla fine della fiera, è solo Bridges. Mastodontico nel suo gestire una versione di Wayne metà jack Sparrow e metà Drugo, riesce a sopraffare un film che di spunti positivi non ne possiede poi tanti. I due Coen sembrano voler rimanere legati, per riverenza verso un genere che ha fatto la storia del cinema americano, alla tradizione, e quindi non osano più di tanto, volutamente impiastrati di colori tenui che peró non fanno altro che rendere piatta la fotografia sia materiale che psicologica di un west depresso. Niente colpi di genio, quindi, ma una narrazione che si tiene in piedi grazie, lo ripetiamo, ad uno straordinario Bridges ed a un’ottima interpretazione della Stainfeld. Anche Damon, pur piegandosi alle dicotomie del personaggio, non risulta del tutto convincente. Una cosa è certa: questo remake ti fa venire la voglia di gustarti Hathaway e il 1970.

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