Recensione su Ho ucciso Napoleone

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Troppe incertezze / 26 Aprile 2016 in Ho ucciso Napoleone

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Il film parte come un treno, sfruttando con originalità toni grotteschi decisamente interessanti sostenuti da una buona caratterizzazione della protagonista ben interpretata da una luciferina Ramazzotti.

Purtroppo, per i miei gusti, la virata thriller della storia, con il palesamento della natura malata dell’avvocato (un altrettanto buon Libero De Rienzo), porta su un piano eccessivamente realistico l’intera vicenda, rallentando lo spirito caustico del film e azzerandone l’apprezzato atteggiamento sopra le righe.
Lo spunto iniziale, che prevede la rappresentazione di una donna anaffettiva per scelta, per calcolo ed allenamento, foriero di riflessioni non da poco nonostante il citato tono grottesco (carriera vs. vita privata, repressione dei sentimenti, ecc.) perde mordente ed efficacia quando diviene drammaticamente serio (vedi, la violenza domestica di natura espressamente psicologica e la sottrazione dell’individualità e dell’indipendenza della donna relegata al solo ruolo di madre).

Colonna sonora internazionale ricca (Goldfrapp, Hooverphonic, Violent Femmes, The Trashmen…), ma un po’ slabbrata, “appoggiata” sulle immagini e poco coesa con le stesse.

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