23 Dicembre 2012 in Henry

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

l noir all’italiana, con le storie di droga nei quartieracci sbandati di Roma capoccia. Dove si muovono tossici, piccoli spacciatori, gang di africani in lotta per rosicchiare pezzi del mercato dominato dai mafiosi di non so dove. Inseguiti da due poliziotti, uno di sinistra, politicamente corretto e rammollito, a causa della moglie che chiude tutte le parole in -ino e gli cucina macrobiotico, e l’altro coglionazzo simpatico e cocainomane. La storia non è lineare quindi assorrata, dico solo che una delle scene iniziali, con lo spacciatore SPILLO (sì perché a Roma come al solito han sempre tutti dei soprannomi simpatici:D) che litiga con la mamma, e la mamma non vuol buttare la pasta e lui le dice BUTTALA, e lei non la butta e lui le dice BUTTALA, e alla fine lui prende la pasta e la scaraventa giù dal nonsoquantesimo piano del condominio, ecco, quella valeva da sola la visione. Anche se poi il film era abbastanza a posto anche nell’insieme, girato con mezzi da cinema indipendente, c’è pure la Crescentini, che si può volere di più? Ok, la si potrebbe volere di più e più nuda, ma sarebbe pignoleria.
Henry è il nome della droga che tutti cercano e, fino al resoconto finale sui tetti dei palazzoni disabitati di periferia, non trovano.

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