Dragon Trainer 2

È stato bellissimo il primo film, è questo non è stato da meno! La pazza ricerca di Hiccup di nuove terre e draghi li porterà ad affrontare un nemico del passato, che si è potuto vedere nelle serie TV. La scoperta che la madre di Hiccup non è morta ci ha reso un po’ tutti felici, facendoci pensare che potessero essere di nuovo una famiglia. Ma la testardaggine di Hiccup, pacifista, lo porterà a cercare un dialogo con il capo dei cacciatori, Drago, il quale fallirà e gli costerà la speranza di poter essere una famiglia unita, con il sacrificio del padre Stoick. Lo scontro fra Sdentato e la Bestia Selvaggia di Drago alla fine è stata epica, e affascinante. Anche questa volta, colona sonora perfetta ed azzeccata alla grande.

Non ho parole… un degno sequel! Emozionante, sopratutto in scene come il volo di Hiccup e Sdentato all’inizio film, con tanto di caduta nel vuoto, la gara di Draghi, il mondo dei Draghi che sembra la Pandora di “Avatar”, Sdentato “posseduto” dall’Alpha (oddio…un colpo al cuore!), la battaglia finale… Un susseguirsi di stupore! Su alcune cose si è sorvolato un pò: (SPOILER!—–>) poco spazio al ritorno della madre, o alla morte del padre per salvare Hiccup, il destino di Drago (è morto annegato quando hanno sconfitto l’Alpha cattivo?). Insomma, un pò di cose in sospeso, ma di certo un terzo film non ci starebbe male, e ha tutti i presupposti! Voglio uno Sdentato anche io!!!!!!! 8+

Se How To Train Your Dragon fosse stato un film d’animazione qualunque probabilmente il sequel non mi avrebbe deluso così tanto.
È pieno di trovate banali: in primis Drago Bludvist e il drago Alpha che può controllare la mente degli altri draghi, ma anche il “We have our dragons!” completamente random del finale che ricalca vagamente quello del primo film (“… we have dragons!”).
Quando potrebbe avere occasioni di essere originale, le butta all’aria: il ritorno della madre di Hiccup che si ricongiunge immediatamente col padre, la morte di quest’ultimo per mano di Toothless posseduto risolta nel giro di cinque minuti, il presunto filo conduttore sull’essere capo di Hiccup concluso che lui diventa capo perché sì, boh, spallucce.
Ecco, quello che manca più di tutto a questo film è un percorso per il protagonista. Se il primo film si può riassumere in “ragazzino sfigato che fa della diversità la sua forza”, il sequel non ha nulla del genere (“ragazzo non più sfigato diventa capo dopo battaglia e morte del padre”). Anzi, non ha proprio nulla da aggiungere a quello che diceva il primo film.
Poi vabe’, magari vi piacciono l’animazione, gli occhioni dolci di Toothless o la vichinga che sbava per i muscoli del nuovo belloccio di turno, ma da parte mia cercherò di dimenticare, dimenticare, dimenticare.