Le 5 leggende

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Le 5 leggende

Pitch, uno spirito maligno, vuole conquistare il mondo degli umani: i Guardiani Immortali, tra cui Jack Frost, Babbo Natale e il Coniglio Pasquale, si uniscono per impedire che la malvagia creatura rubi l'immaginazione e la speranza agli umani.
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: Rise of the Guardians
Attori principali: Chris Pine, Alec Baldwin, Jude Law, Isla Fisher, Hugh Jackman, Dakota Goyo, Isabella Blake-Thomas, Jacob Bertrand, Khamani Griffin, Kamil McFadden, Georgie Grieve, Emily Nordwind, Olivia Mattingly, Dominique Grund, April Lawrence, Ryan Crego, George Anthony Anisimow, Peter Ramsey, Stuart Allan, Rich Dietl, Mostra tutti

Regia: Peter Ramsey
Sceneggiatura/Autore: David Lindsay-Abaire
Colonna sonora: Alexandre Desplat, Michael Allen
Produttore: Nancy Bernstein, Christina Steinberg, Guillermo del Toro, Michael Siegel
Produzione: Usa
Genere: Azione, Fantasy, Famiglia, Animazione
Durata: 97 minuti

Dove vedere in streaming Le 5 leggende

20 Dicembre 2014 in Le 5 leggende

Bah, filmetto insipiente e poco “natalizio”.
Sarebbe potuto uscire qualsiasi altro giorno dell’anno o, meglio, 3 giorni prima di Pasqua.
I 3/5 delle leggende è gente sconosciuta al popolo europeo.
Molto, molto evitabile.

16 Settembre 2014 in Le 5 leggende

Sinceramente non mi ha lasciato molto, carino ma niente di che

18 Febbraio 2014 in Le 5 leggende

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Un lungometraggio animato che mi aveva tenuto lontana dalle sale per tutto il periodo delle vacanze perché dal trailer mi sembrava la solita fuffata natalizia per bambini piccoli: un gruppo di guardiani magici, figure fantastiche la maggior parte delle quali conosciute giusto grazie alla mia immensa conoscenza dei serial/cartoons americani e alla mia passione per i Metallica nel caso di Sandman, col compito di salvaguardare i sogni di simpatici e pacioccosi bambini da un vecchio, arcano nemico: l’uomo Nero.
Col senno di poi, questa vecchia Grinch se ne pente.
Guardare “Rise of the Guardians” al cinema sarebbe stato fighissimo.

Già dalle prime immagini il film si rivela un qualcosa di decisamente più avvincente e nelle mie corde di quello che mi sarei aspettata (la Dreamworks del resto è famosa per i suoi lavori che riescono a parlare sia a bambini che ad adulti, ma non sempre ci riesce e non sempre quello che produce mi aggrada – Shrek 4 uber allen): oscurità ovunque, compresi i dialoghi.
“Buio” è la prima parola pronunciata da Jack, così come il buio sarà il nemico principale del film. Nel buio accadono le cose più bislacche, le ombre prendono vita, i sogni si tramutano in incubi, le piccole adorabili ovette di Pasqua vengono sterminate; di notte infine si combatteranno le due epiche battaglie contro Pitch Black (termine inglese che sta ad indicare il “buio pesto”. Un nome, un programma), quella che vede la morte di Sandman e l’apparente trionfo del cattivo e quella finale che riporta tutto allo status quo.
E il buio è in effetti la prima paura di un bambino.
Quella più forte e primordiale, una paura che è stata scacciata in tempi remoti dall’Uomo sulla Luna, tacita ma formidabile presenza (sembra che sia lui a rendere Jack quel che è, che quindi abbia il potere di trasformare umani o animali in figure fantastiche/mitologiche, e occasionalmente sceglie i Guardiani, anche se non ci viene spiegato come, si dà un po’ per scontato che dobbiamo accettare la cosa e farci un carrellino di fatti nostri) che ha reclutato 4 guardiani perché proteggano i bambini e ciò che rende l’infanzia tanto bella: Babbo Natale la meraviglia, il coniglio di Pasqua la speranza, la Fatina dei denti i ricordi felici, Sandman ovviamente i sogni.
E poi c’è lui. Jack Frost.

Jack non ha alcuna percezione di sè ma solo del suo nome, nome che gli ha dato proprio quell’Uomo sulla Luna alla sua “nascita” senza premurarsi però di dirgli anche quale sia il suo scopo, perchè si trovi lì. Jack non ricorda nulla del suo passato e passa il tempo a combinare guai, fare scherzi e a portare il freddo e la neve ovunque desideri. Dei guardiani gli frega poco e niente, non interagisce con loro se non per creare scompiglio (epica la scena in cui è guardato a vista dal minaccioso yeti Phil/Bill che l’ha affrontato tante volte durante i suoi tentativi di irrompere nel rifugio di Nord), ma sembra avere un’antipatia tutta particolare per Calmoniglio, o molto più semplicemente si diverte a far incavolare a ogni piè sospinto qualcuno di tanto serio e ligio al dovere.
Personalmente, lo capisco.
Insomma, in questa vita tutta giochi, divertimento e solitudine nulla potrebbe fregargliene del ritorno di Pitch Black e men che meno del pericolo in cui incorrono i bambini di tutto il mondo (bambini che nemmeno sanno della sua esistenza e che non possono vederlo) se non fosse per l’Uomo sulla Luna, che all’improvviso lo arruola ufficialmente come quinto e ultimo guardiano.
Inutile dire che Jack sarà tutt’altro che entusiasta della cosa. Idem per Calmoniglio, che non essendo affatto permaloso ancora rosica per una caccia alle uova rovinata da un’improvvisa tempesta di neve nel ’68.

