28 Recensioni su

Il discorso del re

/ 20107.71142 voti

Meraviglioso / 21 Febbraio 2016 in Il discorso del re

La storia di come Giorgio VI, Re d’Inghilterra riesce a superare il suo grave problema di balbuzie. Detto così, non sembra niente di particolare e invece siamo di fronte ad uno dei migliori film degli ultimi anni. La trama segue Giorgio VI, affetto pesantemente nella sua vita dal suddetto problema, in varie fasi della vita. L’incontro con l’eccentrico ma geniale logopedista Lionel Logue, con in quale, col trascorrere del tempo stringerà una vera e forte amicizia, gli cambierà la vita. Da segnalare nel corso del film la rappresentazione di vari eventi che hanno delineato la vita di Giorgio, come l’abdicazione del fratello (e la sua nomina a Re) e la dichiarazione di guerra alla Germania nazista (il famoso “Discorso del Re”).
Tecnicamente, il film è davvero stupendo, con grande cura nei dettagli ed un’ottima ricostruzione storica. Il cast è straordinario, è quasi inutile sottolineare la bravura di Colin Firth; anche Geoffrey Rush è fantastico.
Un film che chiunque dovrebbe vedere, sicuramente uno dei più belli degli anni 2000.

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Mah…. 5 / 14 Dicembre 2015 in Il discorso del re

Insomma, credo che la critica lo abbia elogiato troppo per quello che in realtà è.
Un film tra la commedia e il dramma, tra la storia e la guerra, con personaggi pomposi (di discreta bravura però, come per Firth o Rush!) ma che nonostante tali talenti questa pellicola mostra un bel tratto di storia, colorato da questa piccola vicenda personale, che riempie il tutto ma senza dire niente.
Forse è stato pompato per via degli Oscar, ma in quell’anno avrei preferito “Inception” o anche “Il Cigno Nero” come miglior film. Ma non questo.
5. Sarei salito a 6 se avessero curato di più quell’aspetto che sembra mancare.

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Il discorso di Bertie / 20 Luglio 2015 in Il discorso del re

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Questo film di primo acchito può sembrare noioso e ruffiano. Noioso per via delle scenografie rigide e distaccate, e per l’atmosfera fredda che lascia percepire per tutta la sua durata. Può sembrare ruffiano perché sembra quasi un elogio alla nazione e a re Giorgio VI, un’immagine maestosa della monarchia e del nazionalismo.
Fortunatamente non è né l’uno né l’altro.
La noia iniziale viene subito spezzata dalla conoscenza del personaggio di Lionel, interpretato da Geoffry Rush. Lionel con i suoi metodi anticonvenzionali e la sua sottile ironia allontana subito il film dalla noia e lo rende piacevole. Da notare come i colori dello studio di Lionel siano poi quelli che allestisce allo studio della radio. In secondo luogo, questo film è tutt’altro che ruffiano. Infatti dietro la facciata costruita dai personaggi dei sovrani Giorgio VI e Elisabetta la regina Madre, si nasconde la feroce critica al tradizionalismo. Quel tradizionalismo che rende Bertie incapace di parlare. Che lo rende incapace di esprimersi perché a passato tutta la vita a essere represso. La vita regale lo ha schiacciato . Lo ha costretto a cambiare, lo ha smussato e gli ha tappato la bocca. E’ la tradizione che lo ha reso muto, ed è l’anticonformismo a salvarlo. Fu la novità a renderlo un grande re.
E il discorso che fece è lo stesso che possiamo sentire per pochi momenti su Imitation Game. Il discorso che passò alla storia. E fu fatto da un insicuro, incompreso re balbuziente.
Oscar meritatissimo a Colin Firth, attore che fino a ora è sempre stato confinato a ruoli simili a Darcy di Orgoglio e Pregiudizio.

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16 Settembre 2014 in Il discorso del re

Non so se per colpa del periodo o proprio del film, ma ahimè mi sono addormentata mentre lo vedevo, quindi non ci ho capito granché… In ogni caso trovo significativa questa cosa, perché non mi capita molto spesso, forse effettivamente non mi ha colpita il film

7 Febbraio 2014 in Il discorso del re

Uno dei migliori film usciti in questi anni.
Da vedere in lingua originale ed eventualmente rivedere, la recitazione è veramente da manuale, la fotografia è curatissima e la narrazione riesce a rendere leggero un tema – lezioni di dizione – che avrebbe potuto risultare estremamente noioso.
Dieci perché non saprei cosa chiedere di più a questo film.

