Le risate / 16 Ottobre 2014 in Il conquistatore

Il film inizia con una donna vestita con toga romana su una portantina, nel deserto dello Utah. Peccato che sia un film su Genghis Khan. La donna sembra un’europea calata per sbaglio in Asia, e dei tratti somatici tartari non ha nulla, men che meno occhi a mandorla o capelli neri. Il paesaggio non è affatto credibile ed è evidente che non siamo nel Gobi, l’attenzione ai “dettagli” è stata davvero minima. Gli abiti sono verosimili solo a tratti, così come destano scetticismo alcune scelte circa le ambientazioni, le tende, i palazzi. La trama non è particolarmente elaborata, soprattutto all’inizio, mentre assume un po’ di spessore (ma niente che esca dalla norma) nell’ultima mezzora. Il finale, inoltre, prevede un elemento che fatico ancora a comprendere appieno e mi ha lasciato un inevitabile “Perché?”. A condimento del tutto, la Storia ha ricevuto un altro bel pugno nello stomaco. Quali sono i lati positivi di questo film? 1. John Wayne, che per me è sempre un piacere rivedere, anche se nei buffi panni di un conquistatore mongolo, cosa che aumenta l’ilarità. 2. La suddetta ilarità, il pensare al fatto che davvero nella troupe qualcuno possa aver creduto che la critica avrebbe sorvolato su tanta ingenuità. 3. La scorrevolezza. 4. Molti anni prima di “Mongol”, si scelse di concentrarsi sull’inizio delle imprese di Temujin, anziché sulle sue conquiste più famose avvenute successivamente.

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