Recensione su Il cuore grande delle ragazze

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Il cuore grande delle ragazze
Regia:

17 Settembre 2012

Secondo Pupi Avati (forse, giustamente, davvero non saprei), solo nella prima metà del Novecento accadevano fatti curiosi legati a credenze e modus vivendi dal sapore ancestrale.
Tutto molto bello e pittoresco, va bene, ma quello di Avati è un chiodo fisso e inamovibile che può giocare solo sul registro (drammatico o “leggero”) e sulle trovate “di colore”.
Qui, c’è uno sciupafemmine dall’alito profumato, una ragazza che attira gli uomini come il miele, una corte di famigliari coloriti.
E poi basta. Acc!

1 commento

  1. signormario / 17 Settembre 2012

    Un film del tutto inutile, a mio pare. Concordo con te, quello di Avati è un chiodo fisso che ormai appaga solo lui stesso. La riperitività è la morte dell’arte..

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