Recensione su Historias Mínimas

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Le tre solitudini / 10 Maggio 2013 in Historias Mínimas

“Arrivati ad una certa età, non c’è niente di peggio delle solitudine: ti scava dentro, poco a poco, ti annienta, ti devasta. È come un vento freddo, tagliente, ti spoglia di tutte le certezze, di tutte le tue passioni, ti rende inerme, nudo, ti toglie il desiderio di continuare a vivere. Io, però, non avevo nessuna intenzione di soccombere, avevo ancora qualcosa da fare, dovevo saldare un conto con la mia coscienza.
Così quando mi dissero che il mio cane era ancora vivo, il mio cane che mi aveva abbandonato, che era fuggito da me nauseato dalla mia vigliaccheria, presi la palla al balzo: lo avrei cercato, lo avrei trovato, avrei percorso quei chilometri che mi separavano da lui anche a piedi, con i miei scarponi da montagna o perfino in ginocchio. Costi quel che costi.”

Un film piccolo, delicato, tre storie che si intrecciano, si toccano. Si parla di solitudine, di ricerca della propria identità e delle proprie certezze messe in dubbio. Storie di tutti i giorni, raccontate con una lieve ironia, con un sorriso appena celato, con affetto. E su tutto il magnifico e desolato paesaggio della Patagonia: deserti sconfinati, suggestivi, affascinanti.
qui la “colonna sonora”.

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