Recensione su I due Papi

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Mha… / 8 Gennaio 2020 in I due Papi

Il film narra la storia dell’ipoteca amicizia tra Ratzinger e Bergoglio e su le vicende salienti della vita di quest’ultimo, secondo Fernando Meirelles, che credo si basi su fattualità televisive e di parte più che su uno studio vero e proprio dell’ argomento. Bergoglio viene dipinto come un santo quasi, il buono per eccellenza, e Ratzinger un po’ come un nemico amico che poi rinuncia alla sua carica di Papa solo per dei problemi fisici.
Il tutto mi sembra un po’ banale e non veritiero. Comunque non sono qui per fare inchiesta ma ce ne sarebbero di cose da dire, i fatti che hanno portato al “cambio di Papa” di certo non sono solo quelli mostrati nel film, anzi, tutt’altro.

SIamo i lontani dai tempi di City of God che senza dubbio fotografava una realtà ben più cruda ma “reale”, veritiera, originale e avvincente. Mi sarei aspettato qualcosa di più da Meirelles.

Il film, in alcuni tratti, è girato quasi in stile falso documentario, un plauso alla splendida interpretazione di Jonathan Pryce, che tra l’altro, assomiglia in modo incredibile (grazie anche ai truccatori) a Papa Francesco, potrebbe essere la sua controfigura.
Alcuni piccoli orrori di doppiaggio per quanto riguarda delle comparsate di attori italiani e non.

Non credo ci sia da dire altro.
Consigliato : Ni.

7 commenti

  1. Stefania / 8 Gennaio 2020

    “Ratzinger (…) rinuncia alla sua carica di Papa solo per dei problemi fisici”: beh, questo non è proprio corretto. Durante una buona parte dei colloqui con Bergoglio, il Ratzinger del film dice che non sente più la voce di Dio (in sostanza, ha dei dubbi spirituali). Quindi, a meno che tu non l’abbia inteso come un principio di sordità, questo non è esattamente un problema fisico 😀

    • rust cohle / 8 Gennaio 2020

      AHAHAHAHAHAHA, no non credo sia sordo, ne che sia schizofrenico. Ho omesso questa parte nella descrizione perché me la sono dimenticata ma non cambia molto quello che penso del film. Sarà che sono un complottista è, anticattolico e anticlericale, però quello che più critico è appunto una, secondo me, mancanza di realismo, trovo che la chiesa cattolica sia uno degli “enti” più marci che esistano e sono convinto che i motivi dietro questo scambio di poltrone siano molto più politici, economici e sociali di quanto sia stato fatto intendere nel film, non è di certo la cecità ad un occhio, gli acciacchi della vecchiaia ne tanto meno un dubbio esistenziale.
      Anche perché il diritto canonico non prevede che si possa rifiutare la carica di Papa una volta che si è stati eletti( per questo il detto “Morto un Papa se ne fa un altro”), il titolo di Papa emerito non esiste nella normativa della chiesa, se lo sono inventato (Il Papa attuale è Benedetto XVI, “Papa” Francesco non è un Papa è il vescovo di Roma e l’unico uomo in tutta la chiesa cattolica a potersi vestire come il Papa e fare le sue veci). In duemila anni di storia sarà successo forse tre volte che un Papa rinunci alla sua carica una volta eletto e tutte le volte, compresa la più recente, la pressione dell’opinione pubblica è sempre stato l’elemento che ha inciso di più.
      Io, almeno, la penso cosi, soprattutto da quando la chiesa è diventata una holding capitalista grazie alla quale migliaia di uomini, non proprio dei “santi”, hanno prosperato.

      Detto ciò a te è piaciuto il film?

