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Il buono, il brutto, il cattivo

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Ei Biondo… / 21 Luglio 2017 in Il buono, il brutto, il cattivo

Un’ opera perfetta e geniale sotto tutti i punti di vista dalle musiche di Morricone alle interpretazioni degli attori, per non parlare poi dell’ ottima fotografia…
Un classico intramontabile: amato dagli amanti e non del genere western, un capolavoro con la “C” maiuscola destinato a vivere per sempre nell’immaginario collettivo. Come un po’ tutti i film di di Leone è un po’ lungo, ma trovo che ogni scena di questo film sia assolutamente perfetta dall’inizio fino alla fine. Voto: 10

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6 Marzo 2016 in Il buono, il brutto, il cattivo

16 Settembre 2014 in Il buono, il brutto, il cattivo

Ahimè non sono per niente amante dei film western, quindi non me lo sono goduta molto

Trionfo del cinema solare / 18 Marzo 2014 in Il buono, il brutto, il cattivo

Io sono un leoniano, spettatore poco oggettivo; del resto il cinema di Leone innamora prima di convincere, e per questo approccio estatico e forse acritico i detrattori inveleniscono oltremisura nell’ antileonismo feroce. Però se ti lasci sedurre dal western del grande Sergio, col tempo l’incanto sedimenta e si fa spazio la ragione; cosa potrà mai esserci di “sbagliato” in un cinema così solare, aperto, vero trionfo della finzione, del racconto, mai imbrigliato in uno stretto dottrinismo western che vorrebbe i piedi ben piantati sul verosimile storico, ma come i fumetti di Tex Willer spronato a mille verso la pura avventura e la bellezza selvaggia? C’è qui, d’altro canto, una Guerra di Secessione rutilante, fumante tra le macerie, indolente tra le cannonate, dove tutto è un ciondolare di feriti, mutilati, uomini in agonia, cadaveri e cimiteri. Un logorroico paradosso, una esasperazione del tono crudo e insapore della guerra che spazza via ogni ambizione d’eroismo, mette stranamente l’alcol tra le armi più pericolose, abbonda di bende e mosche e scarseggia di scontri epici all’arma bianca.
Forse l’ultimo capitolo della Trilogia del Dollaro pecca di eccesso di estensione. Tutto è lungo, tutto è tirato al massimo, sguardi e silenzi sembrano non finire mai. Clint Eastwood si è affinato, un biondo più pettinato col trench da fighetto, Eli Wallach ha preso il posto dell’esagerato Volonté, Lee Van Cleef si conferma un perfetto becco d’aquila, elegante e cattivo. E poi c’è il piccolo esercito di Cinecittà, tanti italiani anonimi dai visi efficaci, tutti rigorosamente carne da macello. L’immancabile vecchietto sdentato. E dietro le quinte, un rumorista che lavora come un matto, me lo vedo tutto intento a tintinnare il metallo per fare gli speroni e a battere due cosi di legno per fare il cloppiti-clop dei cavalli.

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25 Febbraio 2014 in Il buono, il brutto, il cattivo

Epico, meraviglioso. Ma (probabilmente) leggermente meno epico e meno meraviglioso degli altri grandi classici western di Sergio Leone. Ad ogni modo, un grandissimo film, un western su cui (giustamente) aleggia l’aura del mito.
Non c’è quasi nulla fuori posto: dagli eloquenti silenzi della parte iniziale, interrotti soltanto dalle memorabili musiche di Ennio Morricone, ai lunghi e insistiti primi piani, vero marchio di fabbrica del Maestro italiano.
Uno stile registico e un’ironia da cui molti odierni cineasti cult pescano a piene mani.
I tre protagonisti sono assolutamente complementari nel rendere ragione, a pelle, di un titolo che è sicuramente tra i più fortunati della cinematografia del dopoguerra.
L’imperscrutabile Eastwood, gravato del ruolo principale, è sicuramente il meno caratteristico dei tre, oscurato dall’efficace istrionismo di Eli Wallach e dalla empia e gelida mimica di Lee Van Cleef (pur defilato in un ruolo non primario).
Una storia di ordinaria (dis)umanità, di debolezze e di sfrontatezza, dell’uomo contro la natura e dell’uomo contro l’uomo, tutti scenari che si incrociano nel quotidiano sopravvivere del selvaggio west.
La guerra di secessione, sullo sfondo, in mezzo alla quale i tre si muovono con forse eccessiva facilità, facendola apparire un tantino artificiale e poco verosimile. Uno sfondo-pretesto che non fa nulla per non apparire esclusivamente tale.
L’estasi dell’oro: la corsa di Wallach/Tuco nel cimitero di Sad Hill è una scena vertiginosamente suggestiva condita da una delle melodie più affascinanti composte da Morricone.
Un finale forse anche troppo autoironico, con quell’imprecazione interrotta dall’urlo del motivetto morriconiano, ma anch’esso è assolutamente memorabile.

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14 Gennaio 2014 in Il buono, il brutto, il cattivo

Non ho il coraggio di aggiungere nulla. Il film parla letteralmente per sé.
Inquadrature, musiche, protagonisti. Quasi tre ore di durata complessiva, ma lo sguardo rimane incollato allo schermo.

