I guerrieri della notte

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I guerrieri della notte

Film ispirato all'omonimo romanzo di Sol Yurick. In una notte d'estate, nove delegati di ognuna delle bande che controllano i vari quartieri di New York si radunano in un parco del Bronx convocati da Cyrus, il leader della banda dei Riffs: suo intento è riuscire a stipulare una tregua tra le varie gang allo scopo di unire tutte le loro forze e prendere il controllo dell'intera città, sopraffacendo la polizia. Mentre la folla entusiasta lo acclama, si sente uno sparo e Cyrus cade a terra esanime: la tregua viene interrotta e per la banda dei Guerrieri, accusata di essere responsabile dell'omicidio, inizia una lunga notte.
laschizzacervelli ha scritto questa trama

Titolo Originale: The Warriors
Attori principali: Michael Beck, James Remar, David Patrick Kelly, Dorsey Wright, David Harris, Deborah Van Valkenburgh, Brian Tyler, Steve James, Tom McKitterick, Marcelino Sánchez, Terry Michos, Roger Hill, Lynne Thigpen, Mercedes Ruehl, John Snyder, Irwin Keyes, Antone Pagán, Sonny Landham, Thomas G. Waites, Johnny Barnes, George Lee Miles, Paul Greco, Iris Klein, Tony Clark, Robert Townsend, Ginny Ortiz, Edward Sewer, Joel Weiss, J.W. Smith, Doran Clark, Katie Kaufman, Lisa Maurer, Craig R. Baxley, Konrad Sheehan, Tommy J. Huff, Irwin Keyes, Sonny Landham, Frank Ferrara, Victor Magnotta, Apache Ramos, Jery Hewitt, Leon Delaney, Rob Ryder, Steven Chambers, Bill Anagnos, Harry Madsen, Victoria Vanderkloot, Gary Baxley, Lane Ruoff, Tom McNamara, Mostra tutti

Regia: Walter Hill
Sceneggiatura/Autore: Walter Hill, David Shaber
Colonna sonora: Barry De Vorzon
Fotografia: Andrew Laszlo
Costumi: Bobbie Mannix
Produttore: Frank Marshall, Lawrence Gordon
Produzione: Usa
Genere: Azione, Drammatico, Poliziesco
Durata: 94 minuti

Dove vedere in streaming I guerrieri della notte

In the city / 6 Novembre 2018 in I guerrieri della notte

Un cult per chi ha vissuto la giovinezza negli anni ’70, tormentati e violenti, che mette in primo piano la violenza di strada delle gang in una sorta di distopia metropolitana “moderata” – nel senso che accentua solo di poco la realtà e non presenta il consueto scenario post-apocalittico – illuminata dalla bellissima fotografia notturna di Andrew Laszlo. Non ci sono grandi attori ma ottimi visi e corpi cinematografici, arricchiti da maschere tematiche; una solida sceneggiatura nonostante il plot sia piuttosto orizzontale (si sviluppa come i livelli di un videogame) in cui la storia scorre rapida ed è attenta a tenere la presa sullo spettatore; una grande colonna sonora in linea con i gusti dell’epoca dove spiccano (per me) il celeberrimo theme di Barry De Vorzon e la stupenda In the city di Joe Walsh.

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Kapolavorohoooooo1111: io a 16 anni / 5 Maggio 2016 in I guerrieri della notte

In principio il titolo del film doveva essere Streets of fire, ma alla produzione questo titolo non piaceva così Walter Hill lo usò in una fase successiva per un altro film. La pellicola in questione è tratta da un romanzo di Sol Yurick, ispirato all’Anabasi di Senofonte, tradotto però dall’autore in un contesto di guerra tra bande giovanili rivali.

Di cosa stiamo parlando? De I GUERRIERI DELLA NOTTE. The Warriors è uno dei primi film che il cinefilo medio vede quando ha 16-17 anni, a 16 anni quando guardi “I guerrieri della notte” ti gasi ma ci sono delle cose che non ti arrivano. Lo guardi, lo apprezzi, scrivi The Warriors sul diario della Comix e poi guardi altra roba, ma il germe Walter Hill te lo ha attaccato. Infatti poi cresci, guardi altri film ma capisci quanto Walter Hill ci sia in una pellicola come ’71 di Yann Demange (che è un war movie che si tinge di survival horror in cui si respira la stessa atmosfera de The Warriors ma senza I Guerrieri.. o meglio, con uno solo) o quanto il ralenti usato da Hill nelle scene d’azione, ad esempio quelle relative alla sequenza che vede tre Guerrieri rimorchiati prima ed assaliti poi da una gang di teen ager, discenda da Sam Peckinpah. Tu The Warriors non lo guardi semplicemente, tu The Warriors lo divori, lo ami, lo scopi.

Non siamo più abituati a una roba come The Warriors, il film si apre a New York, ma al regista non interessa la New York dei palazzi scintillanti, in The Warriors non c’è spazio per i grattacieli ingannevolmente meravigliosi. L’atmosfera è cupa, la fotografia è scura, è ancro più dark de The Driver.
I Guerrieri si muovono in una metropoli pericolosa, scura, umida, buia. Questa è l’intro, sparatevela e capite di quello che sto parlando.

