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Horse Girl

/ 20205.233 voti

Ottimi spunti poco sviluppati / 1 Marzo 2020 in Horse Girl

Horse Girl si rivela essere un film interessante con degli ottimi spunti, ma poco sviluppati e troppo sconclusionati, a tratti difficile a scorrere, con troppa carne al fuoco, molto fumo negli occhi, che lascia alla fine un retrogusto amaro di delusione per le troppe domande date senza alcuna risposta. Peccato perché il materiale per farne uscire un bel film c’era e col tempo sarebbe potuto diventare un cult.
Tuttavia ho apprezzato come è stato trattato il tema della schizofrenia in alcune sue parti, e la colonna sonora l’ho trovata molto interessante; verso la fine mi ha ricordato quella del film Birdman di Alejandro González Iñárritu.
Alison Brie, un’attrice che ultimamente ho scoperto grazie alla serie Glow, è del quale ha smosso il mio interesse, in questo film è stata particolarmente superba. Un’attrice che meriterebbe più visibilità, molto versatile e con una spiccata dote per ruoli drammatici e malinconici, che in questo inizio 2020 ci ha regalato una delle migliori e più interessanti interpretazioni.
Non so voi ma qualche premio per questa interpretazione io glielo darei.
In conclusione, questo film forse andava bene come episodio di 50 minuti di Black Mirror piuttosto che come film stand-alone.

Voto: 5½ che arrotondo a 6 per l’ottima interpretazione di Alison Brie

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Svaporato / 17 Febbraio 2020 in Horse Girl

Nonostante, negli ultimi tempi, Netflix abbia prodotto diversi film davvero buoni (Storia di un matrimonio, The Irishman, I due papi, Roma, Sulla mia pelle sono i primi che mi vengono in mente),Horse Girl segna un notevole passo indietro della casa di produzione e distribuzione, facendo(mi) ripiombare nella selva malmostosa dei film originali Netflix pasticcioni e pasticciati.

Prima di Horse Girl, presentato al Sundance 2020, del regista Jeff Baena avevo già visto Life After Beth (2014), una rilettura abbastanza originale del filone zombie che, però, non mi aveva convinta fino in fondo. Nota: anche lì, c’erano gli attori Molly Shannon e Paul Raiser, un paio di quelle facce che vediamo in trentamila film statunitensi, ma a cui non sappiamo mai dare un nome/non riusciamo ad attribuire una filmografia precisa.

L’allure di Horse Girl è molto indie, il che non mi dispiace. Ma il suo problema più grosso (già riscontrato nel film citato) è che, dopo ottime premesse, in questo caso rette da una bravissima attrice protagonista, Allison Brie, a un certo punto si perde, evapora, scompare. Esatto: da un certo punto in poi, improvvisamente, il film, che, pure, tratta in maniera molto interessante e delicata il tema del disturbo psichiatrico, si dissolve senza lasciare traccia, né tirare le fila dei vari discorsi e degli spunti tirati in ballo.

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