Non più per qualche dollaro, ma per duecentomila! / 26 Novembre 2013 in Il buono, il brutto, il cattivo

Ultimo capitolo della trilogia di Sergio Leone, che riesce nel difficile compito di non deludere le aspettative generate dall’ottimo Per Qualche Dollaro In Più.
Trama convincente, sceneggiatura ottima (con un azzeccato rimando storico alla guerra di secessione), ma soprattutto grandezza degli interpreti: Clint Eastwood, come negli altri lavori, è un protagonista di grande spessore. Stavolta merito soprattutto di Eli Wallach, che con lui condivide la scena alla pari e si rivela anche una perfetta spalla comica (a mio avviso il migliore del terzetto). Un po’ meno incisivo rispetto agli altri Lee Van Cleef, forse penalizzato dalla minore presenza sulla scena rispetto ad Eastwood e Wallach, ma comunque garante di un’ottima interpretazione. Da elogiare anche il resto del cast.
Una regia eccellente quella di Leone, come nei due precedenti capitoli. Le inquadrature sono semplicemente fantastiche e trasmettono ottimamente un’atmosfera colma di sparatorie, sguardi e tensione. Ciò avviene anche grazie al contributo di un Morricone impressionante: col proseguire delle pellicole, il compositore italiano sembra quasi rendere banali le colonne sonore dei capitoli precedenti, che invece rimangono di una bellezza indescrivibile. Un paradosso che testimonia la grande potenza e magnificenza delle sue composizioni.
Così come paradossale è il fatto che il sottoscritto non impazzisca particolarmente per il genere western, ma non può sottrarsi dal dare un dieci ad una delle più grandi pellicole di lavorazione italiana.

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17 Settembre 2013 in Il buono, il brutto, il cattivo

“Di film così non se ne fanno più”. Una frase detta e ridetta più volte. Penso che, se ci si riferisce a questo film, sia purtroppo vero.
Per quel che mi riguarda, è l’apice del cinema italiano. Per chi, magari, non è altrettanto appassionato di western, penso che possa comunque essere una magnifica pellicola.
Innanzitutto, la sceneggiatura. Il dipanarsi degli eventi e l’andamento della vicenda sono decisamente ben impostati, ma la cosa meglio riuscita in assoluto sono i dialoghi: battute spigliate, brillanti, mordaci, divertenti, di impatto. Quasi l’intero film potrebbe rientrare in una pagina delle citazioni più memorabili.
La recitazione è, per me, superlativa. Innanzitutto c’è Clint nelle sue ormai proverbiali due espressioni, “con cappello e senza cappello”. Poi un convincente Lee Van Cleef. E infine un Eli Wallach abilissimo nel caratterizzare il suo macchiettistico personaggio.
Non serve che commenti le musiche di Ennio Morricone con qualcosa di più di un aggettivo del tipo “magnifiche”.
Certo, la durata è considerevole e ogni tanto ci si può chiedere “ma quanto manca?”. Eppure, eppure… si vorrebbe che ci fosse ancora qualche minuto in più, ancora qualche altra battuta, qualche sparatoria, qualche colpo di scena.
Un capolavoro.

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Fenomenale / 16 Settembre 2013 in Il buono, il brutto, il cattivo

Prima di vederlo: più di due ore di western? Non mi passa più…
Dopo averlo visto: Noooo, già finito???

15 Luglio 2013 in Il buono, il brutto, il cattivo

Capolavoro Assoluto! Da vedere!

Epico / 6 Luglio 2011 in Il buono, il brutto, il cattivo

Semplicemente il miglior film mai realizzato

Una pietra miliare del cinema / 20 Giugno 2011 in Il buono, il brutto, il cattivo

appena visto 2h e 47m ho pensato… sarà pure un capolavoro ma non mi passerà più…
arrivato alla fine era come se fossero passati 20 minuti appena…
da vedere anche se non è il genere che si preferisce

31 Maggio 2011 in Il buono, il brutto, il cattivo

Capitolo conclusivo di quella che viene definita la “Trilogia del dollaro”, probabilmente uno dei film di Leone che preferisco. Non concordo del tutto con la precedente recensione. A mio avviso non è bizzarro. Questo film è una vera pellicola western, come gli stessi americani raramente sono riusciti a fare. Il west era sporco e sudato come non lo è mai stato per gli americani. Non c’è buoni da un lato e cattivi dall’altro ma uomini cinici, violenti, rispettosi della vita qualche volta ma incantanti da oro e denaro quasi sempre.
Il film è infarcito di frasi passate ormai nell’olimpo delle citazioni. Gli attori sono meravigliosi. Chi con più presenza scenica, chi più serioso, chi meno loquace ma marmoreo nelle espressioni.
Il fiocco rosso a tutto il pacco è rappresentato dalla musica. La sola, unica musica del grande Ennio Morricone, passata anch’essa alla storia, insieme al proprio autore

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Grande / 15 Febbraio 2011 in Il buono, il brutto, il cattivo

Poi, in una sala cinematografica quasi deserta, vidi un film diretto da Sergio Leone.
Si intitolava Il buono, il brutto, il cattivo. Se avete visto questo bizzarro western solo sullo schermo del vostro televisore, non potete capire di che cosa stia parlando… vi supplico di perdonarmi ma è la verità. Su uno schermo cinematografico, proiettato con il giusto obiettivo Panavision, Il buono, il brutto, il cattivo è un film epico che rivaleggia con Ben Hur. Clint Eastwood sembra alto sei metri, con ogni singolo pelo della barba grosso come una sequoia. I solchi che incorniciano la bocca di Lee Van Cleef sono profondi come canyon. Lo scenario del deserto sembra estendersi almeno fino all’orbita di Nettuno: E le canne delle pistole sono più o meno grandi quanto Holland Tunnel.
S. K.

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