      • Stefania / 8 Gennaio 2020

        Sì, mi è piaciuto, perché mi ha fatto divertire. Ci sono dei passaggi che mi sono piaciuti molto, perché i personaggi sono stati caratterizzati bene da Pryce e Hopkins.
        Sicuramente, non mi aspettavo che il film di Meirelles chiarisse i reali motivi della rinuncia al soglio pontificio di Ratzinger. Non nego che possano esserci stati anche elementi come quelli che suggerisci tu e chissà quali “intrighi di palazzo”, ma non mi sento di mettere in dubbio la concorrenza di un fattore spirituale, proprio per via della natura umana di Benedetto XVI. Il fatto che la rinuncia sia occorsa qualche tempo dopo l’uscita del film di Moretti potrebbe far sospettare un’ispirazione 😀 Ma, lungi da me essere papista secondo l’accezione risorgimentale del termine, non la escludo e, anzi, forse ingenuamente, la caldeggio. Voglio credere che l’elemento umano sia ancora in grado di fare la differenza.
        Per quanto riguarda la reale carica di Bergoglio a Roma, non mi inoltro nei meandri del diritto ecclesiastico, perché non ne so praticamente niente. Però, scusa, tutti i Papi sono Vescovi di Roma, quindi non mi è chiara la distinzione che fai, quando dici che Francesco è “solo” il Vescovo di Roma, dato che Sommo Pontefice e Vescovo di Roma sono -diciamo- sinonimi. Ho capito cosa intendi sulla titolarità del soglio pontificio e sull’ “invenzione” del ruolo di Francesco I, ma non mi pare sia quello il motivo per cui Bergoglio potrebbe non essere considerato Papa, ecco. Da quel che so, chi solleva la questione adduce dei motivi legati alla modalità della sua elezione e a quelle della rinuncia di Ratzinger, piuttosto. Però, non sono abbastanza informata su come funzioni nel diritto ecclesiastico il passaggio di consegne: rischio di infilarmi in un ginepraio e di perdermici 😀

        • rust cohle / 8 Gennaio 2020

          No ma neanche io sono un esperto di diritto, figuriamoci. Non addentriamoci perché è a tutti gli effetti un ginepraio. Ovviamente qualsiasi Papa è ancheil vescovo di Roma, come giustamente hai detto, il problema è che dovrebbe esserci un solo Papa, come vedi però sono due.
          Perche allora se Ratzinger è Papa ( e lo è te lo confermo) e Bergoglio è Papa emerito, qual’è la differenza? Chi è il vescovo di Roma?
          Questo è il punto.

          • Stefania / 8 Gennaio 2020

            Io la faccio facile e la metto giù così: Ratzinger è Papa non officiante e Bergoglio è Papa officiante. Ci sono due Papi e, da cattolica eh, non mi scandalizzo o spavento. Se, poi, la convivenza funziona (a pensar male, si potrebbe perfino dire che Ratzinger, o chi per lui, magari manovra Bergoglio) e le alte sfere del Vaticano hanno aggiunto una regoletta per giustificare puerilmente la compresenza dei due, scompaginando cose regolarizzate e stabilite da anni, tanto meglio. Mi piace pensare che sia un dolce tentativo di minare la secolarizzazione della Chiesa, laddove certi meccanismi non funzionano più, ma sono consapevole che ci sono molti interessi in ballo nell’elezione di un pontefice e che, probabilmente, non c’è granché di innocente in questa soluzione.

  2. Noloter / 8 Gennaio 2020

    cit. “Bergoglio viene dipinto come un santo quasi, il buono per eccellenza, e Ratzinger un po’ come un nemico amico che poi rinuncia alla sua carica di Papa solo per dei problemi fisici.
    Il l sospetto che si tratti soltanto di un’opera agiografica con lo scopo di riattizzare il sostegno di una certa opinione pubblica al regime change messo in atto il 2013, in effetti, viene già dal promo.
    Sorprende (ma neanche poi tanto, a conti fatti, anzi: tutto torna) che la produzione sia del network (forse) più liberal in circolazione.

  3. rust cohle / 8 Gennaio 2020

    @Noloter, ma sai Netflix punta sulla quantità, infatti, se vediamo, la maggior parte dei titoli che carica sono immondizia bella e buona e in quella marea di pattume ogni tanto si salvano dei titoli, come I Due Papi appunto o Marriage Story ma credo che sia solo la fortuna di catturare dei pesci grossi in un mare di sardine avendo una rete da pesca abbastanza larga.
    Amazon fagociterà Netflix se non se non cominciano a fare una scrematura dei titoli, cosa che la piattaforma di Bezos già fa, con titoli anche di nicchia come La Notte o L’Accattone.

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