Recensione su Il curioso caso di Benjamin Button

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ma la ormond figlia di pitt e blanchett? / 11 Marzo 2011 in Il curioso caso di Benjamin Button

Diciamo che la colpa è della sceneggiatura, l’idea è appunto curiosa, lo svolgimento favolistico e un po’ banalotto. E’ una grande storia d’amore romamntica il che è il limite di tutto il film, che mai si sogna di indagare la psicologia del personaggio, in effetti Button è uno spettatore alla finestra, nè ciò che accade attorno a lui, almeno storicamente (ok c’è la seconda guerra mondiale, ma neanche tanto), nè sociologicamente, nulla lo colpisce, lo tocca seriamnete. Un uomo baciato dalla fortuna a cui capitano tutti incontri piacevoli e bellissimi, sono così tutti buoni in questo film, nessuna tensione razziale, nessuna esperienza di diversità vera se non raccontata, ma mai vissuta sulla pelle (sembra che il problema della sua diversità sia solo sua e di suo padre, poi gli altri, a parte un po’ di stupore, insomma se ne fanno velocemente una ragione). E’ un film di poco spessore che tende alla commozione, a cui manca l’ironia, l’unico accenno è quando vende la casa a una coppia in cui un lui vecchio si è ovviamente preso una lei giovanissima. Metafore a gogò, lo scorrere del tempo sembra una cosa relegata all’invecchiamento del corpo, ma la mente, l’esperienza, l’ingenuità, la disillusione?, loro bellissimi, grande lavoro in digitale, ma davvero poco incisivo. Fincher ci mette del suo nel non inventarsi quasi nulla.
E’ piacevole intendiamoci, i momenti migliori Pitt e Swinton, la cosa meglio pensata di tutto il film e la meno retorica, poi il bambino che ritorna nelle braccia della madre/moglie/amante.

Anche volendo sospendere ogni tensione al realismo, nulla mi convincerà che da Pitt e Blanchett possa venir fuori la Ormond.

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