Recensione su Lei

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4 Dicembre 2014

Lei, in lingua originale Her (USA -2013), è un film scritto e diretto da Spike Jonze (già visto all’opera con Essere John Malkovich- 1999, Il Ladro di Orchidee- 2002 e Nella terra delle creature selvagge- 2009). Dopo anni di duro lavoro Jonze è riuscito a creare, sulla base di una semplice storia d’amore, una sceneggiatura davvero originale. Il protagonista, Theodore, interpretato da Joaquin Phoenix, (Commodo nel Il Gladiatore- 2000- Ridley Scott e protagonista maschile in The Villane- 2004- M. Night Shyamalan) è un uomo sensibile e introverso che lavora presso un’azienda specializzata nella scrittura di lettere d’amore per conto di altri. Seguendo la moda del momento decide di acquistare un sistema operativo di ultima generazione capace di relazionarsi con l’utente e di evolversi continuamente: Lei. Lei è Samantha, regina indiscussa del film interpretata da Scarlett Johansson (in italiano Micaela Ramazzotti). La mirabile interpretazione dell’attrice statunitense vale da sola la visione in lingua originale; non vedremo mai Scarlett ma basta la sua voce a rendere Samantha un personaggio romantico, divertente, coinvolgente e soprattutto reale.
“Mi hai fatto scoprire la capacità di volere”- Samantha
Il desiderio di provare queste sensazioni, l’amore per la vita e la voglia di avere un corpo umano rendono Samantha più di un semplice sistema operativo; diverrà indispensabile per Theodore sia dal punto di vista organizzativo che sentimentale. Un storia d’amore impossibile eppure priva di ogni pregiudizio: ci immedesimiamo in Theodore; la sua storia d’amore è la nostra storia d’amore. In fase di divorzio da Catherine (Rooney Mara) e schiavo di una vita vuota e incolore, il nostro protagonista trova conforto in Amy (Amy Adams) amica dai tempi del collage e apparente ristoro in inconcludenti appuntamenti al buio e notti di sesso telefonico alquanto bizzarre. Sarà Samantha a salvarlo da questo baratro senza fondo regalandogli piccoli momenti di felicità. E’ strano parlare di felicità in un film così triste. Malinconia e tristezza pervadono ogni scena: dall’incomunicabilità dovuta ai progressi della tecnologia alla caratterizzazione dei personaggi, spesso depressi, soli e abbandonati a se stessi. Addirittura le scene di apparente felicità creano allo spettatore mancanza, ricordo e malinconia: ho ripensato a quei vecchi filmini delle vacanze o di quando eravamo piccini; seduti davanti allo schermo guardiamo con nostalgia il passato, un “passato” che “è solo una storia che noi raccontiamo a noi stessi”- Samantha.
In un futuro non lontano dal nostro e completamente diverso dai soliti stereotipi, dove il blu e il verde dominano, Jonze ribalta la convenzione e quei tipici colori fantascientifici vengono sostituiti da forti pennellate rosa, rosso e arancio. Un futuro quasi “vintage”, innovativo e realistico dove le architetture fredde e minimali lasciano il posto ad arredamenti e abbigliamenti tipici degli anni 50’ e 60’ come l’arredamento dell’ufficio di Theodore e i famosi pantaloni a vita alta. Perfetta la decisione di girare parte delle scene a Shanghai e parte a Los Angeles. Fa da cornice a questa magnifica opera cinematografica la spettacolare fotografia di Hoyte Von Hoytema e l’apprezzabile colonna sonora degli Arcadia Fire, categorie per le quale il film riceve la nomination agli Oscar, premio che però arriva per la miglior sceneggiatura originale. È difficile esprimere pareri e opinioni non avendo visto gli altri film in concorso. Tuttavia l’originalità della pellicola è evidente non solo per l’improbabile storia d’amore, anzi sono i rapporti umani, l’incomprensione e l’incapacità di comunicare a caratterizzarla. L’uomo è il protagonista ma la tecnologia non è nemica. Essa è l’inevitabile conseguenza dello sviluppo, va oltre la concezione umana e si sgancia da ogni convenzione. Samantha, Lei, è la personificazione della tecnologia, è un entità superiore che e qui e ovunque, ama oltre l’amore umano, un amore privo di limiti e gelosie. Lei è amore. Lei arriva ad esplorare luoghi dove né Theodore né tutti noi abbiamo la capacità di immaginare. Samantha sarà felice di non avere un corpo limitante ma di essere materia libera e in espansione. Unico ostacolo al loro amore è l’imperfezione umana. Grazie alla spaventosa bravura degli attori e a tutti gli elementi finora menzionati Lei potrebbe essere una favola per il prossimo futuro.

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