Un film divertente e ben realizzato che si rivelerà essere sotto tutta quella patina di magia e strane creaturine nient’altro che un viaggio lungo la scoperta di se stessi: ci possiamo tutti rivedere in Jack Frost, perché siamo tutti al mondo per una ragione anche se nessuno sta lì a rivelarcela (sarebbe troppo facile). E tutti spesso e volentieri ci sentiamo soli e invisibili, ma a volte per fare in modo che gli altri ci notino e ci apprezzino per quello che siamo basta solo guardarsi dentro, ricordare quello che siamo e cosa vogliamo.
E buttarsi.

*

A livello tecnico c’è decisamente poco da dire a parte parole entusiastiche, basti solo pensare agli effetti della sabbia magica di Sandy e del ghiaccio di Jack e della caverna di Babbo Natale. Il character design risulta gradevolissimo e devo dire di essere rimasta assolutamente entusiasta dal Concept di due personaggi in particolare.

Babbo Natale si sveste (leggermente) di quell’aria pacioccosa a cui ci hanno abituati decenni di pubblicità della coca cola e diventa una sorta di Mix tra un Cosacco, un Pirata e Mastro Geppetto: tatuato alla Vin Diesel, si fa aiutare a produrre giocattoli non dagli elfi (qui rappresentati come odiosi e inutili esserini che sanno a malapena portare latte e biscotti e non fanno che combinare guai) ma dagli Yeti, il che spiega anche le apparizioni di Bigfoot qui e lì; rotea due spadoni a scimitarra come fossero fatti di polistirolo, la sua slitta (di una tamarragine unica, adoro!) è trainata non dalle renne pucciose di canzoni e cartoni animati americani canonici, e da quel Rudolf dal naso rosso che ci ha fatto venire la nausea, ma da bestie realistiche e tutt’altro che mansuete.
E se si incavola, altro che carbone…

Il coniglio di Pasqua diventa uno strepitoso mix tra l’australiano e il cileno. Complice il suo doppiatore originale, Hugh Jackman, di origine per l’appunto australiana, il paffuto coniglietto che nasconde uova nei cespugli diventa una bestia alta due metri a metà tra il canguro e il coniglio, con un manto che ricorda molto da vicino i disegni tribali dei Maori e ovviamente due enormi boomerang come armi. Inutile dire dei rimandi all’Isola di Pasqua, nella forma di quegli enormi ovoni di pietra che vivono nella sua tana. Inutile dire che tra le altre cose adoro come lui e Babbo Natale si scornino in continuazione su quale delle rispettive festività sia la più importante. Prima di guardare questo film avrei detto natale a occhi chiusi.
Dopo aver visto questo coniglio di Pasqua non saprei.

Neanche gli altri personaggi sono tanto male, anche se mi hanno colpita di meno per originalità e simpatia. La fatina dei denti con quell’aria a metà tra il colibrì e la fan dei Beatles (specie quando si parla di Jack) è quel tipo di personaggio allegro e buono ai limiti del sempliciotto che non incontra il mio gusto per semplice indole personale (anche se Dente da Latte è adorabile), Sandman e Jack sono indubbiamente due bei personaggi ma a livello di concept l’originalità vera è andata altrove. Il protagonista, Jack Frost, è un folletto che appartiene alla dimensione anglosassone e qui da noi lo si conosce forse, al limite, per quel film con quell’orrendo pupazzo di neve vivente che trasmisero negli anni ’90 se non erro. A confronto con quello, indubbiamente vince il ragazzino dinoccolato dagli occhi color ghiaccio e coi denti bianchi come neve appena caduta della Dreamworks.

*

A livello di trama ci sono cose che mi sono risultate poco chiare e che non mi hanno permesso di dare al film un punteggio pieno nonostante mi abbia assai divertita e intrattenuta (scopo primario di un film d’animazione), a cominciare da quello che accade esattamente nel momento in cui si diventa un guardiano: sembra che un guardiano che non ha abbastanza bambini che credono in lui sia destinato alla morte, ma quanti siano precisamente “pochi” bambini non c’è dato modo di sapere perchè variano da un minuto all’altro. A Dentolina basta una notte senza girare il mondo a caccia di dentini per vedersi indebolire fino quasi a non poter volare. A fine film sono solo sei bambini a credere in Jack eppure non sembra minimamente provato anche dopo il giuramento per diventare Guardiano a tutti gli effetti.
Calmoniglio diventa un normalissimo coniglietto quando smettono di credere in lui, quindi verrebbe da pensare che si tende a ritornare alla forma originaria: ma di nuovo, bastano i soliti 6 bambini di cui sopra a far recuperare i poteri a tutti quando prima è bastato molto meno per indebolire di parecchio Dentolina.

