Recensione su I pugni in tasca

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. / 25 Maggio 2016 in I pugni in tasca

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Ritratto di una famiglia borghese, dalla quale emergono contraddizioni, marciume, rabbia e crudeltà. Bellocchio riesce tramite una messa in scena minimale e ad ambienti claustrofobici a far risaltare i personaggi e i loro comportamenti, anomali e imprevedibili. Riesce perciò in modo semplice e con scene geniali a criticare ferocemente il modello famigliare perbenista, scomponendolo e analizzandolo meticolosamente in ogni sua sfumatura e contraddizione. “I pugni in tasca” è un capolavoro, è un film iracondo ma leggero come una piuma nel dipingere azioni impensabili come il matricidio o trattare temi come l’incesto. La fame di denaro è il motore dietro alle azioni di Alessandro, la voglia di riscattarsi socialmente ,di trovare un luogo nel mondo, che non sia la Val Trebbia. Tuttavia quando si accorgerà di essere un “diverso”, uno psicopatico, e che non c’è spazio per lui nella società, anche se per farsi posto è arrivato al punto di uccidere, sarà già troppo tardi…

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