19 Aprile 2013 in Il discorso del re

Vale la pena di vederlo. Premi meritatissimi.

16 Marzo 2013 in Il discorso del re

Film che non mi ha lasciato dentro nulla.
Indubbiamente dal punto di vista tecnico è a dir poco perfetto (la scenografia è degna di nota così come lo sono i costumi), ma ho trovato il tutto tremendamente lento e monocorde(devo ammettere con estrema sincerità che per buona parte della visione ho fatto davvero fatica a tenere gli occhi aperti).
Niente pathos, niente sentimenti, niente emozioni, nulla di nulla, l’unico aspetto che salvo è l’ottima interpretazione degli attori(un magistrale Colin Firth su tutti) ma da qui a definirlo capolavoro ce ne passa.
Film decisamente sopravvalutato e una mezza delusione per la sottoscritta.

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Mio il castello, mie le regole / 14 Marzo 2013 in Il discorso del re

Film bello, per nulla stucchevole o lezioso, dove i problemi di balbuzie di Bertie – futuro re Giorgio VI – fungono da corollario a quella che, più in profondità, è l’evoluzione di una personalità che si districa attraverso un percorso bellicoso e difficile con se stessi, e quindi con il mondo.

Bellissimo il finale discorso del re, dove Bertie formula e scandisce le parole come attraverso un walzer che solo la sua testa può sentire, e che lo aiuta a non arenarsi di fronte ad esse.
Bello l’accostamento ossimorico del comizio di Hitler, così perfetto ed invincibile nella Forma, con i primi tentativi fallimentari di Bertie di fronte al suo popolo.
A dimostrazione ancora una volta, se ve ne fosse bisogno, che bellezza quasi mai coincide con ragionevolezza.

Non dimenticherò mai le ultime due inquadrature del film: lo sguardo indescrivibile di Colin Firth verso la sua gente subito dopo il comizio che lo ha reso vittorioso di fronte a se stesso e, immediatamente dopo, quello di Lionel Logue verso di lui.
il salvatore ed il salvato, in un’unione inossidabile.

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4 Febbraio 2013 in Il discorso del re

Bertie è afflitto da una grave balbuzie e suo malgrado è obbligato a tenere dei discorsi in pubblico o alla radio, per cui il giovane sovrano deve trovare un rimedio alla sua malattia. Si imbatte così nei metodi anticonvenzionali di Lionel e tra i due nasce una splendida amicizia.

Potrà essere un po’ lento, ma ne vale la pena, per i due attori principali, per gli esercizi davvero assurdi che Lionel propone, per la dedizione della moglie di Bertie e per altro ancora che non rivelo per non spoilerare la trama.

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13 Gennaio 2013 in Il discorso del re

Tradizionale e totalmente incentrato su un eccezionale cast. Un bel prodotto, decorato con la giusta dose di ironia, che lascia però poca voglia di una seconda visione (principalmente a causa del tema) se non per tastarne il vero potenziale in lingua originale, influente più che in altre pellicole.