Poi… Babbo Natale afferma a un certo punto che i Guardiani sono troppo impegnati per pensare ai bambini, ovvero per interagire con loro, quindi si potrebbe pensare che essere un Guardiano ti porti automaticamente lontano dai bambini. Ma a inizio film Calmoniglio ci fa capire che i guardiani non si riuniscono poi così spesso, Sandman non ha problemi a trascorrere le notti a diffondere la sua sabbia magica in giro e in un’altra scena la fatina dei denti dire qualcosa sulla falsariga di “Non ricordo perchè ho cominciato ad allontanarmi dai bambini”. Quindi quella di lavorare lontano dai bambini è una precisa scelta e non sembra esserci nessun regolamento in proposito.
O impossibilità oggettiva.
Ritagliandosi del tempo la Fatina potrebbe ancora farlo. Quindi perchè alla fine Jack, una volta riuscito a far breccia nel cuore di quei pochi bambini e ad essere visto, sembra che stia partendo per il Vietnam? Perchè si ha l’idea che non rivedrà mai più Jamie e i suoi amici (che dovranno credere in lui nonostante non potranno più vederlo), specie considerando che lui non protegge una festività famosa come il Natale o la Pasqua, che a fine film sono solo 6 i bambini che credono in lui e che diventando un guardiano rischia di sparire nel momento in cui quei 6 bambini, una volta diventati adulti, smetteranno di credere in lui? O si deve pensare che quei 6 bambini andranno in giro per il paese a diffondere la novella di Jack Frost e di come salvò il mondo?

Proprio la fine mi sembra forse un po’ raffazzonata e buttata via: non capisco l’addio di Jack, non capisco la paura di Pitch: non è un guardiano, quindi se la gente non crede in lui non è un problema, può sempre aspettare il momento giusto e congeniare un altro piano. Dovrebbe essere al massimo arrabbiato coi Guardiani che l’hanno sconfitto, ma impaurito al punto da farsi divorare dai suoi incubi?
Lui che è il signore della paura?
Mah…
Il concept stesso del personaggio risulta debole. Dovrebbe essere un nemico talmente temibile da necessitare di ben 5 guardiani per essere sconfitto, dall’aspetto al modo di comportarsi sembra un disneyano Ade ma con meno carisma, e il suo maggior potere (la sabbia nera) l’ha rubata a Sandy… E un film senza un cattivo coi controcosi manca di qualcosa di importante, a mio modestissimo avviso.
Ma io sono un’adulta.
Perdo tempo ad arrovellarmi sulle cose.
Un bambino non farà altro che lasciarsi incantare dalla magia di questo lungometraggio. Ammetto poi che al ritorno di Sandman (un’ovvietà col senno di poi) la lacrimuccia in fondo è scappata anche a me.

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La Dreamworks ci dà dentro… 7,5 / 11 Gennaio 2014 in Le 5 leggende

La Dreamworks sforna un altra favola da incantare grandi e piccini! Un film da non sottovalutare, scene bellissime (in HD i colori e le risoluzioni stupiscono!) con personaggi variegati e divertenti, in una fiaba che non è mai banale e riesce e catturare l’attenzione ad ogni fotogramma. L’espressione maligna di Pitch Black mi ricorda vagamente il Chernabog di “Fantasia”, riesce nel suo ruolo spettrale e cattivo di “Uomo Nero” con azzeccati cavalli neri e rabbiosi a fargli da spalla. I Buoni invece incantano: dal dolcissimo Dente Da Latte, al determinato Calmoniglio e al tenerone Babbo Natale, o il fiabesco Jack Frost… Parlerei righe intere di questo cartone, e devo dire che non c’è stato attimo che mi abbia annoiato… Vedetelo, vi affascinerà! 7,5

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Il voto sarebbe un 6.5 / 2 Gennaio 2014 in Le 5 leggende

Buon film della animazione della Dreamworks anche se mi aspettavo qualcosa in più. Forse poco conosciuti da noi l’Uomo dei Sogni (non parla, si fa capire visualizzando i pensieri come nuvolette sulle testa, esattamente come vengono disegnati i sogni dei bambini) e Jack Frost, che soprattutto all’inizio è un pò antipatico, sembra pensare solo ai suoi interessi anche se in fondo cerca di capire chi è. Simpatico Babbo Natale, ma soprattutto molto divertenti gli Yeti e gli Elfi (che assomigliano un pò, x modo di fare, ai Minions anche se in questo film hanno poco spazio); carino anche il Coniglietto di Pasqua (un pò burbero con Jack Frost) e la Fata dei Dentini (simpatiche soprattutto le sue aiutanti, tenere e indifese o quasi). Insomma un buon film che però si sofferma più sull’ingresso nelle Leggende di Jack Frost e sul loro scontro con l’Uomo Nero (Pitch Black, omaggio al film con Vin Diesel?) invece di soffermarsi maggiormente sui singoli personaggi.

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