Recensione su Il diavolo veste Prada

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4 Marzo 2011

Commediola leggera leggera che funziona per la prima ora quando Meryl fa di tutto per essere glacialmente cattiva, perfetta nelle mosse, negli sguardi e soprattutto nelle labbra arricciate. Un’ora di ansia addosso con il continuo sbattere cappotti e borsette, chiamare le persone con altri nomi e fare richieste insensate. Sei lì soprattutto per capire come si fa ad avere le bozze di Harry potter, per poi non saperlo(l’assistente schiavizzata conosce un tipo che riesce ad avere il libro, ma noi volevamo sapere come fa lui e che cavolo!).
Il redattore gay almeno stavolta non è una macchietta, ma un professionista stritolato dal sistema.
Poi ,come nella peggiore tradizione della commedia americana, il buonismo la fa da padrone e perdi interesse e gusto. C’è una morale preconfezionata della serie non vendiamo l’anima la diavolo, di cui si fa molto a meno.
Ciò che mi ha colpito è la ricostruzione che la Meryl fa alla sua assistente goffa e grassa, taglia 44, ma soprattutto mal vestita e disinteressata alla moda e a quel lavoro in generale, della filiera industriale che sta dietro al suo dozzinale maglionaccio turchese, che ha storia e radici lì nell’alta moda.

2 commenti

  1. Stefania / 19 Luglio 2011

    Condivido 😉

    Finale odioso e smielato, aggiungo.
    Però, ho trovato perfino peggiore il libro da cui è tratto: credo che molta della colpa (e della mia antipatia) risieda nel fatto che la protagonista trovi noioso l’lp Grace di Jeff Buckley.

  2. isi71 / 3 Luglio 2012

    Commediola leggera, trama e finale decisamente prevedibili, infarciti da una buona dose di luoghi comuni, a partire da quello della donna in carriera isterica e capricciosa.

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