12 Luglio 2012 in Il delitto di Giovanni Episcopo

Ah, mi ci voleva questo bel drammone d’altri tempi che tanto mi ha ricordato Piero Chiesa e Palazzeschi e che, in realtà, è nientemeno che un D’Annunzio più proletario che mai.

Fabrizi dimesso ma dilagante, perfetto: il suo personaggio è perfino fastidioso, alla fine, nel suo patetismo, nella sua devozione ad un figliolo più sciapo della Rosetta de La Ciociara, ma lui gli conferisce una dignità dolente da manuale.
La Sanson è, qui, ben più affascinante che nei lacrimevoli sentimentaaaaaal con Nazzari e vari veli monacali, e la sua fisicità, morbida, invitante, da vera belle époque, è il reale paradigma del racconto.
Sordi compare in un ruolo che definire minore è poco, è quasi una comparsa, ma in quei pochi istanti concessigli caratterizza immediatamente il suo personaggio lontanamente sordido.
Godibilissimo.

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