Prodromi del genio / 10 Marzo 2015 in Il bacio dell'assassino

Sembra incredibile che Stanley Kubrick abbia girato questo film a soli venticinque anni, un vero enfant prodige del cinema. Pur essendo un’ opera dal genio acerbo, ha alcuni tratti che ne fanno una pellicola di altissimo livello; penso soprattutto al pazzesco gioco di luci ed ombre, inquadrature dalla resa artistica sopraffina. Ma oltre a questa sontuosa mise estetica, ci sono tutti gli ingredienti del classico noir, dall’azione pimpante all’incalzante sonoro di sottofondo, qui ritmato da piano percussivo e congas che ricordano molto quelli de L’infernale Quinlan di Welles (che è del ’58; chissà se Welles ne ha tratto ispirazione?).
Si intuisce la grandezza incipiente del regista dal fatto di aver reso plastiche le performance di attori non particolarmente bravi. Gustosi i dettagli creepy che Kubrick ha disseminato qui e là, dal coltellaccio appeso al muro della cucina del protagonista, alla inquietante bambola della diafana Irene Kane (attrice con le fattezze di una nordica gru) che pare impiccata alla testiera del letto, fino al magazzino di bianchi manichini e all’ascia brandita selvaggiamente dal gangster, presagio di un certo Jack Torrance.
Il pugile fallito nel gorgo della malavita, con la bella di turno e il boss alle calcagna: non vi ricorda qualcosa?

Leggi tutto