Recensione su I 400 colpi

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18 Marzo 2013

Ho scoperto che una delle scene che più mi ha emozionata, quella del colloquio di Antoine con la psicologa, pur prevista dalla sceneggiatura, è stata pressoché improvvisata.
Si trattava degli ultimi tre o quattro giorni di riprese: Truffaut sistemò la cinepresa, approntò le luci ed il sonoro, mandò via tutto lo staff e rimase solo nella stanza col giovane Léaud, ponendogli le domande che, nella versione definitiva del film, avremmo sentito pronunciare da una voce femminile.
Sorprendendo lo stesso Truffaut, Léaud rispose a braccio: ormai, il ruolo di Antoine gli aderiva completamente e, mischiando dolorosi ricordi personali alla storia cinematografica che -a quel punto- conosceva perfettamente, riuscì a costruire un retroscena più che plausibile all’intera vicenda.

Struggente e bellissimo, non saprei cos’altro aggiungere.

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