Il comandante e la cicogna

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Il comandante e la cicogna

Italia, Torino. Le statue di celebri personaggi pensano, si parlano e scrutano quanto accade nel mondo intorno a loro. Giuseppe Garibaldi, posto sul suo cavallo al centro di una piazza, si rammarica dell’immoralità della sua Italia e degli italiani. La storia, grottesca, si snoda attraverso le vicende di Leo Buonvento, padre vedovo di due adolescenti, di Diana, artista squattrinata alle prese con spilorceria, meschinità e ignoranza dei committenti e infine del “grosso” Amanzio, stravagante e a volte burbero personaggio. Elia, uno dei figli di Leo, timido e alle prese con i numerosi quesiti tipici della sua età, è amico di una cicogna, Agostina, che dall'alto può sorvolare la città.
jossi ha scritto questa trama

Titolo Originale: Il comandante e la cicogna
Attori principali: Valerio Mastandrea, Alba Rohrwacher, Giuseppe Battiston, Claudia Gerini, Maria Paiato, Luca Dirodi, Serena Pinto, Shi Yang, Michele Maganza, Fausto Russo Alesi, Giuseppe Cederna, Giselda Volodi, Luca Zingaretti, Pierfrancesco Favino, Gigio Alberti, Neri Marcorè, Mostra tutti

Regia: Silvio Soldini
Sceneggiatura/Autore: Silvio Soldini, Doriana Leondeff, Marco Pettenello
Fotografia: Ramiro Civita
Costumi: Silvia Nebiolo
Produttore: Lionello Cerri
Produzione: Italia, Francia, Svizzera
Genere: Commedia
Durata: 108 minuti

Dove vedere in streaming Il comandante e la cicogna

Sufficienza sulla fiducia / 24 Dicembre 2013 in Il comandante e la cicogna

Il film non mi ha mai preso .. e quindi gli do 6 solo perchè il registra ha osato fare una commedia fuori dai soliti schemi

10 Dicembre 2013 in Il comandante e la cicogna

In una parola….noioso….da morire.
Peccato xchè Valerio Mastandrea nei panni di un papà vedovo di due adolescenti è bravo.
Peccato davvero.

11 Dicembre 2012 in Il comandante e la cicogna

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Questo sono andato a vederlo al cinema solo perché al Massimo si sono sbagliati, e nell’abbonamento mi hanno in pratica regalato un biglietto. Ma ne sono contento. Ci sono un po’ troppi personaggi, Mastandrea che fa l’idraulico, con una moglie morta con cui parla di notte (la Gerini) e due figli. Poi c’è Battiston che fa sempre ridere, e la Rorwacher o come ca**o si scrive, che fa la tenerolla. Insomma tutti si incontrano-intrecciano-interagiscono, osservati dalle statue della città. Garibaldi in primis, cui sono affidati inizio e fine del racconto, più altri intermezzi. La città, la tipica città italiana, è Torino, ma è Torino ripresa accuratamente in modo che non si riconosca che è Torino, per farla diventare appunto la tipica città italiana. Dove tanti dialetti si mescolano (qui tutti parlano diverso, la Gerini parla genovese e Mastandrea napoletano), non ci sono più valori e lavori e a vincere sono quasi sempre i ricchi e furbastri – c’è un incredibile Zingaretti con la PARRUCCA che fa l’azzeccagarbugli. Ma la redenzione può arrivare, per i personaggi e quindi per la tipica città italiana e quindi per la nazione (uff, che frase lunga), arrivare dicevo ovviamente dal basso. Perché non tutti hanno scordato come si fa a essere umani (sembro Fantozzi, ok), ancora qualcuno sa vedere il bello ed è capace di farsi centinaia di chilometri per andare a riprendersi la sua cicogna. Insomma, il comandante, Garibaldi, dovrebbe ancora avere qualcosa in cui sperare. Oh, speriamo. Ah, ci sarebbe anche un pezzo à propos di Capossela.

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