22 Dicembre 2012 in Il discorso del re

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Beh, My Gosh!
Ci stava dentro, speravo meglio, voglion dargli degli oscar bah.
Il re futuro Giorgio num. 6 balbetta (per tutto il film, che palle), e per un wannabe king è un po’ un problema. E la moglie, che è la tipa di Timmy Burton, gli trova un logoterapeuta che è così bravo e poco ortodosso e simpatico e guizzo e sagace e australiano, e ha sempre della carta da parati davvero orribile. Basta, alla fine Giorgione diventa re al posto del fratello che abdica, e riusce a dichiarare guerra alla Germania nazista per radio ecc.
Per quanto tutto fosse ben fatto e condotto, la storia è sempre la stessa, personaggio con ostacolo psico/fisico da superare che combatte e alla fine lo vince. Basti dire, e mi è parso inquietante, che sembrava una puntata di Made, quella roba che c’era su Mtv dove delle meravigliose ciccione venivano fatte sputare sangue e adipe perché desideravano tanto far le cheerleader. Lancia in aria la cicciona, yeeeee.
Il resto, l’ambientazione di corte inglese, la palliderrima Helena B-C, che se la vedono gli Acchiappafantasmi se la risucchiano, Churchill che sembrava un ca**o di mastino brontolone da cartoni animati, tutto molto azzeccato. Del resto gli inglesi quando parlano della loro fuckin monarchy la prendono fin troppo sul serio. E si sente, nel film, lo spirtito, I mean, ho tipo fuckin pianto a un certo punto, e non stava succedendo un cazzo, non ricordo cosa ci fosse. Ma era tutto così “Oh Altezza Reale, Lei qui, che onore!” *_*
No, eh ma lo so che son cazzate, ma che ti devo dire, erano ben disposte sulla scacchiera.
Però vabbò, se vogliamo stare a ripeterci la stessa storia all’infinito facciamo pure. Del resto si sa, che tutte le storie non sono che declinazioni di un’unica storia.
Scena iniziale con Giorgio VI, non ancora Giorgio VI, che deve parlare per radio. Ma non ce la fa. Ma ora io mi domando: ma perché ca**o devi mandare un balbuziente a parlare per radio se sai che non ce la fa? Lo vedi che i monarchi son stupidi?
É come… per esempio: se noi si sapesse che la regina Elisabetta alle 12 di ogni giorno squirta violentemente e fortissimo, un fiotto, un getto potentissimo come un idrante che la fa decollare a 3 metri da terra, manco fosse un razzo, devono mettere i materassi al soffitto per far sì che non si faccia male. E quando è all’aperto usare una rete per prenderla. Ecco, se lo sai, NON la mandi, la stracazzo di regina Elisabetta, a fare, che minchia ne so quelle robe che fanno questi simulacri defunti di istituzioni medievali, a inaugurare gli orfanatrofi, alle 12. Ce la mandi un’altra volta! Ci mandi qualcun altro! Guarda, ci vado io!
Mi fanno spazientire U_U
Era solo per rimarcare che la monarchia mi sta sul ca**o quanto la chiesa. Solo che a noi è rimasta solo la seconda, e quindi con la prima non capita quasi mai di prendersela. Mentre invece va fatto, ed è buono e sano. Infatti il mio fb mi consiglia di diventare amico di Emanuele Filiberto -.-‘

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29 Ottobre 2012 in Il discorso del re

La storia (vera) della grave forma di balbuzie nervosa che afflisse la vita del Duca di York poi diventato re Giorgio VI d’Inghilterra e della sua amicizia con Lionel Logue , il suo logopedista, in un film magistralmente diretto da Tom Hooper , già apprezzato regista di Elisabeth I .
La spettacolarità di alcune inquadrature , l’ottima sceneggiatura impreziosita da una fotografia splendida e da una colonna sonora eccellente , sarebbero già motivo sufficiente per raccomandarne la visione, ma le interpretazioni di Colin Firth , di Geoffrey Rush (così bravo solo in Shine) e della bravissima Helena Bonham Carter , lo rendono assolutamente imperdibile.

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27 Giugno 2012 in Il discorso del re

Duca di York futuro re Giorgio VI con grandi problemi causati dalla sua tremenda balbuzie già da piccolo. Con grande sforzo e lavoro riuscirà, ovviamente, a vincerla grazie ad un logopedista non ufficiale. Spaccato di storia regale inglese in cui il padre della nostra conoscente Regina Elisabetta. Ben interpretato da tutti gli attori e mai noioso.
Un bel film, da vedere soprattutto per conoscere di più i personaggi della nostra storia.
Capolavoro? Beh, non scherziamo…

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6 Giugno 2012 in Il discorso del re

Mi spiace, ma ciò che sto per scrivere non si avvicina nemmeno lontanamente alle belle e ponderate recensioni inviate dagli altri utenti, ma io mi butto lo stesso.

COLIN FIRTH IO T’HO AMATO E SEMPRE TI AMERO’.

Da vedere, da consigliare, da gustare, da rivedere, da ammirare.
Uno dei più bei film che abbia mai visto, un guizzo di emozioni vere dal primo all’ultimo minuto.
Dopo tanto tempo ho visto un film degno di nota.

Ovviamente, io amo anche la Bonham Carter e Rush. Io amo tutto di questo film.

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1 Giugno 2012 in Il discorso del re

Ottimo film. Messa in scena impeccabile, tecnicamente ineccepibile, ma non mi ha fulminato. Certo, di livello superiore rispetto allo standard, quindi parliamo comunque di uno dei migliori film dell’anno.
Ho l’impressione che gran parte della riuscita del film sia dovuta alla grandezza degli attori: Firth grandioso, Rush bravo, Bonham Carter bravissima.