Noi non siamo più abituati a una cosa simile, il film si apre con una giostra che ti spara i neon rosa dritto negli occhi. Poi i titoli rosso sangue invadono lo schermo, la musica pompa e pompano i titoli rosso sangue. La metropolitana si avvicina e compare la scritta, il tag rosso de THE WARRIORS. Subito dopo facciamo la conoscenza dei personaggi e delle gang rivali. Noi non siamo più abituati a queste cose ed è male, malissimo.

È in un’afosa serata estiva che viene indetta una mega riunione fra tutte le bande giovanili di N.Y.C., viene stabilita una tregua e si approfitta per parlare di roba grossa. Ognuna delle bande controlla un quartiere della città, per ognuna di esse viene scelta una rappresentanza di nove eprsone circa invitata a partecipare all’adunata in un parco del quartiere del Bronx. Il promotore del raduno è il carismatico Cyrus, leader della banda dei Riffs, un individuo a metà fra Che Guevara ed Al Capone. Cyrus è acclamato come un santone dalle delegazioni delle bande giovanili. Fa la sua gran figura nel suo kimono di seta, nel suo parlare chiaro, semplice ma d’effetto. È diretto, propone di unire tutte le forze disponibili per eliminare la criminalità “legalizzata”, per impadronirsi della città. L’obiettivo di Cyrus è quello di sottrarre il controllo dei quartieri alla criminalità legalizzata della polizia usando tutti i piccoli criminali della città. È uno stratega ed ha capito che ai disperati come loro conviene unire le forze piuttosto che consumarle in contrasti tra bande. In fondo, il loro numero supera in modo prepotente quello delle forze dell’ordine.

Cyrus è il nonno di Bane di Batman di Nolan, il nonno mezzo negro, è circondato da negri che fanno arti marziali. Capite? Ha vinto. Ha vinto tutto. I sui adepti hanno i capelli afro, indossano ray-ban a goccia, fanno kung fu. Lui va in giro con un kimono di seta, io mi sono innamorato e sto continuando a scrivervi la recensione de The Warriors.

Le delegazioni delle bande che sono state invitate si recano al raduno usando i mezzi pubblici, la cosa potrebbe farvi ridere perché noi viviamo in Italia ma quello è il Bronx, la gente prende la metropolitana e l’autobus vestita da giocatore di baseball, mica cazzi. I Guerrieri e gli altri giungono nel luogo dove si terrà l’evento ma qualcosa va storto e per i Guerrieri comincia la discesa all’inferno.
Come dicevo The Warriors riprende l’Anabasi di Senofonte, che narra della ritirata dei Diecimila mercenari ellenici attraverso l’impero persiano, in questa fuga dovranno contare solo sulle proprie forze, attaccati da tutti i popoli sottomessi all’impero, dopo che Ciro detto Cyrus senza kimono il Giovane, pretendente al trono imperiale e loro capo e reclutatore, era stato sconfitto nella battaglia di Cunassa. I Warriors dovranno compiere un’impresa simile a quella dei guerrieri greci, però Walter Hill cosa fa? Realizza un survival horror senza zombie ma con delle ca**o di gang che girano per la fottuta new york city. Da un lato i guerrieri, dall’altro le gang che li cercano. Nel mezzo la Dj Dolly che grazie alla sua radio informa le gang dei passi dei nostri prodi anti-eroi. The Warriors è il cavallo di battaglia di Walter Hill, la pellicola più commerciabile dell’autore ma allo stesso tempo quella più underground, quella in cui emergono meglio il tema della fuga, della ribellione e dell’anticonformismo; quella che ti fa innamorare del regista, che la guardi e non la scordi più. Per voi il viaggio comincia qui, Coney Island è ancora troppo distante, sarete voi a sputare sangue con I Guerrieri; sarete voi ad esser caricati dalla polizia in una scena corale dalla centinaia e centinaia di comparse; sarete voi a sognare e a sperare di tornare a casa.

Ma la casa è distante e anche i mezzi pubblici li abbandoneranno. Proprio come in Italia. Prossima fermata, Roma Tiburtina. Potete prendere il treno per Orte sempre non faccia ritardo.
DonMax

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“Guerrieri… giochiamo a fare la guerra?” / 14 Marzo 2016 in I guerrieri della notte

