Recensione su Come vivo ora

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“Before the war I used my willpower for stupid stuff. I guess I was pretty naive back then.” / 6 Febbraio 2016 in Come vivo ora

Di recente si è assistito all’ascesa di un genere cinematografico/letterario che prende di mira la fascia demografica dei preadolescenti/adolescenti, solitamente rappresentando distopie o scenari di guerra.
How I Live Now vorrebbe collocarsi in questo genere ma, fortunatamente, non ci riesce, creando un film che si differenzia pesantemente da tutti gli altri. Per questo motivo è stato un flop colossale.

Daisy (la sempre splendida Saiorse Ronan) è un’adolescente di New York che viene spedita a passare l’estate con i suoi cugini, in Inghilterra. Suo padre non sembra curarsi del fatto che il livello di allerta terrorismo sia alle stelle e che in tutto il continente si assista ad attentati e insurrezioni.
Ma la famiglia di Daisy vive in un cottage in campagna, a contatto con la natura, e l’imminente conflitto non influenza le loro vite, finché una bomba nucleare non esplode nel centro di Londra e comincia a vigere la Legge Marziale.

Da qui in poi il delirio della guerra, rappresentata con una certa dose di durezza. Nel vedere questo prodotto non riesco a non pensare agli altri film del medesimo genere, dove la violenza è sempre sottintesa, velata, raccontata e mai inquadrata. In How I Live Now si vede la morte e la distruzione (la scena della scoppio della bomba è d’impatto), comunque con qualche accortezza, mai troppo sangue né ferite evidenti, ma non si ha l’impressione che sia volutamente nascosto qualcosa.

Altro grande pregio di questo film è la protagonista Daisy: non è la prescelta, non ha doti particolari, è un’adolescente scontrosa e problematica che reagisce alla guerra concentrandosi sui suoi obiettivi.

È stata un’amica a convincermi a vederlo, dicendo: “Sono tra i boschi e sentono lo scoppio della bomba. Tornano a casa, vedono le immagini al telegiornale e improvvisamente va via la corrente. E sono spaesati, esattamente come saremmo stati spaesati noi. Si comportano esattamente come ci comporteremmo noi”.
Ecco perché questo film non può essere adatto ad un pubblico adolescente. È troppo reale, troppo vicino al nostro modo di vivere. Non è la guerra in un paese lontano o in un’altra epoca, è l’Europa del 21° secolo, la minaccia non è un dittatore con delle vaghe idee di potere, ma il terrorismo.
In sintesi, è troppo pesante per la maggior parte del pubblico a cui è indirizzato.
Mi è piaciuta molto la fotografia, natura lussureggiante esaltata in tempo di pace, grigiore onnipresente in tempo di guerra.

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