19 Aprile 2012 in Il discorso del re

Rendere i reali più umani non è sempre facile. In generale entrare nelle vite di personaggi storici è impresa ardua che dà adito a interpretazioni controverse. Credo che per apprezzare questo film bisogna un attimo dimenticarsi chi è re Giorgio VI. Qui abbiamo Bertie e Lionel. Bertie ha un serio problema, balbetta, e ricoprendo una carica pubblica questo non può che influire sul suo operato. Lionel è un attore fallito che ha avuto la capacità di reinventarsi aiutando la gente a recuperare l’uso della parola. L’incontro di questi due uomini segnerà profondamente la vita dell’uno e dell’altro. I due personaggi maschili sono interpretati magistralmente da Colin Firth, un attore una garanzia, a mio parere, e Geoffry Rush, altro pezzo da 90. L’ambientazione è strategicamente perfetta, adatta alla storia raccontata: la nebbia che avvolge fitta Londra, gli ambienti oscuri e decadenti dello studio di Lionel o quelli ristetti della casa del duca di York, danno quell’idea di oppressione vissuta dal futuro re da tutta una vita. Non c’è da stupirsi di quello spiraglio di sole che si intravede alla fine del discorso famoso del re, simbolo della sua vittoria sulle balbuzie. Le musiche non fanno che da ottimo corollario.
Non ci sono sentimenti forti in questo film, d’altronde sono inglesi :-D, ma la storia coinvolge e raggiunge momenti decisamente toccanti. Un ottimo prodotto, dalla storia interessante come possono esserlo i retroscena della Storia. Oscar meritati. Bello.

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Una lezione di cinema vero, umano e perfetto. / 13 Marzo 2012 in Il discorso del re

Opera incredibilmente intelligente e toccante, Il discorso del re, fa ridere, commuove e coinvolge lo spettatore con incredibile maestria. Tratto da una storia vera e si vede, non ha mai una nota falsa, ma e’ sempre concreto, diretto, sincero. Il merito e’ certamente dell’icredibile ensemble di attori e della perfetta regia dell’ottimo Tom Hooper. Colin Firth si riconferma uno degli attori migliori in circolazione, calandosi con meticolosa perfezione nel personaggio del balbuziente e tormentato Giorgio VI, re controvoglia. Geoffrey Rush lo accompagna con una delle sue migliori interpretazioni e insieme creano una coppia perfetta, affiatata, viva e sincera, con una una chimica e un affiatamento tali da lasciare impressionati. In questo film la recitazione e’ innegabilmente di prim’ordine, con un cast in stato di grazia: oltre ai due protagonisti, che possono dirsi sul serio all’apice della loro carriera recitativa, va notata Helena Bonham Carter, che nel ruolo di Elisabetta moglie di Giorgio, brilla per determinazione, fierezza e amore per il marito.
Tom Hooper dal canto suo dirige la compagnia di attori con lodevole maestria, catturando ogni singolo dettaglio ed emozione costruendo personaggi e relazioni interpersonali a 360 gradi, umane, forti, sfaccettate, reali. Il regista ha anche la capacita’ di usare la perfetta scenografia in modo da ricreare un ambiente realistico e naturale, perfettamente adatto e credibile, e allo stesso tempo quasi espressionista, deformato, claustrofobico, a sottolineare la pressione incombente sul povero regnante. Possiamo infatti dire che proprio i mari di folla e i microfoni, soprattutto i microfoni, sono i veri antagonisti, grigi, paurosi e onnipresenti, tormento di Giorgio VI e nemico che dovra’affrontare e che alla fine vincera’.
Un film di rara bellezza e sentimento, che passa con maestria dal dramma alla commedia senza mai dimenticare di stare riportando fatti reali. Un film storico senza le pesantezze retoriche e manieristiche dei kolossal di genere, una perla di leggerezza e umanita’che coinvolge lo spettatore e lo fa uscire dalla sala con la piacevole sensazione di aver passato due gradevolissime ore ad ascoltare un’interessante storia narrata da un amico.
Voto:10, essendo incredibilmente perfetto non saprei come giustificare anche solo una stellina in meno.

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2 Gennaio 2012 in Il discorso del re

Gran bel film, meritatamente vincitore di 4 oscar; bellissimo il primo incontro tra il principe Albert e il logopedista Lionel, con i suoi metodi poco convenzionali, che non si lascia condizionare dalla regalità del suo paziente.
Intanto la storia (in tutti i sensi) va avanti e la morte del re Giorgio V e soprattutto la mancanza di responsabilità del primogenito Edoardo (invischiato con una donna sposata), spingeranno Bertie ad accelerare i suoi incontri con Lionel per risolvere definitavamente il suo problema di balbuzie vista la responsabilità che gli arriva. Toccante e fantastica la scena del discorso finale.
Un grande cast con Colin Firth (Bertie) vincitore dell’Oscar ma ben spalleggiato da Geoffrey Rush (Lionel), Helena Bonham Carter (la moglie di Bertie), Guy Pearce (Edoardo VIII, anche se il suo ruolo me lo ha reso parecchio antipatico) e il buon Timothy Spall nei panni di Churchill.

