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Hostiles - Ostili

/ 20176.682 voti

Western romantico / 17 Ottobre 2022 in Hostiles - Ostili

Vendetta, redenzione, amicizia, devozione, perdono ,rinascita, amore, odio, rettitudine, rivalsa.
C’è un pò di tutto in questo western che definirei “romantico”.
Bale all’inizio è un pò l’antitesi di quel Nathan Algren tomcruisiano, per niente pentito delle perfidie compiute a danno degli indiani.
Atteggiamento che -ovviamente – muterà nel corso del film, dopo parecchie vicessitudini .
Ogni tanto la narrazione rallenta, si blocca un pò in dialoghi a due forse troppo prolissi…ma l’effetto sedativo, fortunatamente non dura perchè poi arrivano quasi sempre e quasi subito , anche gli spari.
Belle riprese, panorami mozzafiato , personaggi abbastanza ben strutturati.
Insomma, un (raro) bel film , senza gridare ovviamente al miracolo.

ps = cast stellare : Rosamund Pike sempre bella e brava , Jesse Plemons usato come spalla extra-lusso , addirittura Timothée Chalamet buttato la 5 minuti come una comparsa qualsiasi.
Ah, c’è anche il bravissimo Ben Foster…che – guarda caso – ha un ruolo da villain. Ma ha mai fatto qualche ruolo da buono? ogni suo film che ricordo, vede lui in veste di “cattivo” …Inferno, Warcraft, The Program, 30 giorni di Buio…

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Troppo convenzionale / 13 Ottobre 2020 in Hostiles - Ostili

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Ammé Scott Cooper continua a convincere poco. Della sua filmografia, finora, salvo solo Il fuoco della vendetta, perché, per il resto, siamo sempre dalle parti di “il ragazzo è dotato ma non si applica”. Mi pare che, nei suoi film, Cooper perda di vista troppo spesso le premesse narrative a favore di una specie di (ricerca di) approvazione incondizionata da parte del pubblico.

Hostiles è la sua prima incursione “pura” nel genere western e conferma la facilità con cui Cooper affastella temi e narrazioni con lo scopo di raccontare “storie” di redenzione, senza azzardare mai (con l’eccezione de Il fuoco della vendetta, beninteso) in direzioni che scontentino l’audience.

In particolare, qui, il Capitano Blocher di Christian Bale, dopo decenni di vera e propria caccia ai nativi, cambia opinione sui suoi odiati nemici in maniera sorprendentemente veloce, peraltro senza che accada qualcosa di davvero fondamentale che giustifichi un sì repentino cambio di fronte. Idem per il personaggio della vedova (Rosamunde Pike) che sembra superare i suoi traumi e accettare la presenza dei nativi nella carovana militare dopo qualche dormita.
Alla fine del film, per esempio, non si comprende affatto per quale motivo Blocher non possa proseguire la sua vita con la vedova e il bambino cheyenne e perché le loro strade debbano dividersi in stazione, dove la donna è in partenza per una nuova vita, altrove, insieme a Piccolo Orso. In questo senso, il taglio romantico conferito a forza al gesto conclusivo di Blocher non ha ragion d’essere, perché è la soluzione più logica della vicenda, vista la totale assenza di conflitto (leggi: impedimenti).

Alla ricerca insistita dell’approccio politicamente corretto, Hostiles si risolve in un racconto cinematografico convenzionale, già trattato in altri film di genere, che non dimostra di avere alcuna particolare originalità sia dal punto di vista narrativo che tecnico (fotografia e montaggio sono assolutamente incolori) e che manca di un sufficiente approfondimento psicologico e/o di eventi che supportino determinati cambi di rotta.

Curiosamente, del cast (oltre a Bale, alla Pike e al premio Oscar alla carriera Wes Studi), fanno parte altri attori abbastanza noti che, però, compaiono brevemente in scena e di cui raramente viene inquadrato chiaramente il volto. Oltre a Jesse Plemons e Ben Foster, ho riconosciuto Scott Shepherd e Paul Anderson. All’epoca, Timothée Chalamet non era ancora particolarmente famoso: il suo personaggio è pressoché inutile e la sua partecipazione al film di Cooper è al limite della comparsata.
Curiosità a latere: tra gli attori, c’è anche Q’orianka Kilcher che, nel film, The New World (2005) di Terrence Malick, interpreta Pocahontas. Sempre in quel film, Christian Bale è John Rolfe, il marito inglese della principessa nativa, mentre Wes Studi è un membro della tribù della ragazza.

