Il figlio di Babbo Natale

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Il figlio di Babbo Natale

Babbo Natale rientra alla base dopo aver consegnato i doni a tutti i bambini del mondo. Quando il figlio Arthur scopre, però, che una bimba è stata dimenticata, parte insieme al nonno e a un elfo per consegnare il regalo non recapitato, in una rocambolesca corsa contro il tempo.
Anonimo ha scritto questa trama

Titolo Originale: Arthur Christmas
Attori principali: James McAvoy, Hugh Laurie, Bill Nighy, Jim Broadbent, Imelda Staunton, Ashley Jensen, Marc Wootton, Laura Linney, Eva Longoria, Ramona Marquez, Michael Palin, Sanjeev Bhaskar, Robbie Coltrane, Joan Cusack, Rhys Darby, Jane Horrocks, Iain McKee, Andy Serkis, Dominic West, Peter Baynham, Cody Cameron, Kevin Cecil, Kevin Eldon, Rich Fulcher, Bronagh Gallagher, Pete Jack, Danny John-Jules, Emma Kennedy, Stewart Lee, Seamus Malone, Kris Pearn, Alan Short, Sarah Smith, Adam Tandy, Ryan Patrick Donahoe, Finlay Duff, Rich Hall, Clint Dyer, Donnie Long, Jerry Lambert, Deborah Findlay, David Schneider, Ian Ashpitel, Julia Davis, Kerry Shale, Tamsin Greig, Alistair McGowan, Mostra tutti

Regia: Sarah Smith
Sceneggiatura/Autore: Sarah Smith, Peter Baynham
Colonna sonora: Harry Gregson-Williams
Costumi: Yves Barre
Produttore: Peter Lord, David Sproxton, Steve Pegram, Carla Shelley
Produzione: Usa
Genere: Famiglia, Animazione
Durata: 97 minuti

Dove vedere in streaming Il figlio di Babbo Natale

E poi c’è un babacio di Shaun the sheep / 16 Agosto 2015 in Il figlio di Babbo Natale

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

L’idea di base è fare della babbonatalità una monarchia ereditaria, e infatti tutto è assai british ma non troppo, e infatti-due si tratta di una coproduzione tra la big multinazionale e gli studi britannici da dove erano usciti Wallace&Gromit e discendenti. Detto quanto gongolo per il fatto che guardo film sul Natale praticamente a ferragosto (e viceversa, ma i film sul ferragosto sono di meno), si parte da un villaggio scottish dove una bimba invia una letterina a Natale Babbo. Seguendola (la lettera, non la bambina), arriviamo al Polo Nord, dove Arthur, il figlio di Babbo Natale, risponde alle letterine. E lui ci crede in Babbo Natale. Fatto sta che però il Natale si è ormai ingegnerizzato al passo coi tempi, e il fratello maggiore Steve coordina le operazioni da una sala comando futuristica, mentre sul campo la slitta è stata sostituita da una navicella e da un milione di elfi che aiutano il Babbo in carica, ormai vecchio e obeso e stanco, nella distribuzione. Completano la famiglia la moglie, molto british-nanny, di Babbo e il babbo di Babbo, che era il Babbo precedente. Una famiglia dove dire non è fuoriluogo: sei un babbo!
Ehm, vabbè, insomma che nella catena di montaggio che è diventato il Natale Arthur trova la falla, un regalo non è stato consegnato. Nonostante il parere contrario di Babbo e Steve, parte col nonno un po’ sciroccato e la slitta, per compiere la missione prima dell’alba del sorgere.
Non ci sono i cattivi qui, né lassù, ma debolezze famigliari e tipi umani, senza sfociare in Shakespeare. Steve vuole che arrivi il suo momento, Babbo non si rende conto di dover andare in pensione, Arthur è ipocondringenuopollo ma è l’unico che vede e irradia ancora i valori del Natale oldstyle. La consegna dei regali in apertura è la preferita mia parte, sto eccedendo con questi capovolgimenti, e segue incruenta l’iconografia cinematografico-militare americana, con ritmi e stilemi a cui sono ormai i bambini americani abituati, uomo (elfo) a terra, ritirata, coprimi, passo e chiudo ecc. Manca solo, per ovvi motivi, il ritorno della bara con bandiera e saluto. Sono tanti i personaggi a sostenere il ritmo, gli elfi sono simpatici come umpalumpa e si scende a collorotto verso la ricomposizione familiare, dove il sotteso è che non importa se come ieri o oggi, o con la slitta o il Millennium Falcon, ma quando arriva il Natale arriva per tutti.

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Per famiglie / 21 Febbraio 2012 in Il figlio di Babbo Natale

Carino. Si sorride spesso. Ma il doppiaggio è vergognoso!

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