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22 Agosto 2011 in Il discorso del re

No, non mi ha convinto. Poco convincenti i comportamenti di tutti, re, regina, Lionel. Poco pathos, pochi sentimenti. Giusto un filino gli ultimi 4 minuti, ma giusto per il crescendo musicale.

6 Maggio 2011 in Il discorso del re

veramente bello ed elegante, come d’altronde era l’uomo Giorgio IV.
Colin Firth sublime, oscar meritatissimo!

4 Aprile 2011 in Il discorso del re

Questo film è bellissimo.
Mi ha emozionato proprio tanto e poi è veramente ben fatto! Colin Firth è… sublime, non lo potrei definire in un altro modo. Meraviglioso.
Davvero, senza dubbio è uno dei film che più ho adorato, che più mi hanno fatto tremare dentro…

Un pelo sopravvalutato / 22 Marzo 2011 in Il discorso del re

Il soggetto è molto bello e la tensione che si respira è ottimamente resa. Ma Forse i tanti premi ricevuti lo hanno un po’ sopravvalutato.

13 Marzo 2011 in Il discorso del re

Emozionante.

8 Marzo 2011 in Il discorso del re

Confezione impeccabile, un film fatto bene, non si discute. Al centro i media, vedi l’inquadratura iniziale, il cambiamento del rapporto fra governanti e governati, l’arte della retorica esplode all’ennesima potenza lì dove in medium comincia a mangiarsi tutto. E qui naufraga il film che si incastra in questa visione personale, privata e privatizzata del problema togliendo respiro al resto. Perchè il film deve anche essere il ritratto di quel re, della sua storia personale, deve essere il classico film fra due persone distanti che si incontrano (con tanto di avvicinamento, crisi centrale, ritorno, comunissimo in tutti i film di questo tipo). Qui è lì il tema dominante viene fuori, non importa cosa si dice, ma importa dirlo bene (Bertie ammira sarcasticamente Hitler), il regnante deve conquistare il popolo, non basta più essere re, l’autorità si scolora nel carisma puro, poi nella popolarità (come estremi opposti a volte).

Edoardo VIII aveva simpatie naziste, dato accertato storicamente, anche la Simpson, ma qui si cita solo lei (le famose rose di ribbentrop). Per il resto mi da’ parecchio fastidio avere ancora il ritratto del re buono che pensa “ai suoi cari uomini comuni”, Edoardo a Bertie. La tensione della guerra si sente troppo poco, dopotutto l’inghilterra entrerà in guerra per la seconda volta in 20 anni.

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8 Marzo 2011 in Il discorso del re

A me è piaciuto immensamente!!!!!!! Colin e Geoffrey sono due grandissimi attori, ottime interpretazioni!! Solo io ho pianto come una fontana?? Mi sa di si.

7 Marzo 2011 in Il discorso del re

Bel film.

Valore aggiunto sono Colin e Geoffrey: ottimi (soprattutto Colin)!

7 Marzo 2011 in Il discorso del re

Carino… ma non è un capolavoro.
Interpretato invece molto bene: sia Colin Firth che G. Rush.. mi sono piaciuti entrambi.
Non mi ha convinta molto invece la Carter.

7 Marzo 2011 in Il discorso del re

Benché vi abbia riflettuto sopra lungamente e mi sia confrontata con chi ha apprezzato il film, non posso dichiararmi soddisfatta di questa pellicola.
Molto bravi gli interpreti maschili (Rush ha un viso intenso, composto ma ricco di pieghe espressive; Firth, seppure un po’ monocorde, ha un bello sguardo), mentre non mi ha convinta la Bonham Carter, così stucchevole.
Bella la fotografia e decisamente interessante la plumbea scenografia (lo studio e la casa del logopedista, in particolare, sono originali ed affascinanti).
Per il resto, la storia del re tartagliante non mi ha coinvolta, né emozionata.
Le debolezze delle loro Maestà, portate al livello dell’uomo della strada, infatti, non mi hanno illuminata.
Forse, ho inteso il film come un’agiografia e non come un “semplice” racconto, sbagliando così l’approccio alla pellicola.
Ad ogni modo, le turbe e i traumi di Giorgio non me l’hanno reso né simpatico, né indimenticabile. Anzi, mi è venuta a noia pure l’incolpevole Elisabetta.

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