ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama
Meno accomodante de Il capitale umano di Virzì, con cui condivide molto (la cornice borghese, il coinvolgimento dei figli delle coppie protagoniste in incresciosi fatti di cronaca, la rappresentazione di varie moralità nell’Italia contemporanea), I nostri ragazzi di De Matteo mi è piaciuto decisamente (e sicuramente di più rispetto al citato Virzì), nonostante alcune ingenuità in fase di scrittura.
Didascalico a tratti (per esempio, era davvero necessario mostrare la scena del pestaggio, con tanto di ragazzina ghignante?), schematico senza troppo scampo, anche nel ribaltamento conclusivo delle posizioni, è comunque un film a suo modo coraggioso, impegnato nella rappresentazione un po’ semplificata ma comunque efficace di scomode realtà.
Pur elementare nella definizione dei caratteri dei luoghi e dei personaggi in scena, caratterizzati tutti da un nitore, una rigidità ed una chiarezza invero poco credibile, il film di De Matteo, grazie anche alle belle interpretazioni degli attori protagonisti, riesce a rendere concreta e palpabile l’ineluttabile complessità che si sviluppa quando l’uomo ha improrogabilmente a che fare con una scelta non sindacabile.
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