Recensione su Il corvo

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25 Luglio 2011

La vendetta è il resistente fil rouge che attraversa ogni singolo fotogramma di questo potente noir firmato Clouzot.
Il pettegolezzo, sregolato e folle, in un gioco che sfugge di mano persino a colui che lo ha iniziato (ovvero “il corvo” del titolo, un essere misterioso che, nascosto nell’ombra, minaccia i peccatori con i fantasmi dei loro stessi peccati, mandando in giro lettere che firma appunto con quello pseudonimo sinistro ed inquietante), squote una, fino ad allora, pacifica comunità rurale.
E’ lecito sospettare di tutto e di tutti; spaventati, vergognosi, impossibilitati a fidarsi persino dell’essere amato (come accade al protagonista, integerrimo e rinomato medico che, dopo la morte, per parto, dell’adorata moglie, decide di cambiare nome e città nella speranza di riuscire ad allontanarsi dal proprio doloroso passato) i cittadini mostrano la propria parte peggiore: inizia quindi la caccia al “corvo”, tra infamie ingiuste e una verità che non si palesa che alla fine del film.
Un po’ di psicoanalisi e riflessioni sulla duplice natura dell’uomo (di grande impatto la scena della lampadina che, oscillando, mostra, con una metafora molto efficace, quanto sia labile il confine che separa, all’interno dell’animo umano, la zona di luce da quella d’ombra; e, per stabilizzare questo confine, non c’è che una cosa da fare: fermare l’oscillazione del globo di luce, anche a costo di bruciarsi a causa suo calore. In tutto il film, comunque, si gioca sulle ombre, che vengono ingigantite, sui tendaggi, che nascondono, sulle porte semichiuse), fanno de “Il corvo” un film brillante, attuale, tesissimo, in un clima che rende anche i bambini complici, attori dell’atroce spettacolo nel quale viene messa in scena la vera miseria che ingabbia, intimamente, la natura umana.
La vendetta che, come accennavo all’inizio, attraversa tutto il film, lo chiude anche: personificata, palesemente, nella madre alla quale è morto il figlio, prende le sembianze di una figura ammantata di un velo nero che, sempre più fatalmente simile ad una Giustizia biblica (da vecchio testamento), si incammina, dissetata e granitica, per le strade assolate e piene di gente.

1 commento

  1. paolodelventosoest / 16 Settembre 2014

    Uh già, la scena della lampadina ondeggiante è straordinaria!

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