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Viaggio ostile / 15 Aprile 2019 in Hostiles - Ostili

Buon western, duro e drammatico.
Il capitano dell’esercito Joseph Blocker (Christian Bale) riceve un ordine da un suo superiore di scortare un capo cheyenne, in fin di vita, e la sua famiglia nella loro terra nativa. Blocker ha avuto dei precedenti con gli indiani e non li vede di buon occhio (per usare un eufemismo) ma è praticamente costretto ad accettare l’incarico. Nel loro lungo viaggio incontreranno altre minacce, raccoglieranno una vedova (Rosamund Pike) che ha appena visto la sua famiglia massacrata da un’altra tribù di indiani, e affronteranno rischi e pericoli per arrivare alla loro destinazione.
Buon ritmo e ottima analisi dei personaggi con Blocker all’inizio duro e deciso contro gli indiani ma che durante il viaggio avrà modo di rivalutare le sue opinioni. Anche la vedova cambia atteggiamento; all’inizio quasi folle per la sua recente perdita, pian piano assimila il lutto e inizia a mostrarsi decisa ed equa senza farsi prendere dai pregiudizi.
Interessante il titolo: chi sono veramente gli ostili? Gli indiani o i bianchi che hanno preso la loro terra?
Il film è drammatico, ci saranno molte perdite umane durante il tragitto.
Nel resto del cast da citare Ben Foster nei panni del balordo Sergente Wills, Timothee Chalamet (“Chiamami col tuo nome”) è il soldato francese, Wes Studi e Adam Beach sono rispettivamente il capo indiano e suo figlio.

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Bale pls don’t cry ! / 8 Aprile 2019 in Hostiles - Ostili

Il voto sarebbe un 5,5 ho arrotondato a 6 perchè sono sempre stato affascinato dalla cultura dei nativi americani ( già una semplificazione di per se visto che si tratta di una serie di popolazioni e culture estremamente variegate ed eterogenee..) e quindi accolgo sempre benevolmente opere cinematografiche e/o letterarie che provano a raccontare “l’epopea americana” focalizzandosi su quello che realmente fu e cioè un genocidio fisico e culturale attuato ai danni di popolazioni autoctone da parte dei colonizzatori europei e protrattosi nel corso di mezzo millennio fino al quasi totale annientamento di queste.
Finita la premessa venendo al film in questione e tralasciando la trama per evitare inutili spoiler, devo dire che purtroppo l’opera di Cooper non mi ha convinto a pieno sia nella sceneggiatura che (aimè… Bale è forse il mio attore preferito della sua generazione..) nella recitazione; il problema di fondo è che il film si inserisce nel filone odierno dei film hollywoodiani che definirei del “fare ammenda” che si parli degli indiani, del trattamento riservato agli afroamericani,della guerra in Vietnam ,del maccartismo etc..etc.. c’è una tendenza revisionista che, se da una parte ritengo personalmente molto positiva, rischia spesso di scadere in una sorta di buonismo qualunquista alla ricerca continua della lacrima facile a discapito però del senso di realtà e di verismo di una data storia e del contesto in cui si svolge, e in questa tendenza si inserisce a pieno hostiles in cui la continua ricerca di “emozionare” lo spettatore va in parte ad intralciare non solo lo scorrere del filo narrativo di una storia comunque interessante ma anche un senso più generale di “verità” e attinenza alla realtà; in ultimo devo dire che vedere il “comandante di ferro” Bale, che ad inizio film appare il classico duro asentimentale temprato da decenni di battaglie ed eccidi di indiani del tipo “ho visto cose che voi umani….” trasformarsi nel corso della storia (quindi un arco temporale di alcuni giorni…forse settimane) in una mammoletta che dispensa lacrime ad ogni piè sospinto (anche considerando tutta la drammaticità degli eventi che si trova ad affrontare) mina la credibilità del personaggio rendendolo quasi paradossale.

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