I magnifici 7

Non pensavo che questo remake del classicone di Sturges potesse avere grandi possibilità di portare qualcosa di positivo, ma mi ha fatto abbastanza ricredere. La trama di base è praticamente la stessa naturalmente: il cattivo di turno è interpretato da Peter Sarsgaard (probabilmente il personaggio meno riuscito del film però) che sottomette il paesino di Rose Creek in quanto intenzionato a sfruttare la miniera d’oro. Il popolo del paese, composto praticamente da soli contadini, cerca l’aiuto: trovano via via i “magnifici” di turno, decisamente più variegati rispetto all’originale (cosa che non è poi tanto male, anche se ovviamente il carisma dei vari Brynner, McQueen, Bronson e compagnia bella ce lo sogniamo): ci sono infatti Denzel Washington (superbo come sempre, sia chiaro), Chris Pratt, Ethan Hawke e, appunto, diversi personaggi esotici e più particolari. I sette, come nel classico, aiuteranno i contadini a combattere contro il malvagio affarista. Un remake tutto sommato positivo, parto sempre con i piedi di piombo in questi casi, trovando però ogni tanto qualche prova positiva come questa. Ripeto, essere al livello dell’originale era davvero impossibile, quindi ben venga la scelta del cast e dei relativi personaggi molto più vari. Sono belle anche le ambientazioni e la fotografia. Antoine Fuqua alla regia comunque sa il fatto suo, e lo dimostra. Anche se va detto che alcune scene sono un po’ noiose, tipo il reclutamento per me dura un po’ troppo, ci si rifà con l’azione, molto bella. Colonna sonora non male, ma per fortuna alla fine hanno voluto omaggiare l’originale di Bernstein facendola risuonare nei titoli di coda. Ai fan -e non- del genere lo consiglio, non mi è dispiaciuto davvero in fin dei conti.

Parte a passo pesante, con la fase di reclutamento davvero noiosa e piena di cliché, poi prende un po’ di brio nella fase centrale preparatoria allo scontro finale, dove si vedono anche buone cose a livello di regia. Solita timbratura di cartellino per Denzel Washington, tra i compagni mi è piaciuto particolarmente l’orsesco Vincent D’Onofrio dalla flebile vocina, mentre Peter Sarsagaard è uno dei villain meno convincenti dell’ultimo decennio almeno.

Non tutti magnifici questi sette personaggi ed oltre ai protagonisti anche il film stufa e non è all’altezza del rendimento degli ultimi western realizzati ad Hollywood (vedi Tarantino). La pellicola lavorata dal regista Antonie Fuqua, stimato per i suoi film polizieschi come “Training Day” e “Brooklyn Finest”, non sembra affascinare il sottoscritto e parte della critica internazionale… I personaggi che valgono sono pochi: Washington, con il suo infinito talento condensato con il carisma da saggio; Pratt, con il suo fascino e la sua simpatia fuori dalle righe ed infine Hawke, con la sua faccia sempre giovane e piena di giustizia e timidezza nel personaggio che ricopre… Storia assimilata al vecchio capolavoro (non visto da me), ma a quanto pare non è successo. Tiene ma non tanto da diventare un remake indimenticabile, cosa molto difficile per gli altri rifacimenti. Le sparatorie sono girate bene, la regia sembra quella di Fuqua, ma la storia purtroppo non è girata in mezzo ad un deserto di cemento…

Il piccolo villaggio di Rose Creek viene occupato dallo spietato affarista Bartholomew Bague (Peter Sarsgaard) che vuole sfruttare la vicina miniera d’oro. La coraggiosa giovane vedova Emma Cullen (la splendida sorpresa Haley Bennett già vista nel precedente film di Fuqua “The equalizer”), che ha visto uccidere il marito Matthew (Matt Bomer star del telefilm “White collar”) dal bastardo Bartholomew, va alla ricerca di pistoleros per avere giustizia.
Troverà il cacciatore di taglie Sam Chisolm (Denzel Washington), anche se lui non si definisce proprio così. Sam organizzerà un gruppo multi-etnico costituito da 7 uomini che cercherà di ridare il villaggio di Rose Creek ai suoi abitanti. Nel gruppo troviamo: il giocatore Josh Farraday (Chris Pratt) sempre pronto a fare battute, il veterano della guerra di Secessione Goodnight Robicheaux (Ethan Hawke) che subisce qualche contraccolpo psicologico della guerra, il suo assistente cinese (o picchiatore per lui) Billy Rocks, il ricercato messicano Vazquez, l’esploratore Jack Horne (Vincent D’Onofrio) e il comanche Red Harvest.
Gruppo eterogeneo e particolare che nonostante qualche screzio iniziale troverà la forza e le motivazioni (inizialmente i soldi ma con lo sviluppo del film, non penseranno più alla ricompensa) per contrastare il potere di Bartholomew Bague e del suo “esercito”.
Buon remake con qualche esagerazione rispetto all’originale ma che si mantiene godibile e apprezzabile. Nel resto del cast da citare anche Luke Grimes (visto in True Blood) nei panni dell’amico di Emma Cullen.

Il regista del buon Training Day ricompone la coppia Washington-Hawke per questo remake (oltretutto remake di un remake, visto che già il primo film si ispirava ai 7 Samurai di Kurosawa). L’operazione è in linea con i tanti tentativi operati nel recente passato di riesumare un genere ormai dato per morto come il western. Si espongono tutti i clichè possibilmente immaginabili, arricchiti da una trama da action movie, personaggi monodimensionali e uno svolgimento di incredibile prevedibilità. Che il film sia diretto diligentemente da Fuqua, pur con alcune trovate visive piuttosto artificiose (alcuni paesaggi evidentemente posticci) nessuno lo mette in discussione.