The Warriors,culto del cinema “da strada” americano.Film diretto da Walter Hill,”I guerrieri della notte” è il tipico esempio del cinema newyorkese degli anni 70,sceneggiature incredibili ambientate negli scenari più “nudi e crudi”della “Grande Mela”.La trama racconta le vicende dei “Warriors”,una gang proveniente da Coney Island,che,in una calda notte d’estate,si ritrova con i suoi 9 elementi più caratteristici nel Bronx,zona calda dei Riffs,una potente gang del posto,il cui leader ha deciso di riunire tutte le gang della città per potersi sostituire al potere statale.Tuttavia Cyrus,profeta dei Riffs,viene assassinato quella sera stessa,e gli esecutori del delitto vengono identificati erroneamente nei Warriors.Da qui in poi i 9 affronteranno varie peripezie che li condurranno a scontri a mani nude per le vie di New York,passando dalle varie stazioni metro a “scazzottate” nel mezzo di Riverside Park.Vero e proprio “cult” della storia del cinema,il film trova i suoi “picchi scenici” nei momenti più concitati dell’azione da strada,nel bel mezzo di vere e proprie risse condite da una splendida caratterizzazione dei personaggi secondari,tuttavia assente nei protagonisti della vicenda,ossia i Warriors stessi.Ambientazione fantastica,supportata da una più che buona fotografia,destano qualche perplessità alcuni personaggi:Cleon,il capo dei Warriors,il cui destino sconosciuto lascia lo spettatore confuso,e Mercy,la cui presenza risulta inutile per la maggior parte del tempo,fatta eccezione per quei rari momenti in cui si intravede una ricerca “psicologica” e di riscatto sociale negli occhi di Swan,secondo leader dei Guerrieri.Anche i combattimenti,veri protagonisti del film,sono piuttosto paradossali.I Guerrieri della notte sono quindi un capolavoro a metà,opera incompiuta che avrebbe potuto ambire alle vette del cinema di tutti i tempi.

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14 Marzo 2014 in I guerrieri della notte

Epico.

Guerrieri, giochiamo a fare la guerra? / 26 Novembre 2012 in I guerrieri della notte

Erano anni che avevo in lista questo cult di fine anni ’70, chissà poi perché l’avrò rimandato così tanto..?! Ma finalmente posso dire di averlo visto.. ed è stato EPICO!
Io non sono una che si esalta facilmente, ma in questo caso credo sia più che lecito!

Tratto dal romanzo di Sol Yurick, I guerrieri della notte viene narrato come una specie di videogioco survival ambientato in una New York underground, degradata e incupita dal buio della notte. L’obiettivo finale è quello di raggiungere (vivi) Coney Island, affrontando una serie di livelli con difficoltà crescenti e sfidanti sempre più forti e incazzati.
Round alimentati da una buona dose di adrenalina, scazzottate, colpi di scena credibili ma con pochi (troppo pochi per i miei gusti) spargimenti di sangue.

Il ritmo del film è sostenuto da un linguaggio di strada, giovanile e scurrile (ho fatto la rima!), ottime ambientazioni (tutte reali, a parte il bagno della metro che è stato ricostruito in un set), bei personaggi (ad ognuno il suo! Io ho adorato l’addetto ai murales *.*) e l’incalzante colonna sonora con il classico sound tipico di quel tempo.

Ho trovato molto avvincenti anche i faccia a faccia fra i Guerrieri e le altre bande, nonostante la teatralità e l’eccessivo eroismo attribuito ai protagonisti (soprattutto nel caso del match con i Baseball Furies). Ma quando una scena è epica, me ne sbatto le palle delle piccolezze. Mi ha gasato bestialmente vedere quelle facce pittate da idioti prese a mazzate.. con le loro stesse mazze da quattro ragazzini inizialmente disarmati.

Le scene memorabili si sprecano, come lo scontro con i Punks (quelli con le salopette!) nei bagni della metro o il tintinnio delle bottigliette vuote provocato dallo psicopatico boss dei Rogues che si appresterà poi a pronunciare la storica frase: “Guerriiiiiieri, giochiamo a fare la guerra?” (traduzione di “Warriors, come out to play?”) sul finire del film.
Bravi anche gli interpreti, tutti pressoché sconosciuti, anche se un po’ penalizzati dal misero doppiaggio italiano.

Pur essendo un film non impegnativo (non ho il coraggio di definirlo “leggero”) con una trama semplicissima, I guerrieri della notte è un cult pazzesco di fine anni ‘70, gasante e avvincente come pochi altri. Sarà anche per quel senso di “realismo” che riesce a trasmettere.. chissà!

Ma la sequenza più epica è senza dubbio quella che apre il film.
Una rapida carrellata delle varie gang che si aggirano nei tunnel asettici delle metro per raggiungere il luogo del raduno, ci immerge in una giungla metropolitana popolata da gruppetti di ragazzi di ogni genere che si combattono costantemente per aggiungere metri al proprio dominio.
Una popolazione costituita da migliaia di membri di bande, più o meno legate alla delinquenza, che si contraddistinguono a prima vista dalle divise che indossano.
Ci sono i Turnbull Ac’s con giubbotti in pelle o di jeans, che ricordano tremendamente il movimento Skinhead. Oppure le vedove nere, le Lizzies, un branco di donne che prima di annientare il nemico lo seduce. O per citarne un’altra, nell’intro del film si vedono gli Hi-Hats, ragazzi vestiti da mimi. Facce bianche, bretelle e magliette rosse (troppo bellini! *.*).
Un film così epico che è entrato a far parte dell’immaginario collettivo di tutti.
Assolutamente consigliato a chi ancora non lo conosce!

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