His House
/ 20206.139 votiUna coppia di rifugiati sudanesi ottiene asilo politico e un alloggio in Gran Bretagna e, provando a dimenticare gli orrori della guerra, prova a costruirsi una nuova vita. La legge britannica sull'immigrazione e sull'assegnazione degli alloggi impone che gli assegnatari non possono assentarsi dalla casa, pena la perdita dei benfici. Ma la coppia ignora che la loro abitazione nasconde un oscuro segreto.
Stefania ha scritto questa trama
Titolo Originale: His House
Attori principali: Sope Dirisu, Wunmi Mosaku, Malaika Wakoli-Abigaba, Matt Smith, Javier Botet, Yvonne Campbell, Vivienne Soan, Lola May, Kevin Layne, Maureen Casey, Homer Todiwala, Dominic Coleman, Sally Plumb, Roland Manookian, Andy Gathergood, Rasaq Kukoyi, Gamba Cole, Bradley Banton, Emily Taaffe, Ian Horgan, Perry Warner, Mevis Birungi, John Kamau, Destiny Okoh, Steven Blakeley, Tabitha Wady, Kyna Boyle, Julius Reuben, Lanre Olagoke, Adwoa Brown, Mark Gooden, Rita Laker-Acaye, Simon Akinwunmi, Mikey Adewunmi, Yasmine Smith, Cornell John, Aliyah Sesay, Vivien Bridson, Scott Michael Wagstaff, Ty Hurley, Rene Costa, Marie Hamm, Mostra tutti
Regia: Remi Weekes
Sceneggiatura/Autore: Remi Weekes
Colonna sonora: Roque Baños
Fotografia: Jo Willems
Costumi: Holly Rebecca, Rebecca Cunningham
Produttore: Edward King, Martin Gentles, Roy Lee, Aidan Elliott, Arnon Milchan, Natalie Lehmann, Mark Huffam, Stuart Manashil, Yariv Milchan, Michael Schaefer, Steven Schneider, Eva Yates
Produzione: Gran Bretagna
Genere: Drammatico, Thriller, Horror
Durata: 93 minuti
Dove vedere in streaming His House
ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama
Benché non esente da qualche difetto, His House coniuga bene la cronaca internazionale e la denuncia sociopolitica (in stile Jordan Peele, per intenderci) con l’horror tout court.
L’aspetto orrorifico del racconto si esplica su almeno tre livelli:
– la casa infestata (con relativa costruzione di immagini disturbanti a tema ed elaborazione di jumpscare): è un elemento di genere, classico e, forse, è il punto debole del film, per quanto, inizialmente, sia perturbante. A proposito di elementi narrativi tradizionali, però, ho trovato efficace l’uso del plot twist;
– il contesto di partenza e il viaggio: orrore puro, perché reale, drammaticamente quotidiano;
– il contesto di arrivo (burocrazia, adattamento forzato e improvviso, intolleranza, diffidenza, limitazioni economiche e di movimento): angoscia, anche questa reale, che rischia di evolversi in patologia psichiatrica (e che riverbera con accenti “fantastici”, per esempio, nel senso di disorientamento/nel labirinto delle strade del quartiere in cui la donna smarrisce il senso dell’orientamento).
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Le mie visioni di novembre non sono iniziate benissimo. “Antiporno” e “Boy Erased” non mi hanno per niente entusiasmato, nonostante avessi delle buone aspettative.
Ma poi arriva lui, l’outsider.
Sì, perché non l’avevo in alcuna watchlist e l’ho guardato così, quasi per errore. E non me ne pento affatto.
Un film horror politicamente impegnato – così come qualcuno lo ha definito. E forse è questa la definizione migliore, ma c’è dell’altro.
“His House”, film d’esordio di Reeni Weekes, è un film sulla paura, sull’irrisolto, sul trauma, sull’ipocrisia, sul viaggio, sulla perdita.
C’è tutto, ben mixato in un lungometraggio di soli 93 minuti.
Il tentativo di trattare stati d’animo e vissuti così problematici, così come quelli dei migranti, attraverso la lente del soft horror, è andato a segno. Colpito e affondato.
Grandissimo film.
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