Il cuore grande delle ragazze

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Il cuore grande delle ragazze

Anni Quaranta. Francesca è la figlia adottiva di Sisto, un abbiente proprietario terriero: il ritorno della bella ragazza in famiglia dopo un soggiorno a Roma scombina i piani di Sisto per far maritare una delle sue due figlie legittime. L'uomo, dietro la promessa di una moto Guzzi, ha convinto l'inaffidabile Carlino, noto sciupafemmine della zona che seduce le donne con l'alito al profumo di biancospino, a sposare almeno una delle due figlie bruttarelle. Inaspettatamente, però sboccia l'amore tra Carlino e la bella Francesca.
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: Il cuore grande delle ragazze
Attori principali: Isabelle Adriani, Gianni Cavina, Cesare Cremonini, Rita Carlini, Micaela Ramazzotti, Andrea Roncato, Gisella Sofio, Massimo Bonetti, Marcello Caroli, Sydne Rome, Sara Pastore, Manuela Morabito, Erika Blanc, Alessandro Haber, Lucia Bodenizza, Nusia Gorgone, Patrizio Pelizzi, Stefania Barca, Maria Pia Aricó, Aline Pilato, Mostra tutti

Regia: Pupi Avati
Sceneggiatura/Autore: Pupi Avati
Colonna sonora: Lucio Dalla
Fotografia: Pasquale Rachini
Costumi: Katia Dottori
Produttore: Antonio Avati
Produzione: Italia
Genere: Drammatico
Durata: 85 minuti

Dove vedere in streaming Il cuore grande delle ragazze

Meglio gli attori del film…. / 17 Marzo 2014 in Il cuore grande delle ragazze

Mi è capitato di vederlo per caso senza sapere chi fosse il regista, film totalmente insipido, tra i peggiori che mi ricordi del regista di Regalo di Natale. Discrete location, ma storia nel suo complesso inverosimile che si trascina a fatica senza infamia e senza lode fino ai titoli di coda. Molto meglio le performance singole degli attori, primo su tutti a mio modo di vedere Andrea Roncato, e a seguire Gianni Cavina e gli altri… Nel complesso un film fatto al risparmio che non toglie ne aggiunge nulla al valore del regista, o forse una prova d’artista veramente poco comprensibile ad una semplice visione.

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17 Settembre 2012 in Il cuore grande delle ragazze

Secondo Pupi Avati (forse, giustamente, davvero non saprei), solo nella prima metà del Novecento accadevano fatti curiosi legati a credenze e modus vivendi dal sapore ancestrale.
Tutto molto bello e pittoresco, va bene, ma quello di Avati è un chiodo fisso e inamovibile che può giocare solo sul registro (drammatico o “leggero”) e sulle trovate “di colore”.
Qui, c’è uno sciupafemmine dall’alito profumato, una ragazza che attira gli uomini come il miele, una corte di famigliari coloriti.
E poi basta. Acc!

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Il cuore grande di Pupi Avati. / 16 Giugno 2012 in Il cuore grande delle ragazze

Il cinema di Pupi Avati ha un’ossessione: il passato. Il regista lo ricerca, lo spia, lo riguarda, lo riscopre con malinconia, lo rammenta con nostalgia rara e quasi unica. Il cuore grande delle ragazze è un Amarcord ispiratissimo in cui Avati riesce a fellineggiare abilmente raccontando la vera storia dei suoi nonni. Cremonini, marito adultero, offre un’interpretazione niente male e la Ramazzotti è sempre più brava, anche quando non recita guidata dal suo pigmalione Paolo Virzì. Oltre all’ottimo cast e alla sopraffina regia va ricordata l’atmosfera elegante e la brillante mise en scene, frutto di una ricostruzione molto realistica del secolo scorso. Secondo la critica è il capitolo finale di una trilogia del passato doloroso iniziata con il discreto Gli amici del Bar Margherita e proseguita con l’interessante Una sconfinata giovinezza, ma probabilmente Il cuore grande delle ragazze non può essere visto come coronamento ideale di una serie di film, ma bensì come lungometraggio che ha vita propria. Questo film è la summa del cinema del suo regista, in cui emergono i tratti della grandiosa carriera di Pupi Avati. E’ una favola surrealista stroncata dal caos della realtà, leggera come le musiche di Lucio Dalla che la accompagnano, come in un carosello immaginario di cinema di un’eleganza che è segno di uno stile inconfondibilmente avatiano. Sisto Osti è l’immagine del padre padrone degli anni trenta del novecento. La sua idea di donna è quella di molti all’epoca: la donna sta in casa e bada ai figli e non ha diritti che non siano quelli di servire e riverire il marito. Per maritare almeno una delle sue figlie, l’uomo chiede l’ausilio di Carlino Vigetti, playboy locale. L’uomo comincia a corteggiare le due figlie dell’uomo, ma quando proprio una delle figlie adottive dello stesso, arriva, Carlino si innamorerà di lei, tralasciando le altre due e tirandosi addosso l’ira di molti, compreso il prode Sisto. Quello di Avati è uno sguardo che stupisce, che gira incontrollabile alla ricerca di un qualcosa di nuovo che comunque guardi al passato. Non è un capolavoro, questo Il cuore grande delle ragazze, ma è sicuramente un forte lungometraggio che ricorda i primi Avati e si allontana molto dal nuovo Avati, proprio quello che si era rassegnato alla morte, al dolore, alla fine del (suo) mondo. Invece, questo film riesce ad essere un grande inno alla vita e al passato del regista, che gira genialmente tra colori più o meno ecclesiastici e ponendosi di fronte a scelte di varia natura, riuscendo a divertirsi, a stupire e a completare la sua opera, realizzando probabilmente, un perfetto epitaffio per una grande carriera. Il cuore grande delle ragazze, semplice e birbone, è anche un inno alla donna. Nel raccontare i tempi in cui la donna aveva pochi diritti e tanti doveri, Avati manda un serio messaggio alla generazione di moderne “madri di famiglie”. Insomma, lui ci dice che una volta le donne avevano un cuore grande, ed ora? Si rifiuta di dare una risposta Avati. Preferisce sparire nei meandri del passato e restare semplicemente nella memoria collettiva. La modernità è troppo assurda per lui, è meglio rimanere attivi nel passato, piuttosto che adattarsi ad un posto così diversamente strano, come l’Italia moderna. Se siete nostalgici e malinconici per tempi che non avete mai vissuto, Il cuore grande delle ragazze è il film per voi. Vedetelo e rimarrete estasiati. E forse c’entrerà qualcosa anche il biancospino!

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aroma di biancospino / 28 Dicembre 2011 in Il cuore grande delle ragazze

Pupi Avati non dà il meglio di sè ma ci sono dei bravi attori, un insolito Cremonini e una buona ricostruzione scenica dell’epoca. piacevole

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