Recensione su I primi della lista

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21 Marzo 2012

Una storia vera che ha il sapore della burla, che sa di barzelletta (e forse qualche barzelletta sui carabinieri è nata proprio sulla base di quel che accade nella parte finale del film). Tipicamente, totalmente, geneticamente italiana.
Legato a fatti di storia realmente accaduti ma forse poco noti, il film non è altro che il racconto di un viaggio di tre amici, mossi da motivazioni diverse (politica, vanità, ambizione giovanile…) e avvinti dalle spire del clima politicamente instabile degli anni 70.
Fanno tenerezza nella loro ingenuità e nelle loro convinzioni e forse rappresentano l’esempio più chiaro di come il movimento culturale anarchico di quegli anni si confondesse con il più sincero movimento di riforma culturale e di superamento del pregiudizio. Ognuno di loro è simbolo di idealismo ed entusiasmo giovanile conditi dal desiderio di essere protagonisti del cambiamento, un cambiamento da cantare e da trasmettere ai figli. Sono figli di quell’epoca a pieno titolo, ragazzi che sentivano che qualcosa stava cambiando e volevano esserne parte.
Un film equlibrato, girato bene con interpreti forse poco noti, a parte Santamaria, ma che con il tocco speciale del dialetto toscano rendono ancora più piacevole il film.

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