Recensione su Il grande freddo

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Quando persi i contatti con voi, persi il senso del mio avvenire, forse questo è accaduto ad Alex, ci aspettavamo qualcosa l’uno dall’altro allora, ne avevamo bisogno… / 9 Agosto 2019 in Il grande freddo

Un gruppo di amici sessantottini si rincontra dopo molto tempo perché un membro della compagnia si è suicidato senza alcun apparente motivo. Inevitabilmente si ritroveranno a dover fare i conti con la propria vita, con le persone che erano in passato e con che cosa sono diventati adesso. Un tempo la proprietà era un furto, un tempo volevano aiutare i ghettizzati e cambiare la società. Ora hanno fatto i soldi e si ritrovano a vivere il sogno reganiano edonista. La loro amicizia in passato era vissuta nella bambagia e nel sogno, ed ha dovuto fare i conti con il mondo adulto gelido e spietato.
I personaggi sono descritti nei dettagli con grande cura, interpretati da attori eccezionali che riescono a ricostruire l’atmosfera di un’amicizia senza condizioni ma allo stesso tempo fallimentare, perché funzionale solo in un ambiente protetto.
C’è la coppia felice di Harold e Sarah, quella responsabile e che non ha trovato apparentemente alcun problema nella vita adulta. C’è Nick, cinico e disilluso dopo il Vietnam, Karen la bella del gruppo minata da un infelice matrimonio fatto di compromessi, Sam l’attore venduto insofferente alla propria condizione che si ritrova a gestire sentimenti non detti e irrisolti con Karen proprio come due ragazzini gettati bruscamente nel mondo degli adulti. Jeff Goldblum interpreta Michael il giornalista, acuto e con i piedi per terra, e poi Meg l’avvocato idealista sceso a compromessi che ora desidera dalla vita diventare madre. E poi Chloe, la ventenne compagna di Alex strana e svampita, in prima battuta noncurante e poi solo in seguito tenera e fragile.
Tra di loro giganteggia la figura di Alex, che nessuno sembra aver conosciuto a fondo, davvero, un personaggio scritto bene nonostante sia solo nominato e non compaia mai nello schermo.
Trascorreranno il weekend restaurando subito quel tipo di confidenza e di spensieratezza che li caratterizzava al college. Ricreano quell’ambiente protetto, affettuoso e disinteressato, seppur non privo di attriti e di non detti. Un grande capolavoro troppo poco spesso nominato. Un film dalle battute preziose, necessarie, senza una virgola fuori posto, piacevole e amaro che scorre con facilità. Lo stratagemma di sceneggiatura poi del rincontro dopo tanti anni credo sia un canovaccio poi ripreso nel cinema centinaia di volte nei secoli dei secoli amen, anche se raramente con gli stessi felici risultati.

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