Recensione su I ragazzi stanno bene

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7 Luglio 2011

Se, anzichè Annette Bening, lo sceneggiatore avesse messo un attore e Mark Ruffalo fosse stato, che ne so, il buon vicino di casa, anzichè il donatore di sperma, il film non si sarebbe differenziato poi tanto da altre commedie del genere. Una trama abbastanza usuale con risvolti in molti casi prevedibili o, perlomeno, canonici.
Ed è questo che lo rende un buon film, perchè riesce non vuole sorprendere, meravigliare o esasperare le situazioni soltanto per cercare attenzione da parte di determinate categorie. Si limita a riprodurre una situazione che, nel suo essere diversa dalla famiglia formalmente intesa, è uguale in tutto e per tutto ad una situazione famigliare.

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